Spagna

Gli interrogativi della "legge Celaá": in gioco il futuro della società

La coesistenza e la qualità dei diversi modelli è l'obiettivo dei genitori che hanno espresso la loro opposizione alla nuova legge sull'istruzione.

Omnes-2 dicembre 2020-Tempo di lettura: 2 minuti

— Texto Begoña Ladrón de Guevara. Presidente del COFAPA

Cosa sta succedendo nel nostro Paese perché, nel bel mezzo di una pandemia, un problema di salute globale le cui principali vittime sono le famiglie, si parli di una riforma dell'istruzione proposta due anni fa e che non fornisce una risposta alla situazione che stiamo vivendo da alcuni mesi.

Cosa sta succedendo perché una Legge sull'Educazione, la legge più importante per il futuro di un Paese, viene elaborata senza consenso, senza dibattito, senza dialogo né con la società civile né con gli agenti coinvolti, senza nemmeno un dibattito al Congresso, dato che gli emendamenti e i compromessi sono stati votati a pieno ritmo.

Se ci avessero ascoltato, avrebbero saputo che difendiamo le reti pubbliche e private sovvenzionate e che vogliamo che siano di alta qualità. Crediamo in un'Educazione plurale, dove nessuno è escluso e dove le famiglie possono esercitare i loro diritti indipendentemente dalle loro risorse economiche. Crediamo in un sistema educativo che non lasci fuori nessuno.

Coesistenza di modelli educativi

La base dei diversi modelli educativi parte proprio dal fatto che la Costituzione garantisce la libertà di educazione, sia a chi offre un certo modello organizzativo sia a chi vuole sceglierlo. La pluralità di questi modelli porta ricchezza al sistema, ma solo se sappiamo riconoscere il valore intrinseco dell'altro. 

A volte, sotto il mantello di una malintesa uguaglianza, si vuole imporre l'egualitarismo; e sotto il mantello di una presunta equità, c'è chi cerca di sviluppare un unico modo di pensare.

La Costituzione tutela il diritto alla libertà di educazione; i governi stabiliscono gli standard, i curricula e gli obiettivi; le scuole offrono progetti in linea con essi e le famiglie devono poter scegliere liberamente il progetto che desiderano per le loro figlie e i loro figli. Ed è così che si esercita davvero questo principio dei primi educatori: quando i genitori possono scegliere la scuola che vogliono per i loro figli.

Questa libertà di scelta, che purtroppo è tanto in discussione in questo momento, risponde alla grande preoccupazione di noi genitori di volere il meglio per i nostri figli... Stiamo mettendo in gioco molto perché porre dei limiti alla pluralità ha un impatto diretto sul futuro dei nostri figli, sul futuro della società.

Le famiglie, i primi educatori

È difficile per i genitori comprendere politiche che privilegiano altri interessi e che non rispettano la volontà delle famiglie di questo territorio, che sono quelle che conoscono meglio i nostri figli e che hanno bisogno di scuole - pubbliche o private - che possiamo chiamare nostre, perché le abbiamo scelte liberamente, perché lavorano come noi e quindi possiamo muoverci nella loro stessa direzione.

Dare priorità al giudizio dei genitori è talmente di buon senso che è difficile comprendere un modello di azione contrario, come le cosiddette "politiche" che stanno allontanando i politici e la politica stessa dalle preoccupazioni, dalle inquietudini e dagli affetti dei cittadini.

Noi famiglie abbiamo più che mai bisogno di fiducia, di non essere giudicate, di non essere escluse dal processo educativo dei nostri figli, come sembra si voglia fare ora, assegnando il posto pubblico che lo Stato ritiene migliore per loro. 

Ecco perché noi genitori non ci arrenderemo e continueremo a lottare per la pluralità sociale nel nostro sistema educativo.

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