I vescovi delle due diocesi delle Isole Canarie, i monsignori José Mazuelos e Bernardo Álvarez, e l'ausiliare Cristóbal Deniz, hanno realizzato una una chiamata per non dimenticare i contributi che i migranti apportano alla nostra società, che sono notevoli", e per "creare una cultura dell'incontro, superare la fobia degli stranieri, combattere le mafie e promuovere lo sviluppo dei Paesi d'origine".
Come afferma l'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti", e come ricordano i vescovi, "si tratta di realtà globali che richiedono un'azione globale, evitando una "cultura dei muri" che favorisce la proliferazione delle mafie, alimentate dalla paura e dalla solitudine".
I vescovi sottolineano inoltre che "molti dei nostri fratelli e sorelle non intraprenderebbero un viaggio così incerto e pericoloso se i loro popoli e Paesi vivessero in situazioni più eque e se la Spagna e l'Europa fossero più efficaci nel promuovere canali di migrazione legale, ordinata e sicura".
Cultura dell'incontro
Inoltre i vescovi del Sottocommissione episcopale per le migrazioni e la mobilità umana della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) hanno voluto sottoscrivere "la nota 'Un faro di speranza per i bambini migrantiche i nostri fratelli delle due diocesi delle Isole Canarie hanno emesso oggi".
"Insieme agli enti ecclesiastici che lavorano con e per i bambini, gli adolescenti e i giovani migranti", aggiungono, "sottolineiamo che la loro protezione e integrazione è un dovere secondo la legge spagnola ed europea e un bene morale che ogni cattolico deve promuovere".
Con i vescovi delle Isole Canarie, confidano nel dialogo tra le amministrazioni pubbliche competenti per stabilire un modello di accoglienza globale che "favorisca l'integrazione sociale dei bambini, degli adolescenti e dei giovani migranti, nonché un'interazione positiva con l'ambiente sociale in cui sono accolti".
Requisiti per la riduzione dei flussi migratori
L'episcopato spagnolo ritiene che "dobbiamo promuovere una cultura dell'incontro che ci aiuti a crescere come umanità". Con Papa Francesco, crediamo che "abbiamo tutti bisogno di un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli immigrati e dei rifugiati, un cambiamento da un atteggiamento difensivo e sospettoso di disinteresse o di emarginazione, a un atteggiamento basato sulla "cultura dell'incontro", l'unica in grado di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore" (Messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato 2014).
I presuli canari hanno respinto "le strumentalizzazioni ideologiche e i discorsi allarmistici che si possono fare sui minori migranti o sul complesso fenomeno della migrazione", e hanno sottolineato che "senza condizioni di vita, di lavoro e di dignità per le popolazioni dei Paesi di origine, non sarà facile ridurre i flussi migratori". Hanno inoltre espresso la loro "gioia per la notizia che i nostri governi e la maggioranza dei nostri politici hanno aperto un percorso di speranza per aiutare la popolazione delle Isole Canarie a trovare una soluzione a questa realtà".
Le Isole Canarie si trovano in una situazione "estrema" per quanto riguarda i minori migranti, ha dichiarato qualche giorno fa Candelaria Delgado, ministro canario del Benessere sociale, dell'Uguaglianza, della Gioventù, dei Bambini e delle Famiglie.
Papa: i migranti fuggono da insicurezza e oppressione
Nella sua messaggio Per la 110ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si terrà il 29 settembre di quest'anno, Papa Francesco ha incentrato le sue parole sul tema "Dio cammina con il suo popolo".
Il Pontefice dice che "è possibile vedere nei migranti del nostro tempo, come in quelli di ogni epoca, un'immagine viva del popolo di Dio in cammino verso la patria eterna"; e che, come gli ebrei nell'esodo, "i migranti spesso fuggono da situazioni di oppressione e abuso, di insicurezza e discriminazione, di mancanza di progetti di sviluppo". Oltre a queste gravi minacce, "incontrano molti ostacoli sul loro cammino", come la mancanza di risorse, il lavoro pericoloso e non retribuito e le malattie.
L'arcivescovo Argüello: sostegno alla regolarizzazione dei migranti
All'inizio di marzo, quasi subito dopo essere stato eletto presidente della Conferenza episcopale, l'arcivescovo di Valladolid, mons. Luis Argüello, ha appoggiato pubblicamente l'Iniziativa legislativa popolare (ILP) per la regolarizzazione di quasi 400.000 stranieri residenti in Spagna prima del novembre 2021, sottolineando che "è tempo di superare una polarizzazione causata da interessi politici".
In questo senso, Argüello ha dichiarato sul social network X, ex Twitter, che "la dignità umana ci chiede di accogliere, proteggere, promuovere e integrare questi vicini, molti dei quali minorenni", e ha scritto una dichiarazione in questo senso. Nella stessa ottica ha dichiarato l'arcivescovo di Madrid, il cardinale José Cobo.