Vaticano

I poveri ci evangelizzano

Papa Francesco riflette, nel Messaggio preparato per la Quinta Giornata Mondiale dei Poveri, che si celebrerà in tutta la Chiesa il 14 novembre 2021, sulle parole di Gesù "i poveri li avete sempre con voi".

Giovanni Tridente-18 giugno 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
il papa con i poveri

Foto: ©2021 Catholic News Service / Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

"I poveri li avete sempre con voi", disse Gesù a Betania nella casa del "lebbroso". Ma questo non deve significare un adattamento alla situazione, bensì la consapevolezza che siamo chiamati in prima persona a vivere questa realtà in una prospettiva fondamentalmente evangelica.

Lo spiega bene Papa Francesco nel Messaggio preparato per la Quinta Giornata Mondiale dei Poveri, che si celebrerà in tutta la Chiesa il 14 novembre 2021, riflettendo proprio su queste parole di Gesù.

A cinque anni dalla sua istituzione - avvenuta, come si ricorderà, al termine del Giubileo della Misericordia - il Santo Padre sostiene che questo appuntamento deve radicarsi "sempre più nelle nostre Chiese locali", aprendosi a un processo di evangelizzazione "che va innanzitutto incontro ai poveri, ovunque essi siano".

Non dobbiamo infatti aspettare che siano loro a bussare alla nostra porta, ma raggiungerli "nelle loro case, negli ospedali e nelle case di riposo, nelle strade e negli angoli bui dove a volte si nascondono, nei centri di accoglienza e di ospitalità...", riuscendo innanzitutto a "riconoscerli davvero", ma anche a renderli "parte della nostra vita e strumenti di salvezza".

Sacramento di Cristo

Infatti, spiega Papa Francesco nel suo Messaggio, dobbiamo essere consapevoli che "i poveri in ogni condizione e in ogni latitudine ci evangelizzano", perché ci permettono di riconoscere, attraverso le tante sfaccettature della loro condizione e della loro vita, "i tratti più autentici del volto del Padre".

Aspetti che il Pontefice aveva già affrontato all'inizio del suo pontificato nell'Enciclica Evangelii gaudium, quando invitava a non cadere in un eccesso di attivismo verso i bisognosi, ma a mostrare una reale attenzione e preoccupazione per la persona dei poveri e il loro benessere.

Gesù stesso non solo era stato dalla parte dei poveri, ma aveva condiviso con loro la stessa sorte. In altre parole, sono fratelli e sorelle "con cui condividere la sofferenza", ma anche a cui bisogna alleviare il disagio e l'emarginazione, restituendo dignità e garantendo la necessaria inclusione sociale. Papa Francesco in questa riflessione li chiama non a caso "sacramento di Cristo", perché rappresentano la sua persona e si riferiscono a lui.

Una vera conversione

Tuttavia, questa riflessione e questo dinamismo sarebbero vani senza una vera conversione, che "consiste, innanzitutto, nell'aprire il nostro cuore per riconoscere le molteplici espressioni della povertà", per poi vivere coerentemente "con la fede che professiamo". È necessario un cambio di mentalità, che deve andare nella direzione della condivisione e della partecipazione, e quindi del desiderio di liberarsi personalmente da tutte le restrizioni - anche materiali - "che ci impediscono di raggiungere la vera felicità e beatitudine".

Su questo il Santo Padre è categorico: "Se non scegliamo di diventare poveri di ricchezze effimere, di potere mondano e di vanagloria, non saremo mai in grado di dare la nostra vita per amore; vivremo un'esistenza frammentaria, piena di buone intenzioni, ma inefficace per trasformare il mondo".

È inoltre necessario affrontare le "nuove forme di povertà", che nascono, ad esempio, da un uso improprio del mercato e della finanza, con professionisti "privi di sentimento umanitario e di responsabilità sociale"; dalla pandemia, che ha costretto molti alla disoccupazione; ma anche dalla più insidiosa indifferenza generata da uno stile di vita individualista.

Processi di sviluppo

La risposta può essere quella di avviare "processi di sviluppo in cui le capacità di tutti siano valorizzate", nella reciprocità, nella solidarietà e nella condivisione.

In questo, i governi e le istituzioni globali non possono rimanere ai margini, chiamati a "una pianificazione creativa, che permetta di aumentare la libertà effettiva di realizzare l'esistenza con le capacità di ogni persona". Perché se i poveri vengono messi ai margini, come se fossero responsabili della loro condizione, "il concetto stesso di democrazia viene messo in crisi e qualsiasi politica sociale diventa un fallimento".

Letta in questa prospettiva, quindi, la famosa frase di Gesù "I poveri li avete sempre con voi" (Mc 14,7) assume il significato di una vera e propria opportunità, che viene offerta a tutti per fare finalmente del bene all'umanità.

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