Vaticano

Come leggere il bilancio dell’APSA 2022

La relazione dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) sul bilancio e le finanze della Santa Sede è stata pubblicata il 10 agosto 2023.

Andrea Gagliarducci-4 settembre 2023-Tempo di lettura: 5 minuti

Via della Conciliazione, Vaticano ©OSV

Ci sono due modi di leggere il bilancio dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, quella che può essere definita la “Banca Centrale Vaticana”. Il primo è di guardare solo ai numeri, contando gli immobili, gli investimenti, il contributo alla Curia. Il secondo, invece, è comprendere il senso dell’APSA a partire dalla sua storia, che è poi la storia di come le finanze della Santa Sede sono nate e del motivo per cui esistono.

Ma prima di andare a leggere il bilancio, ci sono da fare alcune considerazioni preliminari. L’APSA sta cominciando a fungere da “fondo sovrano” della Santa Sede. Anche le attività di amministrazione che aveva la Segreteria di Stato sono state trasferite all’APSA. È un dato da considerare quando guardiamo le cifre, anche se, va ricordato, l’APSA aveva una sua autonomia patrimoniale.

La seconda nota preliminare: il bilancio è stato pubblicato il 10 agosto, quasi all’improvviso, direttamente su Vatican News. Non ci sono state comunicazioni ufficiali, né interviste istituzionali. Soprattutto, non è stato pubblicato il bilancio della Santa Sede, quello che viene chiamato “bilancio di missione”, che generalmente usciva negli stessi giorni di quello dell’APSA. È un dato che sembra indicare che alcune cose stanno per cambiare, nel modo in cui vengono stilati bilanci, e forse anche di nuovo nelle amministrazioni della Santa Sede. Ci sarà da stare attenti.

I numeri

Alcuni numeri del bilancio: cì un attivo di 52,2 milioni, con una crescita di 31,4 milioni dal 2021, mentre i costi di gestione sono aumenti per 3 milioni. Le attività immobiliari, grazie anche alla mesa a reddito di alcuni immobili sfitti, sono cresciute per 32 milioni di euro. Le attività mobiliari invece (ovvero, le operazioni finanziarie) sono in rosso di 6,7 milioni, con una perdita di 26,55 milioni dallo scorso anno, dovuta, secondo al bilancio, alla scelta di privilegiare investimenti prudenziali, a basso reddito e senza rischi.

L’attivo ha portato l’APSA a contribuire al fabbisogno della Curia Romana con 32,7 milioni di euro. Da sempre, l’APSA contribuisce alla Curia, usando questo sistema: si sommano i risultati dei tre segmenti di gestione, che danno un apporto minimo garantito di 20 milioni, e si aggiungeva un 30 per cento di residuo positivo. In questo bilancio, è stata aggiunta anche una quota ulteriore, di carattere straordinario, di 8,5 milioni di euro.

L’APSA possiede e gestisce diversi immobili. Sono 4.072 in Italia, che coprono una superficie commerciale di circa 1,47 milioni di metri quadri. Di queste unità, 2.734 sono dell’APSA e 1.338 di altri enti. Tra le unità dell’APSA, 1.389 sono ad uso residenziale, 375 ad uso commerciale 717 sono pertinenze e 253 sono quelle a redditività ridotta. Quanto al tipo di reddito che se ne ricava, 1887 unità sono sul libero mercato, 1.208 a canone agevolato e 977 a canone nullo.

Il 92 per cento degli immobili in Italia sono nella provincia di Roma, il 2 per cento nelle province di Viterbo, Rieti e Frosinone, il 2 per cento a Padova (la Basilica del Santo), il 2 per cento ad Assisi e poi un 2 per cento distribuito in altre 25 province italiane. Un dato da notare è che le spese di gestione sono passate da 10 milioni a 13 milioni, su cui pesano probabilmente anche alcune consulenze.

Uno dei grandi progetti dell’APSA è chiamato “Sfitti a rendere”. Con questo progetto, finora, sono state già ristrutturate 79 unità immobiliari in cattivo stato di manutenzione, che ora saranno commercializzate. Lo stesso accadrà per un secondo maxilotto di 61 unità immobiliari.

Rientrano nella gestione APSA anche 37 nunziature in Europa, 34 in Asia, 51 in Africa, 5 in America Settentrionale, 46 in America Meridionale e 3 in Oceania.

La storia e gli obiettivi dell’APSA

Fin qui i numeri. Ma è il dato storico quello più interessante. L’APSA era nata come “La Speciale”, e serviva a gestire il patrimonio che si era creato con le compensazioni che la Santa Sede aveva avuto con la Conciliazione. Nel 1967, Paolo VI la aveva riorganizzata, dandole il nome di Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, APSA.

Particolarmente interessante è la questione degli immobili. “Dal momento che – si legge nel rapporto - come si è detto, gli immobili in prossimità del Vaticano rappresentavano – e rappresentano ancora oggi – una parte bloccata del patrimonio della Santa Sede, da subito, l’obiettivo di consolidare il patrimonio venne affidato agli investimenti immobiliari in Italia e all’estero”.

Si trattava di “una scelta naturale”, che si accompagnava alla “prudenza come principale criterio nelle operazioni in campo finanziario”, perché “se da una parte, infatti, il mattone permetteva una minore esposizione alle fluttuazioni dei cambi; dall’altra, la diversificazione geografica degli investimenti consentiva di ridurre i rischi legati alla concentrazione in un unico Paese”.

Il rapporto ripercorre la storia della costituzione dell’APSA, delle due sezioni “straordinaria” e “ordinaria”, della sua riforma che la portò a perdere alcune competenze in favore della Segreteria dell’Economia e del successivo riaggiustamento, e il fatto che oggi l’APSA sia chiamata ad amministrare con l’obiettivo non del profitto, ma della “conservazione e consolidamento del patrimonio ricevuto in dote”.

Gli investimenti fuori Italia

Il bilancio APSA 2022 sottolinea anche che l’APSA gestisce gli immobili fuori Italia con società partecipate al 100 per cento dell’APSA, e che “gli edifici di proprietà di APSA nel Regno Unito sono gestiti tramite una società locale interamente controllata con funzione di “nominee”, e che “gli immobili detenuti in Inghilterra sono a tutti gli effetti inclusi nel bilancio dell’APSA”.

I fondi nel Regno Unito sono gestiti da una società fondata nel 1932, la British Grolux Investment Limited, che ha immobili tutti concentrati a Londra, dove si è anche appena finito di ristrutturare un edificio e ora si sta provvedendo ad affittarlo a società internazionali e a un inquilino di prestigio.

Nel 2022, la Grolux ha versato 4 milioni di sterline di locazioni nel 2022, cui si sono aggiunti 2,6 milioni di premio per il rinnovo della locazione “leaseholding” che hanno interessato anche l’immobile di cui è comproprietario il Fondo Pensioni. La Grolux ha avuto così un attivo di 5,95 milioni di euro.

In Svizzera, c’erano dieci società che gestivano gli immobili. Nel 2019, tutto è stato ricondotto sotto una sola società, la Profima SA, che era stata fondata già nel 1933, cosa che ha permesso anche di razionalizzare i costi e anche ottenere delle esenzioni fiscali. Gli immobili in Svizzera sono soprattutto a Ginevra e Losanna, e la razionalizzazione ha portato un dividendo straordinario di 25 milioni di franchi svizzeri, mentre l’esenzione ha portato al risparmio di 8,25 milioni di franchi svizzeri. La Profima ha portato un utile netto di 1,79 milioni, il 51,7 per cento in più del passato.

E poi ci sono gli immobili in Francia, gestiti dalla Sopridex SA, società fondata nel 1932, che – nonostante la lieve crisi – ha fornito un risultato netto pari a 11,36 milioni di euro, con un aumento del 32 per cento rispetto al 2021.

Si arriva così ad un totale di fondi liquidi di 89,8 milioni di euro versati all’APSA nel 2022.

Le parole del presidente dell’APSA

Il presidente dell’APSA Galantino ha notato in una lettera di accompagnamento al bilancio che la sua pubblicazione è parte della “natura e dei compiti assegnati da papa Francesco all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica”. Anche l’APSA – ha detto il vescovo - “è chiamata a contribuire alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. La reputazione è anche parte della missione, e per questo – scrive Galantino - “la trasparenza di numeri, risultati conseguiti e procedure definite è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per allontanare (almeno in chi è libero da preconcetti) infondati sospetti riguardanti l’entità del patrimonio della Chiesa, la sua amministrazione o l’adempimento dei doveri di giustizia, come pagamento di imposte dovute e di altri tributi”.

Nella relazione allegata al bilancio si fa riferimento anche al piano triennale che l’Apsa ha adottato per migliorare ulteriormente le metodologie di lavoro e migliorare i risultati, e che dovrebbero portare circa 55,4 milioni di euro di benefici complessivi.

L'autoreAndrea Gagliarducci

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