Tra due settimane, il 24 dicembre, inizierà nella Chiesa cattolica l'Anno Giubilare Ordinario e ci si aspetta che Roma più di 50 milioni di persone da tutto il mondo nei prossimi mesi.
Il Santo Padre nutre grandi speranze per questo speciale evento di grazia di Dio, la conversione del popolo cristiano e l'occasione di un incontro dal vivo con il Papa, cioè con il nostro Padre comune.
Il programma del Giubileo è impressionante da leggere perché è ricco di incontri significativi con una grande varietà di gruppi che saranno toccati dalla paterna attenzione del Romano Pontefice: bambini, giovani, intellettuali, lavoratori, artisti e tanti altri.
È consuetudine, negli anni del Giubileo, che il Santo Padre si rivolga al popolo cristiano invitandolo a recarsi in pellegrinaggio a Roma o nella cattedrale di ogni diocesi del mondo, nel cuore delle Chiese particolari dove si realizza l'essere della Chiesa universale, per sperimentare il perdono e la misericordia di Dio.
La speranza al centro del Giubileo
Proprio il Santo Padre Francesco ha proposto il nuovo Anno Giubilare Ordinario del 2025 con un titolo molto significativo: "L'Anno Giubilare del 2025".spes non confundit"Penso a tutti i pellegrini della speranza che verranno a Roma per vivere l'Anno Santo e a coloro che, non potendo venire nella città degli Apostoli Pietro e Paolo, lo celebreranno nelle Chiese particolari. Che sia per tutti un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, la "porta" della salvezza (cfr. Jn 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti come la nostra speranza (1 Timoteo` 1,1)" (n.1).
Con queste significative parole ci propone la virtù teologale della speranza come linea di forza del Giubileo e, inoltre, ci ricorda una virtù teologale, un dono di Dio che dobbiamo chiedere con umiltà.
Con questi anni giubilari tutta la Chiesa universale viene ringiovanita e rinnovata nelle tre virtù teologali con le quali la vita cristiana si rinnova per dono di Dio, poiché queste virtù non crescono per la ripetizione di atti, ma per la benevolenza di Dio che le concede a chi le chiede e dispone la propria anima ad esse.
Da un lato, l'immagine che il Papa vuole trasmettere in questo anno giubilare è un vibrante richiamo alla speranza ben fondata in Cristo e nella sua dottrina salvifica che è la pietra angolare della redenzione e i cui meriti infiniti sono proprio quelli che la Chiesa distribuisce negli anni giubilari.
Pellegrinaggio
Il Santo Padre ricorda anche il significato del pellegrinaggio sostenuto dalla meta: "Non a caso il pellegrinaggio esprime un elemento fondamentale di ogni evento giubilare. Partire in pellegrinaggio è un gesto tipico di chi cerca il senso della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell'essenziale. Anche il prossimo anno, i pellegrini della speranza percorreranno strade antiche e moderne per vivere intensamente l'esperienza giubilare. Inoltre, nella stessa città di Roma, ci saranno altri pellegrinaggi della speranza. itinerari di fede da aggiungere a quelli tradizionali delle catacombe e delle sette chiese" (n. 5).
La Bolla del Santo Padre sottolinea anche la centralità di Gesù Cristo: "Questo Anno Santo guiderà il cammino verso un'altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033 celebreremo il bimillenario della redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Ci troviamo così di fronte a un itinerario segnato da grandi tappe, in cui la grazia di Dio precede e accompagna il popolo che cammina con entusiasmo nella fede, con diligenza nella carità e con perseveranza nella speranza (cfr. 1 T 1,3)" (n.5).
Altri eventi
Allo stesso modo, ricorderà che tutta la Chiesa celebrerà l'anniversario del Concilio di Nicea nell'Anno Giubilare: "Erano presenti circa trecento vescovi, che si riunirono nel palazzo imperiale il 20 maggio 325, convocati su iniziativa dell'imperatore Costantino. Dopo vari dibattiti, tutti, mossi dalla grazia dello Spirito, si identificarono nel Simbolo di fede che ancora oggi professiamo nella celebrazione eucaristica domenicale. I Padri conciliari vollero iniziare questo Simbolo usando per la prima volta l'espressione "Noi crediamo", a testimonianza che in questo "noi" tutte le Chiese si riconoscevano in comunione e tutti i cristiani professavano la stessa fede" (17).
È significativo che nella Bolla di indizione del Giubileo il Santo Padre abbia voluto sottolineare l'importanza dei martiri del XX secolo in tutto il mondo e della beatificazione e canonizzazione di alcuni di loro, perché il loro esempio non resterà senza frutti: "La testimonianza più convincente di questa speranza ci è offerta dai martiri del XX secolo, che sono stati martirizzati dal Santo Padre, e che sono stati beatificati e canonizzati dal Santo Padre. martiriche, saldi nella fede in Cristo risorto, hanno saputo rinunciare alla loro vita terrena per non tradire il loro Signore. Essi sono presenti in ogni epoca e sono numerosi, forse più che mai ai nostri giorni, come confessori della vita che non ha fine. Dobbiamo conservare la loro testimonianza per rendere feconda la nostra speranza. Questi martiri, appartenenti a diverse tradizioni cristiane, sono anche semi di unità perché esprimono l'ecumenismo del sangue. Durante il Giubileo, quindi, il mio vivo desiderio è che ci sia una celebrazione ecumenica in cui si manifesti la ricchezza della testimonianza di questi martiri" (21).
Byung-Chul Han
Prima di concludere, vorrei fare un breve accenno alla nuova opera sulla speranza del saggista e professore universitario coreano di origine tedesca Byung-Chul Han, che ancora una volta è riuscito a rispondere alle esigenze del pensiero contemporaneo e ha consegnato un breve e interessante trattato.
Byung-Chul Han ha adottato un approccio molto positivo nei confronti del suo lavorare sulla speranza aprire una porta al desiderio di rinascere ogni giorno, di iniziare la vita con una rinnovata primavera: "la chiave fondamentale della speranza è il venire al mondo come nascita" (140). In effetti, Byun-Chui Han fornirà un buon numero di citazioni che hanno in comune il fatto di "farci pensare" alla speranza, perché come afferma il nostro autore: "La speranza allarga l'anima per accogliere grandi cose. Per questo è un'eccellente via alla conoscenza" (99).