Vaticano

Il Papa ci ricorda che "i poveri hanno molto da insegnarci".

Nel suo messaggio per la Giornata mondiale dei poveri del 2024, Papa Francesco vuole che i cattolici facciano propria la preghiera dei poveri.

Paloma López Campos-13 giugno 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
Giornata mondiale dei poveri

Il Papa saluta una donna e dei bambini durante il pasto della Giornata mondiale dei poveri 2023 (Foto CNS / Vatican Media)

Il 17 novembre 2024 la Chiesa cattolica celebra la Giornata mondiale dei poveri. In occasione di questa data, la Sala Stampa ha pubblicato la messaggio Papa Francesco, che in questa occasione si concentra sulla preghiera dei poveri.

Il Santo Padre inizia il suo messaggio dicendo che "la speranza cristiana abbraccia anche la certezza che la nostra preghiera raggiunge la presenza di Dio". Ma la preghiera che Dio ascolta con maggiore attenzione è "la preghiera dei poveri". Per questo motivo, il Pontefice ritiene che la preghiera sia un "modo per entrare in comunione con loro [i poveri] e per condividere le loro sofferenze".

Rifacendosi al libro del Siracide, Papa Francesco sottolinea "il fatto che i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio, tanto che, di fronte alla loro sofferenza, Dio è 'impaziente' finché non ha reso loro giustizia".

I poveri, volti di Cristo

Il Vescovo di Roma si spinge oltre e afferma che "Dio conosce le sofferenze dei suoi figli perché è un Padre attento e premuroso con tutti". E, "come Padre, si prende cura di coloro che hanno più bisogno di lui".

Di fronte alla cura di Dio, "la mentalità umana esige di diventare qualcuno, di avere prestigio a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo le regole sociali per ottenere ricchezza". Questo è un aspetto che Francesco denuncia, dicendo che "la felicità non si acquisisce calpestando i diritti e la dignità degli altri".

Per questo è importante che i cristiani ricordino al mondo che ogni povero e vulnerabile "porta il volto del Figlio di Dio, e la nostra solidarietà e il segno della carità cristiana devono raggiungere ciascuno di loro". In questa linea, il Papa cita l'esortazione apostolica "Evangelii Gaudium": "Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati a essere strumento di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, affinché siano pienamente integrati nella società; ciò presuppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido dei poveri e a venire in loro aiuto".

In vista dell'Anno della preghiera, il Pontefice afferma che "dobbiamo fare nostra la preghiera dei poveri e pregare con loro". Allo stesso tempo, descrive l'accompagnamento dei poveri come "una sfida che dobbiamo accogliere e un'azione pastorale che ha bisogno di essere alimentata".

La preghiera dei poveri

Per raggiungere questo obiettivo, il Papa ci assicura che abbiamo bisogno di "un cuore umile che abbia il coraggio di diventare mendicante. Un cuore disposto a riconoscersi povero e bisognoso". Solo così, continua Francesco, si "riceve forza da Dio e si ripone in Lui tutta la propria fiducia". È così che si raggiunge l'umiltà, che "genera la fiducia che Dio non ci abbandonerà mai né ci lascerà senza risposta".

Il Papa invia anche un messaggio "ai poveri che vivono nelle nostre città e fanno parte delle nostre comunità". Assicura loro che "Dio è attento a ciascuno di voi ed è al vostro fianco. Non vi dimentica, né potrebbe mai farlo.

Né i cristiani possono dimenticare i poveri, per questo il Vescovo di Roma ritiene che questa giornata mondiale "sia già un appuntamento obbligatorio per ogni comunità ecclesiale. È un'opportunità pastorale da non sottovalutare, perché incoraggia tutti i credenti ad ascoltare le preghiere dei poveri, prendendo coscienza della loro presenza e del loro bisogno".

In questo senso, il Papa è grato per il lavoro di tutte quelle persone che ne sono già consapevoli, "sacerdoti, persone consacrate, laici e donne che con la loro testimonianza danno voce alla risposta di Dio alla preghiera di coloro che si rivolgono a Lui".

Preghiera e carità

Francesco sottolinea anche ciò che i poveri ci insegnano. Dice che "i poveri hanno ancora molto da insegnare perché, in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull'altare dei beni materiali, essi remano controcorrente, mostrando che l'essenziale è un'altra cosa.

Il Papa conclude il suo messaggio spiegando che la preghiera ha bisogno di opere e le opere hanno bisogno della preghiera. Cita l'esempio di Santa Teresa di Calcutta, che sapeva come sostenersi su questi due pilastri. Seguendo le sue orme, imitando Cristo e appoggiandosi alla Vergine Maria, il Santo Padre incoraggia ogni cattolico a essere un "pellegrino della speranza" e a curare "i piccoli dettagli dell'amore". In questo modo, risponderemo alla chiamata universale a "essere amici dei poveri".

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