Ieri pomeriggio, primo giorno del viaggio apostolico del Papa a Malta, si è svolto un emozionante incontro di preghiera con migliaia di persone presso il santuario mariano di Ta' Pinu, sull'isola di Gozo, luogo di grande pietà per i maltesi, visitato da San Giovanni Paolo II e successivamente da Benedetto XVI. Il Santo Padre lo ha ricordato commentando: "Anche San Giovanni Paolo II è venuto qui come pellegrino, e oggi ricordiamo l'anniversario della sua morte".
Seguendo le orme dei suoi predecessori, Francesco ha visitato la cappella del santuario e ha recitato le tre Ave Maria davanti all'immagine della Vergine, porgendole in dono una rosa d'oro, un dono dei Papi per esprimere la riverenza per la Madre di Dio, ha riferito Vatican news.
Dopo aver ascoltato le testimonianze di fede di diverse persone, il Papa ha tenuto la sua omelia basandosi sul passo del Vangelo secondo Matteo che racconta il momento in cui la Vergine Maria e il discepolo Giovanni accompagnano Gesù sulla croce in mezzo a un panorama desolato in cui sembra che "tutto sia finito per sempre".
Con Gesù sulla croce
"La Madre che ha dato alla luce il Figlio di Dio è addolorata per la sua morte, mentre le tenebre coprono il mondo. Il discepolo amato, che aveva lasciato tutto per seguirlo, ora è immobile ai piedi del Maestro crocifisso. Sembra che tutto sia perduto", ha fatto notare il Papa, sottolineando il significato profondo delle parole di Gesù: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
"Questa è anche la nostra preghiera nei momenti della vita segnati dalla sofferenza", ha sottolineato il Santo Padre, ricordando che è la stessa preghiera che "ogni giorno sale a Dio" dal cuore dell'umanità. Il Pontefice ha sottolineato che l'ora di Gesù - che nel Vangelo di Giovanni è l'ora della morte in croce - non rappresenta la conclusione della storia, ma segna l'inizio di una nuova vita.
"Ai piedi della croce, contempliamo l'amore misericordioso di Cristo, che ci spalanca le braccia e, attraverso la sua morte, ci apre alla gioia della vita eterna". Per questo motivo, il Papa ha invitato i fedeli a meditare insieme dal santuario di Ta' Pinu sul "nuovo inizio che scaturisce dall'ora di Gesù", e che "ciascuno può trasferire nella propria storia, osservando i personali momenti di dolore in cui sono apparse la fede e la speranza, anche quando sembrava che tutto fosse perduto".
"Ritorno alle origini
Francesco ci ha così incoraggiati a cercare di comprendere l'invito che l'ora di Gesù ci propone: "Quest'ora di salvezza per noi ci dice che per rinnovare la nostra fede e la missione della comunità, siamo chiamati a tornare a quell'inizio, alla Chiesa nascente che vediamo in Maria e Giovanni ai piedi della croce.
E cosa significa tornare all'inizio, cosa significa tornare alle origini? Per il Santo Padre, l'essenziale della fede è il rapporto con Gesù: "Si tratta di riscoprire l'essenziale della fede", cioè "tornare alla Chiesa delle origini non significa guardare indietro per copiare il modello ecclesiale della prima comunità cristiana, ma piuttosto recuperare lo spirito della prima comunità cristiana, tornare al cuore e riscoprire il centro della fede: il rapporto con Gesù e l'annuncio del suo Vangelo al mondo intero".
"L'incontro personale con Cristo
Il Papa ha poi sottolineato che "la vita della Chiesa non è solo una storia passata da ricordare", ma "un grande futuro da costruire", essendo "docile ai piani di Dio".
"Non ci basta una fede fatta di usanze tramandate, di celebrazioni solenni, di belle riunioni popolari e di momenti forti e commoventi; abbiamo bisogno di una fede che si fonda e si rinnova nell'incontro personale con Cristo, nell'ascolto quotidiano della sua Parola, nella partecipazione attiva alla vita della Chiesa, nello spirito della pietà popolare", ha aggiunto il Santo Padre.
Francesco è consapevole della "crisi della fede, dell'apatia del credere, soprattutto nel periodo post-pandemico, e dell'indifferenza di tanti giovani alla presenza di Dio". "Non si tratta di questioni da 'indorare', pensando che in fondo un certo spirito religioso resiste ancora". "È necessario vigilare affinché le pratiche religiose non si riducano alla ripetizione di un repertorio del passato, ma esprimano una fede viva e aperta, che diffonda la gioia del Vangelo".
A questo proposito, Papa Francesco ha ringraziato i maltesi per il "processo di rinnovamento avviato attraverso il Sinodo". "Questo è il momento di tornare a quell'inizio, ai piedi della croce, guardando indietro alla prima comunità cristiana. Essere una Chiesa che ha a cuore l'amicizia con Gesù e l'annuncio del suo Vangelo, non la ricerca di spazi e attenzioni; una Chiesa che mette al centro la testimonianza, non certe pratiche religiose; una Chiesa che vuole andare incontro a tutti con la lampada accesa del Vangelo e non essere un circolo chiuso".
"Malta e Gozo: siete due belle comunità, come Maria e Giovanni erano due, così che le parole di Gesù sulla croce siano la vostra stella polare, per accogliervi l'un l'altro, creare familiarità e lavorare in comunione". Le parole di Gesù sulla croce siano allora la vostra stella polare, per accogliervi l'un l'altro, creare familiarità e lavorare in comunione. Andate avanti, sempre insieme", ha incoraggiato il Papa.