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Sintesi dell'Anno ignaziano in occasione della festa di Sant'Ignazio

Il 31 luglio, insieme alla festa di Sant'Ignazio, si conclude l'Anno ignaziano, iniziato il 20 maggio 2021. Una data importante, perché corrisponde al 500° anniversario dell'inizio dell'avventura di Ignazio di Loyola, all'epoca soldato basco che combatteva in difesa di Pamplona, attaccata dai francesi.

Stefano Grossi Gondi-31 luglio 2022-Tempo di lettura: 5 minuti

Foto: Presentazione di "Camminare con Ignazio", un libro di padre Sosa. ©CNS photo/ per gentile concessione della Curia generale della Compagnia di Gesù

La conversione di Sant'Ignazio fu causata da un episodio drammatico. Una palla di cannone gli spezzò le gambe e per tutta la vita Ignazio camminò zoppicando. Ma gli effetti più notevoli si sono avuti nel suo cuore, con un lungo processo evolutivo che ha cambiato il suo modo di vedere il mondo e lo ha aperto a un futuro che prima non aveva nemmeno immaginato. Il paradosso è che un episodio che a prima vista sembra un dramma personale, che pone fine alla sua carriera militare come fattorino, è in realtà l'inizio di un percorso che spinge un uomo ad avvicinarsi a Dio e gli apre una nuova strada all'interno della Chiesa.

L'anno ignaziano

Il 2021 ha segnato l'inizio delle cerimonie a Pamplona, dove tutto è cominciato. E fu il Superiore Generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa, a guidare l'atto solenne che diede inizio al corso degli eventi.

Tra questi, un itinerario per giovani intitolato "Da Pamplona a Roma, sulle orme di Sant'Ignazio", un'occasione per esplorare il cammino di conversione di Ignazio in modo esperienziale. Poi, nel giugno 2021, una preghiera per affidare a Dio il cammino della Provincia euromediterranea della Compagnia di Gesù, nell'anniversario del giorno in cui Ignazio cominciò a riprendersi dal pericolo di morte che aveva seguito la ferita alla gamba subita in battaglia. Inoltre, nel luglio 2021 si è tenuto un campo estivo itinerante per giovani nelle montagne dell'Albania settentrionale.

Nel marzo 2022, anniversario della canonizzazione di Sant'Ignazio e di San Francesco Saverio, si è svolto un pellegrinaggio a "La Storta" fuori Roma. In aprile si è svolto un pellegrinaggio in tre tappe da Formia a Roma, sulle orme di Ignazio, che era sbarcato a Gaeta, vicino a Formia, per il suo primo viaggio in Italia. L'atto conclusivo è la Messa nella Chiesa del Gesù a Roma il 31 luglio 2022, nella solennità di Sant'Ignazio. A questi eventi che vengono ora commemorati, possiamo aggiungere un altro importante evento che ricorda la vita di Sant'Ignazio di Loyola: il suo primo soggiorno a Roma nel marzo-aprile 1523. Partì quindi per Gerusalemme, dove rimase per una ventina di giorni nel settembre 1523.

Il Anno ignaziano non si è svolta solo in Italia, ma ci sono state iniziative in varie parti del mondo: dagli Stati Uniti alla Francia; dall'Ungheria all'America Latina e poi anche all'Africa.

Sulle orme di Ignazio

In questo anno dedicato a Sant'Ignazio, ripercorreremo in qualche modo il suo viaggio, che fin dall'inizio si distinse per il suo carattere mariano: la sua sosta al famoso santuario di Montserrat prese la forma di una vera e propria veglia militare dedicata alla Vergine, e come un antico cavaliere appese i suoi paramenti militari davanti a un'immagine della Vergine. In seguito, da lì, il 25 marzo 1522, entrò nel monastero di Manresa, in Catalogna. E nella grotta di Manresa decise di scrivere gli Esercizi Spirituali, un moderno strumento devozionale che è diventato una caratteristica della spiritualità gesuita. 

In quel periodo cambiò anche il suo nome da Inigo a Ignatius, probabilmente per la sua devozione a Sant'Ignazio di Antiochia. Padre John Dardis, direttore dell'Ufficio di Comunicazione della Curia Generalizia dei Gesuiti, ricorda una delle lezioni impartite da Ignazio: "Quando si ama, si è vulnerabili: se non si accettano le proprie ferite, la propria vocazione rimane una menzogna: imparare a lasciar andare i propri meccanismi di difesa non è facile, e la scoperta di Ignazio fu proprio quella di poter essere vulnerabile e amato allo stesso tempo. La sua lotta è stata quella di cercare Dio, di esercitare tutta la sua forza per affrontare qualsiasi ostacolo: a Manresa ha dovuto persino superare i pensieri di suicidio.Tuttavia, ciò che ha vinto alla fine è stato un senso di fiducia nella volontà del Padre. Da qui il pensiero finale: "Se perdiamo questo, cesseremo di essere la Compagnia di Gesù",

Priorità apostoliche universali

I gesuiti nell'organizzazione dell'Anno ignaziano hanno messo al primo posto ciò che Papa Francesco ha dato loro per il decennio 2019-2020. Ecco una sintesi degli obiettivi: indicare la strada verso Dio, in particolare attraverso gli Esercizi Spirituali e il discernimento; camminare accanto ai poveri, agli esclusi del mondo in una missione di riconciliazione e giustizia, cosa che sta molto a cuore a Papa Francesco; accompagnare i giovani in un futuro di speranza; collaborare alla cura della Casa Comune. Questo farà conoscere ciò che anima l'impulso apostolico della Compagnia, cioè la sua spiritualità, che non è solo per la Compagnia, ma per tutti coloro che la vivono come vera per loro.

Alcune delle note prioritarie sono un grande amore personale per Gesù di Nazareth, che porta ciascuno a crescere verso la pienezza in umanità; vedere Dio all'opera in tutte le cose e gli eventi della storia e rispondere con magnanimità alle chiamate che vengono dalla realtà, cioè dal Signore. 

Concerto di fine anno

Il 30 luglio, la vigilia della fine dell'Anno ignaziano è stata celebrata con un concerto di Michele Campanella, nella doppia veste di concertatore e primo pianoforte, per eseguire La Petite Messe Solennelle di Gioacchino Rossini, composta dall'artista pesarese dopo decenni di silenzio. Il termine "petite" aveva una doppia motivazione: l'ensemble ridotto di due pianoforti e harmonium e un coro di soli 16 cantanti, ma anche l'atteggiamento del cristiano che si fa piccolo quando dedica la sua musica a Dio. Il Barbiere di Siviglia è lontano e Rossini utilizza per l'ultima volta il suo vecchio stile per un messaggio nuovo e commovente.

Messaggio del Papa

In occasione dell'Anno ignaziano, Papa Francesco ha inviato un messaggio che mette in evidenza la conversione di Sant'Ignazio, augurando a tutti di vivere quest'anno come un'esperienza personale di conversione. "A Pamplona, 500 anni fa, tutti i sogni mondani di Ignazio si infransero in un attimo. La palla di cannone che lo ferì cambiò il corso della sua vita e del mondo. Le cose apparentemente piccole possono essere importanti. Questa palla di cannone significa anche che Ignazio ha fallito nei sogni che aveva per la propria vita. Ma Dio aveva un sogno ancora più grande per lui. Il sogno di Dio per Ignazio non riguardava Ignazio. Si trattava di aiutare le anime, era un sogno di redenzione, un sogno di andare in tutto il mondo, accompagnati da Gesù, umili e poveri.

La conversione è un evento quotidiano. Raramente accade tutto in una volta. La conversione di Ignazio iniziò a Pamplona, ma non finì lì. Per tutta la vita si è convertito, giorno dopo giorno. E cosa significa questo? Che per tutta la sua vita ha messo Cristo al centro. E lo ha fatto attraverso il discernimento. Il discernimento non consiste nell'avere certezze fin dall'inizio, ma nel navigare, nell'avere una bussola per poter intraprendere un cammino che ha molte svolte, ma lasciandosi sempre guidare dallo Spirito Santo che ci conduce all'incontro con il Signore. In questa peregrinazione sulla terra, incontriamo gli altri come ha fatto Ignazio nella sua vita. Questi altri sono segni che ci aiutano a mantenere la rotta e ci invitano a convertirci ancora e ancora. Sono fratelli, sono situazioni e Dio ci parla anche attraverso di loro. Ascoltiamo gli altri. Leggiamo le situazioni. Siamo anche dei punti di riferimento per gli altri, che mostrano la via di Dio.

La conversione avviene sempre in dialogo, con Dio, con gli altri, con il mondo. Prego che tutti coloro che si ispirano alla spiritualità ignaziana possano fare questo viaggio insieme come famiglia ignaziana, e prego che molti altri possano scoprire la ricchezza di questa spiritualità che Dio ha dato a Ignazio.

Vi benedico con tutto il cuore, affinché quest'anno sia davvero un'ispirazione per andare nel mondo ad aiutare le anime, vedendo tutte le cose nuove in Cristo. E anche un'ispirazione a lasciarsi aiutare. Nessuno si salva da solo. O siamo salvati in comunità o non lo siamo. Nessuno può insegnare la strada a un altro. Solo Gesù ci ha insegnato la via. Ci aiutiamo a vicenda a conoscere e seguire questa via. E che Dio onnipotente vi benedica, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen".

L'autoreStefano Grossi Gondi

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