Vaticano

Il comunicato stampa su Fiducia supplicans placare i critici?

Il Dicastero per la Dottrina della Fede, presieduto dal cardinale argentino Víctor Fernández, ha cercato in un comunicato stampa di chiarire gli aspetti confusi e di guidare nell'applicazione della dichiarazione. Fiducia supplicans.

Arturo Cattaneo-11 gennaio 2024-Tempo di lettura: 5 minuti

Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, cardinale Víctor Manuel Fernández ©OSV

Il 4 gennaio, appena 17 giorni dopo la pubblicazione da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede della dichiarazione Fiducia supplicansLo stesso Dicastero ha emesso un comunicato stampa "per aiutare a chiarire la ricezione" di tale Dichiarazione.

Ciò è piuttosto sorprendente, ma comprensibile se si considera che numerose conferenze episcopali (più di venti) e molti vescovi e cardinali hanno espresso dalle perplessità al vero e proprio rifiuto della proposta di benedire coppie irregolari o dello stesso sesso, sebbene la Dichiarazione indichi chiaramente che queste benedizioni (dette "pastorali") devono avvenire senza rito liturgico, evitando di confondersi con la benedizione sacerdotale di un matrimonio, e "senza convalidare ufficialmente la loro stato né alterare in alcun modo il perenne insegnamento della Chiesa sul matrimonio" (presentazione di "Fiducia supplicans").

Notizie e confusione

A parte la novità costituita dalla benedizione delle coppie omosessuali - su cui tornerò tra poco - un altro aspetto che può aver contribuito a creare una certa tensione tra ampi settori dell'episcopato è il fatto che, sebbene la Dichiarazione non imponga queste benedizioni, ma parli sempre e solo di "possibilità", si afferma che non si deve "impedire o proibire" la vicinanza della Chiesa a ogni situazione in cui si cerca l'aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione ("Fiducia supplicans", 38).

La Nota qualifica un po' questa affermazione, riconoscendo che "la prudenza e l'attenzione al contesto ecclesiale e alla cultura locale potrebbero ammettere diverse modalità di applicazione". Tuttavia, la Nota prosegue sottolineando ciò che la Dichiarazione indica: ci possono essere "varie modalità di applicazione, ma non una negazione totale o definitiva di questo passo che viene proposto ai sacerdoti" (nota 2).

Queste voci critiche possono sorprendere, visto che si tratta di un testo in cui emerge chiaramente l'anelito pastorale di Papa Francesco, il suo vivo desiderio di accogliere e accompagnare ogni persona o coppia, mostrando loro il volto materno della Chiesa con quel "gesto pastorale, così caro e così diffuso" ("Fiducia supplicans", 12) proprio delle benedizioni. La Chiesa vuole anche mostrare la sua vicinanza ai fedeli in queste situazioni difficili, offrendo loro sempre conforto e incoraggiamento, invitandoli "ad avvicinarsi sempre più all'amore di Cristo" ("Fiducia supplicans", 44), nella certezza che Dio non abbandona nessuno. Ovviamente queste intenzioni, più che lodevoli, non hanno impedito che la proposta di permettere la benedizione di coppie irregolari o dello stesso sesso suscitasse perplessità o rifiuti. Il punto più difficile è stata la novità della benedizione delle coppie omosessuali.

A questo proposito, va ricordato che sia il Rituale Romano del 1985, sia lo stesso Dicastero per la Dottrina della Fede, in una Responsum pubblicato nel 2021, aveva chiaramente escluso questa possibilità. Infatti, il Rituale Romano aveva richiesto che per effettuare una benedizione "non si deve trattare di cose, luoghi o contingenze contrarie al diritto o allo spirito del Vangelo" (n. 13). Ancora più esplicito è stato il divieto pronunciato nel 2021 dallo stesso Dicastero per la Dottrina della Fede, che affermava: "Quando si invoca una benedizione su determinate relazioni umane, è necessario - al di là della retta intenzione di chi vi partecipa - che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere ed esprimere la grazia, secondo i disegni di Dio inscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Pertanto, sono compatibili con l'essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono a loro volta ordinate a servire questi disegni. Per questo motivo, non è lecito impartire la benedizione a relazioni, o anche a coppie stabili, che comportino una prassi sessuale al di fuori del matrimonio (cioè al di fuori dell'unione indissolubile di un uomo e una donna aperta, di per sé, alla trasmissione della vita), come nel caso delle unioni tra persone dello stesso sesso. La presenza in tali relazioni di elementi positivi, che di per sé sono da apprezzare e valorizzare, non è però in grado di giustificarle e di renderle oggetto lecito di una benedizione ecclesiale, perché tali elementi sono al servizio di un'unione che non è ordinata al disegno di Dio" (Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede, firmato dall'allora Prefetto Cardinale Luis F. Ladaria, 22-II-2021).

Non legittima nulla

Gli autori della "Fiducia supplicans" erano certamente consapevoli che la novità della benedizione alle coppie irregolari o dello stesso sesso poteva dare adito a un grave equivoco e confusione: quello di interpretare la benedizione come "una forma di legittimazione morale a un'unione che presume di essere un matrimonio o a una pratica sessuale extraconiugale" (11). Di conseguenza, il testo precisa che la benedizione in questione è un gesto che "non vuole sancire o legittimare nulla" (34) e che ha lo scopo "solo di aprire la propria vita a Dio, di chiedere il suo aiuto per vivere meglio e anche di invocare lo Spirito Santo perché i valori del Vangelo siano vissuti con maggiore fedeltà" (40).

Tutto ciò è stato ora ribadito nella Nota, e in particolare il fatto che "questa forma di benedizione non rituale, con la semplicità e la brevità della sua forma, non intende giustificare qualcosa che non è moralmente accettabile. Non è chiaramente un matrimonio, ma non è nemmeno una "approvazione" o una ratifica di qualcosa. È solo la risposta di un pastore a due persone che chiedono l'aiuto di Dio" (5). Il punto successivo della Nota insiste ancora una volta "sul fatto che questo tipo di benedizione non è una ratifica della vita di coloro che la chiedono" e che nel benedire queste coppie "non le stiamo consacrando, né ci stiamo congratulando con loro, né stiamo approvando questo tipo di unione" (6).

Ci si chiede allora perché ci siano critiche e rifiuti alla Dichiarazione nonostante i tanti chiarimenti.

La critica è comprensibile se si considera che il termine stesso "benedire" significa "dire bene" e nel linguaggio comune indica non solo una supplica, una richiesta di aiuto a Dio, ma anche un'approvazione. Si dice, ad esempio, che un'iniziativa è stata "benedetta". Ma approvare l'unione tra due persone dello stesso sesso sarebbe una palese contraddizione con l'insegnamento del Magistero, come affermato nel Catechismo della Chiesa Cattolica ai punti 2352-2359 e 2390. Cito solo quest'ultimo: "L'atto sessuale deve avvenire esclusivamente nel matrimonio; fuori dal matrimonio costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla comunione sacramentale".

Coppie, unioni, individui

La Nota propone di distinguere tra "coppia" e "unione", nel senso di affermare che viene benedetta la "coppia" ma non la loro "unione", sottolineando che si tratta di benedizioni pastorali "di coppie irregolari (non di unioni)" (2). Questa distinzione non sembra chiara, poiché il concetto di coppia include necessariamente un riferimento a una relazione, e non semplicemente a due persone. Due persone senza una particolare relazione tra loro non sono una coppia.

La Dichiarazione precisa che questa benedizione "non rituale" è "un gesto semplice che costituisce un mezzo efficace per accrescere la fiducia in Dio di coloro che la chiedono" (36). Precisa inoltre che con questa benedizione il ministro ordinato si unisce "alla preghiera di quelle persone che, pur vivendo un'unione non paragonabile al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, lasciarsi guidare verso una maggiore comprensione del suo progetto di amore e di vita" (30). E ancora: "Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio affinché conceda quegli aiuti che provengono dai suggerimenti del suo Spirito" (31). Tutto ciò porta a considerare questa benedizione piuttosto come una "preghiera", una "invocazione della misericordia e dell'aiuto di Dio", o una "supplica a Dio". Molto probabilmente si sarebbero potute evitare tante perplessità e controversie usando questi termini al posto di "benedizione".

Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.