La data più importante è quella del 18 luglio, quando il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, sarà presente all'abbazia di Fossanova, in qualità di inviato del Papa nel luogo in cui il santo morì. Tommaso d'Aquino per commemorare il 700° anniversario della sua canonizzazione.
Le celebrazioni sono iniziate il 14 luglio, nella chiesa medievale di San Tommaso a Roccasecca, la prima chiesa dedicata al santo aquinate, dove il vescovo di Sora - Cassino - Aquino - Pontecorvo Gerardo Antonazzo ha inaugurato il Giubileo di San Tommaso.
Indulgenza giubilare
La Basilica Concattedrale di Aquino, dove sono custodite le reliquie del Doctor Angelicus, è stata definita "tempio giubilare" e, per decreto di Papa Francesco, vi si potrà lucrare l'indulgenza plenaria dal 14 luglio 2023 al 18 luglio 2024.
Ma è un giubileo, questo, che si prolungherà. Se il 2023 segna il 700° anniversario della canonizzazione di San Tommaso d'Aquino, il 2024 segnerà il 750° anniversario della sua morte e il 2025 l'800° anniversario della sua nascita.
Si tratta di un'occasione più unica che rara per le tre diocesi legate a Tommaso: la diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, dove Tommaso è nato e dove ha mosso i primi passi; la diocesi di Latina, dove si trova l'abbazia di Fossanova, luogo della sua morte; e la diocesi di Frosinone, dove Tommaso ha trascorso del tempo nel castello di famiglia a Monte San Giovanni Campano.
Papa Francesco ha inviato una lettera ai tre vescovi delle diocesi Gerardo Antonazzo, di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo; Mariano Crociata, di Latina-Terracina-Sezze-Priverno; e Ambrogio Spreafico, di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri, con la quale inizia le celebrazioni del triennio. Papa Francesco affida loro due compiti: la "paziente e sinodale costruzione della comunità" e "l'apertura a tutta la verità".
Papa Francesco scrive che il Medico Communis (un altro degli appellativi di Tommaso) è "una risorsa" per la Chiesa di oggi e di domani, riprendendo in sostanza il suo appello al Congresso tomistico internazionale dello scorso anno di andare a riscoprire le radici di Tommaso d'Aquino.
"Accompagnata", ha aggiunto il Papa, "dalla costante consapevolezza che le verità della fede, a partire dall'Uni-Trinità di Dio e dalla divinità e umanità di Cristo, non "riposano" solo sull'intelletto, ma sono alla base dell'esistenza quotidiana e dell'impegno concreto di ogni credente nella Chiesa e nella società".
Da buon domenicano, Tommaso si dedicò generosamente all'evangelizzazione, dedicandosi senza riserve alla preghiera, allo studio serio e appassionato, all'imponente produzione teologica e culturale, alla predicazione, e rispondendo alle richieste che gli venivano rivolte dal suo Ordine, dalle autorità ecclesiastiche e dal mondo civile, e dai suoi stessi conoscenti e amici".
L'eredità di San Tommaso d'Aquino
Papa Francesco ricorda anche che Paolo VI ha definito Tommaso "un luminare della Chiesa e del mondo intero", e sottolinea che onorare Tommaso in profondità come "fonte sempre viva" significa "concentrarsi sullo studio dell'Opera di San Tommaso nel suo contesto storico e culturale, e allo stesso tempo farne tesoro per rispondere alle sfide culturali di oggi".
Per quanto riguarda la costruzione paziente e sinodale della comunità, il Papa spiega che "la vera sinodalità è crescere insieme in Cristo come membra vive e attive del Corpo ecclesiale, strettamente unite e connesse tra loro. Una Chiesa la cui dimensione comunitaria si alimenta e si manifesta nella vita sacramentale e nella liturgia, nella spiritualità, nella diaconia culturale e intellettuale, nella testimonianza credibile, nella carità e nella sollecitudine per i più poveri e vulnerabili".
Per quanto riguarda l'apertura alla verità, Papa Francesco ci chiede di viverla sulle orme di San Tommaso, che - come scriveva Giovanni Paolo II - "amava la verità in modo disinteressato".
Tuttavia, per Papa Francesco, va sottolineato che la "formidabile eredità" di San Tommaso è "soprattutto la santità, caratterizzata da una particolare speculazione che, tuttavia, non ha rinunciato alla sfida di lasciarsi provocare e misurare dall'esperienza, anche dai problemi inediti e dai paradossi della storia, luogo drammatico e al tempo stesso magnifico, per discernere in essa le tracce e la direzione verso il Regno che verrà". Mettiamoci dunque alla sua scuola.