Cinema

Esiste una famiglia perfetta?

Emozionante senza cadere nel sentimentalismo, "Vicino a te" si sviluppa secondo un'impostazione discreta, semplice ed efficace, che non ha altro scopo che quello di raccontare una storia nel modo più realistico possibile.

Patricio Sánchez-Jáuregui-8 gennaio 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
Vicino a voi

Testo originale in inglese qui

John, trentacinque anni, padre single e autolavaggio di razza mista, è un irlandese a cui restano pochi mesi di vita. Preparandosi a ciò che sta per accadere, trascorre la maggior parte del tempo cercando di trovare una nuova famiglia per il figlio Michael, di tre anni. Pressato dalla necessità di dire addio, dal bisogno di protezione e da una decisione impossibile, cercherà l'assistenza dei servizi sociali, in particolare di Shona.

Emozionante senza scadere nel sentimentalismo, "Vicino a te" si sviluppa secondo un'impostazione discreta, semplice ed efficace, che non ha altro scopo che quello di raccontare una storia nel modo più realistico possibile. È un'opera che evita con successo di scadere nel dramma e affronta il tema della paternità, della morte e del rapporto padre-figura, fornendo una guida chiara ma dolorosa.

Edificante a suo modo, è una storia semplice, ma raccontata in un modo speciale, attento al fatalismo del neorealismo italiano (Vittorio De Sica), così come alla tecnica stupefacente e documentaristica del cinema sociale inglese (Mike Leigh) ed europeo (fratelli Dardenne).

Il presupposto del film, forse un po' prevedibile e che poteva sfociare nel melodramma, è gestito con una narrazione sobria, attenta e chiara, che lascia trasparire l'umanità dei personaggi. Sono i testimoni e i piccoli dettagli della vita quotidiana a conferire un tono realistico alla storia e a renderla più completa.

Nel film sono presenti un eccellente James Norton (Piccole donne, guerra e pace), il piccolo Daniel Lamont nella parte di suo figlio, a cui si aggiunge Eileen O'Higgins nella parte di Shona. Il film ne è un ottimo esempio, che aiuta a canalizzare l'empatia dello spettatore verso ciò che sta per accadere e quando questo accade e l'emozione è ormai troppo alta (ultimi desideri, ultimi istanti), questi momenti vengono gestiti, evitando, saggiamente, di enfatizzarli. Ex banchiere d'affari e nemesi di Luchino Visconti, Uberto Pasolini è un regista, scenografo e produttore pluripremiato che dirige e scrive questa opera sociale acclamata dalla critica (il suo terzo film da regista). Un film vicino al documentario, che riesce a gestire le emozioni senza cadere nel sentimentalismo, dove i personaggi e la storia sono ben armonizzati, creando un film di rara qualità.

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