Il cardinale arcivescovo di Madrid. José Cobo; il direttore del Dipartimento Migrazioni della CEE, Xabier Gómez, e Melania Flores, peruviana, della parrocchia di San Millán y San Cayetano a Madrid, hanno presentato l'Esortazione pastorale: "Comunità di accoglienza e missionarie. Identità e contesto per la pastorale dei migranti".
Questo documento analizza la realtà della numerosa presenza di migranti nella società spagnola e propone di "rinnovare una pastorale concreta con i migranti che comprenda tutte le dimensioni pastorali".
Una persona su cinque che vive in Spagna è un migrante. Con questo eloquente dato inizia l'Esortazione pastorale: "Comunità accoglienti e missionarie. Identità e quadro per la pastorale con i migranti", presentata presso la sede della Conferenza episcopale spagnola. Durante la presentazione, il cardinale arcivescovo di Madrid ha sottolineato che si tratta di un documento frutto di un lavoro appassionante.
In questo senso, il cardinale Cobo ha ricordato il documento del 2007, che "è stato la pista di atterraggio per quelli successivi", ma il "Magistero degli ultimi anni ha incorporato novità molto valide per una nuova riflessione" che hanno dato origine a questo nuovo documento per il quale, inoltre, sono stati presi in considerazione i delegati delle diocesi e i pareri dei vescovi. L'obiettivo è quello di dare "una prospettiva evangelica sulle migrazioni, una prospettiva diversa: quella dell'essere umano nella dignità che Dio gli ha dato".
Il Cardinale ha sottolineato che "la Chiesa ha una grande opportunità: mostrare al mondo che l'integrazione è possibile". In questo senso, ha sottolineato che questo documento si concentra sui migranti come elemento di arricchimento.
Valorizzare i migranti di fronte alla paura
Xabier Gómez, da parte sua, ha voluto sottolineare che questo documento affronta "la questione dell'identità. L'identità di un cattolico si basa sull'identificazione: con chi mi identifico? Per il direttore del Dipartimento Migrazioni della CEE, "il documento si basa sul riconoscimento del contributo dei migranti alla società ed è un'alternativa al discorso del rifiuto o della paura che valorizza queste persone".
"Dobbiamo ricostruire i legami, riscoprire il valore dell'ospitalità insieme ad altre attività con un futuro", ha aggiunto Gómez.
In relazione alla crescente percentuale di migranti, non solo tra i fedeli delle parrocchie ma anche tra il clero e la vita religiosa, Xabier Gómez ha affermato che "il futuro della Chiesa cattolica in Spagna è di razza mista. Questo dimostra la cattolicità della Chiesa ed è una buona notizia".
Al fianco dei vulnerabili
In relazione alla denuncia del documento sui CIE in Spagna, il direttore del dipartimento episcopale spagnolo per le Migrazioni, Xabier Gómez, ha ricordato che non si tratta di una nuova petizione e che la "Chiesa ha una missione di advocacy politica, abbiamo criteri che condividiamo con la società e abbiamo un track record in cui si esprime la nostra posizione: sempre dalla parte delle persone vulnerabili".
La presentazione ha visto anche la testimonianza di Melania Flores, una peruviana che vive in Spagna e lavora con i migranti nel quartiere Lavapiés di Madrid attraverso i progetti "Educatori in strada" e "Laboratori dei primi passi" gestiti dalla sua parrocchia.
Il documento, approvato durante l'ultima Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli, ha un carattere marcatamente pratico e mira a "servire coloro che vogliono lavorare con i migranti e, in particolare, aiutarli a vedere ogni migrante, ogni persona, così come è e ad accoglierla".