Roma è una città famosa, frequentata tutto l'anno da turisti che percorrono gli itinerari classici per visitare i monumenti dell'epoca dell'Impero Romano, così come le opere d'arte dei secoli in cui la Chiesa governava la città. Le basiliche, le numerose chiese e le famose testimonianze della vita romana come il Colosseo, il Foro, il Pantheon, ecc. accolgono quotidianamente turisti da tutto il mondo; si stima che ci siano più di 4 milioni di visitatori al giorno.
Non solo ci sono luoghi alla luce del sole, ma la città nasconde molti luoghi nascosti con una lunga storia, in alcuni casi poco conosciuti.
La città è stata costruita a strati sovrapposti e, grazie ad essi, esiste una città visibile e una invisibile, che si stende sotto i piedi di turisti inconsapevoli, a disposizione di chi ama fare scoperte nel campo dell'arte e dell'archeologia.
Catacombe
Le più note, con una lunga storia da raccontare, sono le catacombe, che iniziarono a svilupparsi nel II secolo e furono create in aree cariche di tufo e pozzolana. Si trovano soprattutto nella zona sud di Roma, in particolare tra la Via Appia e la Via Ardeatina, e sono un'esperienza unica. Nel sottosuolo di Roma, circa 40 catacombe che si estendono per oltre 150 chilometri di gallerie.
Non tutte sono visitabili, ma ce ne sono almeno due che meritano assolutamente l'attenzione dei turisti: le Catacombe di San Callisto e quelle di San Sebastiano. Nel primo sono stati sepolti non meno di 16 Papi e un numero imprecisato di martiri cristiani, il che lo rende il cimitero ufficiale della Chiesa di Roma. La catacomba di San Sebastiano, invece, è artisticamente più importante. Non si tratta solo degli affreschi e degli stucchi contenuti nei loculi sotterranei, ma anche della Basilica Superiore, che contiene quella che fu forse l'ultima opera del grande scultore barocco Gian Lorenzo Bernini, il Salvator Mundi, che l'artista stesso scrisse di aver scolpito "solo per devozione". Nella storia, oltre a queste due catacombe, non sono mai state abbandonate le catacombe di S. Pancrazio, S. Lorenzo, S. Agnese e S. Valentino.
Chiese di Roma
Quattro chiese in particolare sono famose per la ricchezza dei loro sotterranei. A partire da San Clemente (vicino al Colosseo), dove, scendendo le scale, si passa dalla chiesa medievale a quella paleocristiana, ricca di affreschi di incredibile policromia, e da lì, più in basso, alla scoperta del Mitreo e di un antico edificio imperiale considerato da molti studiosi l'antica Zecca di Roma, ricostruita qui dopo il tremendo incendio che devastò il Campidoglio nell'anno 80. Non c'è altro luogo a Roma che fornisca una testimonianza così chiara della grande stratificazione dell'Urbe.
S. Cecilia si trova a Trastevere e qui, in un groviglio di edifici, si passa da un'importante domus nobiliare a una modesta insula popolare, arricchita da una cripta sotterranea. Il luogo era probabilmente occupato dalla casa dove la giovane martire visse con il marito Valeriano e dove subì il martirio. Nella chiesa si trova un capolavoro d'arte: la commovente scultura di Stefano Maderno della martire Cecilia nella posizione in cui fu trovata durante il Giubileo del 1600.
Altre meraviglie di Roma
Sempre a Trastevere si trova la chiesa di San CrisogonoAl di sotto, rimane la chiesa originaria, costruita nel V secolo d.C. A circa 8 metri sotto il piano stradale, si accede all'antica navata, dove si possono ammirare i resti di affreschi con immagini di santi e storie dell'Antico Testamento.
S. Lorenzo in Lucina si trova lungo l'antico tracciato della Via Lata (oggi Via del Corso); oltre a essere una delle chiese più antiche della città, ospita una serie di opere d'arte e importanti testimonianze religiose, come le reliquie legate al martirio del santo da cui la chiesa prende il nome: la famosa graticola e le catene del carcere. Gli scavi effettuati hanno portato alla luce un'area archeologica con un'estesa stratigrafia murale che permette di ricostruire le dinamiche edilizie a partire dal II secolo d.C.. Di straordinaria importanza è stata la scoperta dell'antico battistero paleocristiano del V secolo d.C..
Palazzi di Roma
Più difficili da visitare sono gli esempi di epoche più antiche, che sono diventati noti grazie all'uso della tecnologia. Ci riferiamo, ad esempio, alla Domus Romane di Palazzo Valentini, edifici patrizi di epoca imperiale, appartenenti a potenti famiglie dell'epoca, con mosaici, pareti decorate, ecc. - e il Domus AureaLa famosa villa di Nerone, inserita dal 1980 nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO. Si tratta di una costruzione enorme, che ad oggi è conosciuta solo in parte.
Grazie a proiettori multimediali (nel primo caso) e a sofisticati visori individuali (nel secondo), è infatti possibile far rivivere gli edifici in tutto il loro splendore, facendo sì che il pubblico li veda animarsi intorno a sé, regalando l'emozione di poter camminare su quei piani, tra quelle pareti, con quelle luci.
Museo delle Terme di Caracalla
Questo museo è stato inaugurato nel dicembre 2012 nei sotterranei del complesso termale e per l'occasione è stato riaperto anche il mitreo.
L'esposizione è suddivisa in due gallerie parallele, che dalle scale d'ingresso conducono prima alle due isole espositive dedicate alla palestra, poi al "frigidarium", per proseguire nella seconda galleria contenente le isole della "natatio" e della biblioteca.
Basilica neopitagorica
Rinvenuta casualmente nel 1917, durante la costruzione della ferrovia di Porta Maggiore, è stata scoperta la più antica basilica pagana d'Occidente, che ancora oggi attira molti misteri per la mancanza di informazioni attendibili. Si dice che sia opera di una setta mistico-esoterica, la cui funzione è ancora incerta: tomba o basilica funeraria, ninfeo o, più probabilmente, tempio neopitagorico.
Ancora oggi è quasi inaccessibile, e da qualche anno alcuni visitatori possono visitare queste stanze la domenica, previa prenotazione. Questo è un esempio dell'enorme potenziale di scoperta dell'antica Roma, che non è certo terminato.
Fognatura massima
Non è classificata nell'elenco delle opere d'arte, ma è indubbiamente una componente importante della civiltà romana, durata secoli e secoli, la più antica fogna perfettamente funzionante del mondo. Il sistema di gestione delle acque, sia in entrata che in uscita, ha permesso a Roma di raccogliere una popolazione che non è stata più raggiunta fino al XIX secolo, e la Cloaca Maxima è uno dei fondamenti di questo sistema. Le origini del dispositivo risalgono al VI secolo a.C.; ideato da Tarquinio Prisco e realizzato da Tarquinio il Superbo, fu progettato come canale di drenaggio per convogliare le acque del torrente "Spinon" che inondava l'"Argiletum", la valle del Foro Romano e del Velabrum.
Tuttavia, la sua funzione più importante era probabilmente quella di riportare rapidamente le acque del Tevere, periodicamente inondate, nel loro letto. Gli studi hanno rivelato che sicuramente già in epoca imperiale la Cloaca svolgeva la sua funzione di fogna a servizio di un vasto territorio che comprendeva, oltre all'area forense e al Velabro, almeno la Suburra e l'Esquilino.
La Cloaca Maxima ha sempre funzionato, anche se in epoca rinascimentale probabilmente era attivo solo il tratto al di sotto del Velabro. Verso la fine dell'Ottocento, quando fu creata Roma Capitale, si cercò di ripristinare le vecchie condotte fognarie, ristabilendone il funzionamento. Dal 2004, Roma Sotterranea ha realizzato una campagna di lavori che ha esteso l'esplorazione di sezioni precedentemente inesplorate. Oggi la Cloaca è visitabile nella parte che inizia appena fuori dal Foro di Nerva, nei pressi di Tor de' Conti (l'attuale via Cavour).