Ho avuto l'opportunità di conoscerlo dopo il servizio militare; mi ha aperto le porte della sua casa e della sua famiglia; mi ha fatto dono della sua amicizia; mi ha dedicato uno dei suoi libri (Brindisi), di cui ho curato il prologo; alla fine era una di quelle persone di cui si sente la mancanza quando scompaiono fisicamente. Il valdepeñero Paco Creis, uno dei suoi più stretti confidenti, ha sottolineato tre tratti del suo carattere che vale la pena tenere a mente: la purezza dell'amore, la chiarezza della fede e la pulizia degli ideali; tre tratti che lo definiscono umanamente e spiritualmente, perché, oltre a essere un eccellente e prolifico poeta, era una persona vicina, vivace, entusiasta, di quelle che vale la pena frequentare. La sua casa - soprattutto quella stanza di Madrid circondata da libri e quadri che costituiva il suo ufficio - era lo scenario di molti incontri in cui la lettura di versi, suoi e degli altri ospiti, scorreva come il vino di un banchetto senza fine.
In perfetta armonia, quindi, sono stati uniti in López Anglada la sua bonomia, la sua cordialità, la sua capacità di ascolto e, naturalmente, la sua creatività poetica. All'interno di quest'ultima, c'è un sottile filo conduttore che la configura: la naturalezza. Era capace di affrontare qualsiasi argomento, dandogli consistenza lirica. In modo particolare spicca l'amore coniugale, presente in tutta la sua carriera letteraria, anche se forse è opportuno allargare l'arco tematico a tutto ciò che la circondava: i suoi figli, la sua patria, la sua professione militare, la sua città di nascita (Ceuta), la città di Fontiveros (dove sono sepolte le sue spoglie insieme a quelle di Maruja, sua moglie), Burgohondo (Ávila), i suoi autori preferiti (Santa Teresa di Gesù, San Giovanni della Croce, Antonio Machado, Gerardo Diego), i suoi amici e, senza dubbio, Dio, al quale ha cantato in molte occasioni in modo scintillante come una presenza continua nella sua vita personale, particolarmente visibile in Il territorio del sognocon cui ha vinto il Premio Mondiale Fernando Rielo per la Poesia Mistica nel 1995: un libro della maturità, scritto quasi nei "bassifondi della vecchiaia", come direbbe Jorge Manrique, ma fresco, emozionante, pieno di luminosità, con la saggia esperienza di chi ha ben chiaro che "la vita deve essere piena di speranza".
Autobiografia poetica
È, infatti, la sua stessa biografia, nel trambusto dell'età, a cui canta costantemente, come se l'esistenza fosse un "oggi è sempre immobile", nelle parole di Machad. E si vede innamorato, scrivendo una delle storie d'amore più gioiose, ordinate, appassionate e belle della poesia spagnola del dopoguerra, dove l'amata ha un nome proprio o è chiamata "amica", o "amore mio", o è un riferimento continuo a cui lui si appella continuamente; e così, lei gli ispira un sonetto oltre che un'ode, perché è: "è una donna d'amore".la lotta che solleva / l'anima dalla sabbia e il corpo dalle ore" e, da quando la conosce, "conta solo questo frutteto / di nevi e gigli circondato / dove tu, esatta e unica, / completi il destino che mi porta al domani".". È tutta poesia di integrità, opinionismo, ottimismo, la più sublime delle liriche contemporanee, poesia che ci spinge a ringraziare Dio per una così incoraggiante fonte di ispirazione. Ed è qui, proprio qui, nelle sue poesie d'amore, che sono contenuti gran parte dei suoi versi più ispirati
E accanto all'amato, frutto dell'amore reciproco, i figli. Dal primogenito: "petalo quasi, piccolo / ma presente, / che continua la mia vita / per semprea colei che si dedica all'artigianato della ceramica: "...".Una delle mie figlie è una ceramista. Sappiatelo, amici; con le sue mani prende / l'argilla e mi fa colomba (...)"; passando attraverso l'esperienza dei primi otto discendenti, che celebra in ispirati sonetti uniti in "Redondel de los ocho niños"."o dalla contemplazione di tutta la loro discendenza".Terra e amore mia prole; / terra per il dolore e luce che ardeva / per illuminare i luoghi bui / dove oggi siete e tutto è già bianco, / dove oggi la terra è infantile e pura, / dove oggi Dio e io vi vediamo, figli miei.". Non mancano certo le poesie a favore della sua progenie.
Allo stesso tempo, i suoi amici - poeti e pittori - sono un'altra delle sue preferenze. Poiché le composizioni che scrive loro sono frequenti, non mi soffermerò su nessuna in particolare. Senza teorie, senza approcci astratti, in ognuno di essi mostra il suo perseverante culto dell'amicizia con testi lodevoli ed emotivi, attenti a far emergere negli altri, secondo le parole di Pedro Salinas, "il loro miglior tu".
Il territorio del sogno
Nel complesso, come ho già sottolineato, Dio è la sua esperienza intima più intensa. In generale, nelle prime poesie canta di lui o lo nomina collegandolo all'amata. Con il passare degli anni, la sua presenza si è fatta più solida, diretta, cruda e fiammeggiante, a volte legata al tema della morte. Il territorio del sogno è, in questo senso, come ho già detto, la sua grande raccolta di poesie religiose. Sebbene abbia pubblicato altri libri in cui si accosta con fervore a eventi specifici della biografia di San Giovanni o di Santa Teresa di Gesù, o rivive in forma di versi l'indimenticabile visita che ha fatto in compagnia di sua moglie a Terra Santa nel 1983, è solo in questa raccolta di poesie che raggiunge l'espressione più profonda del suo approccio a Dio. Così, il volume si presenta all'inizio come una successione di poesie inquiete e interrogative, in cui prevale l'idea calderoniana che questa vita sia forse un sogno - quella vera sarà quella che verrà dopo: la vita eterna. Che lo sia o meno, non è spinto dal pessimismo, dalla desolazione, ma dalla convinzione - più volte ribadita - che Dio è dalla sua parte: "...Dio è dalla sua parte".Tu, al mio fianco, mi ascolti"e che il solo fatto di pensare a lui è più che sufficiente a confermare la sua esistenza".Io penso, quindi tu esisti"Questa considerazione non va intesa come una proiezione della propria coscienza, ma come una realtà distinta da sé, alla quale si rivolge fondamentalmente con l'appellativo "Signore". Così, le poesie si susseguono in modo dialogico, affrontando alcune delle preoccupazioni più pressanti della sua vita: i figli, la disperazione interiore e la realizzazione della propria esistenza nel mondo.
Temporaneità
A questi primi testi segue una curiosa sezione ricca di immagini surrealiste, "Parabole", composta da cinque poesie di orientamento molto diverso ma con un filo conduttore comune: la temporalità come luogo in cui si forgia l'esistenza degli esseri umani e dove si trovano i sogni, le speranze, le gioie e persino il pensiero di un'altra possibile vita futura. Segue "Salida a la luz" (Uscita alla luce): quattro composizioni anch'esse scritte in un'atmosfera complessa e rapinosa, dal sapore quasi lorenziano, in cui si alternano diversi episodi dell'infanzia del poeta, della sua battaglia con le parole e della sua ansia di scoprire punti di luce a cui aggrapparsi,
La fine del Il territorio del sogno è costituito dalla sezione "Faccia a faccia": nove sonetti di sapore eucaristico - sapientemente costruiti, emotivi, confidenziali, molto in linea con la poesia di Anglada, ma deliziosi come falsillas per la preghiera - che rivelano ancora una volta il poeta carico di umanità e semplicità che era López Anglada, convinto che "vivere è domani", motivo per cui lascia scritto in una magnifica poesia di La mano sul muro -per inciso, anche con splendidi testi religiosi-: "Il mio cuore ricorda che vivere è domani, / (...) La mia anima, / Tutto è pronto. Non mancate domani". Con questo obiettivo in mente, ha vissuto appieno.