Cinema

La ricerca di senso punteggiata dalla caccia alle streghe

Patricio Sánchez-Jáuregui-10 settembre 2021-Tempo di lettura: 2 minuti
Immagine dal film "Il medico di Budapest".

Il medico di Budapest

Regia e sceneggiatura: István Szabó
Ungheria: 2021

Professore, medico e capo del reparto di cardiologia di un ospedale di Budapest, il carismatico Klaus Maria Brandauer (Ricordi d'Africa) è costretto a un pensionamento in cui si sente vuoto. Affogando nel tempo libero e sentendosi inutile, torna nella sua città natale per diventare medico di famiglia, seguendo le orme del suo defunto padre. Lì lo attendono il significato, le riunioni, la musica, la bellezza e la condanna di un uomo di giudizio. 

Anche se l'inizio del film è una storia ben nota, Il medico di Budapest è un film complesso, travestito da semplice favola dai toni bucolici, dove il velo della tranquilla vita di campagna viene gradualmente strappato dalla crescente caccia alle streghe dei mediocri e degli ottusi, dei pettegoli e degli invidiosi ("...la caccia alle streghe dei mediocri e degli ottusi, dei pettegoli e degli invidiosi").Piccola città, grande inferno"Tuttavia, il film mescola magistralmente gli alti e i bassi, evadendo da questo grigiore e dalla desolazione con le grandi interpretazioni dei carismatici protagonisti e addolcendo il tutto con la musica. 

Lo spettacolo presenta un cast da non perdere, in cui ogni personaggio è un soggetto degno di interesse: Una madre possessiva e desiderosa di tornare ad essere rilevante; un sindaco che approfitta delle illusioni della gente e schiaccia con la calunnia chiunque gli si opponga; una congregazione di persone annoiate, invidiose e timorose che fungono da portavoce del regime.... Un prete che cerca di fare del bene in mezzo a un gregge la cui paura e invidia è più grande dell'amore; un'insegnante di musica vedova, attraente, realizzata e felice che ignora ciò che la gente ruminerà alle sue spalle; un uomo anonimo e solitario seduto sempre sulla stessa panchina del villaggio. 

Vincitore del premio Oscar per Mefisto cattolico di famiglia ebraica, István Szabo dirige e scrive questo lungometraggio con sfumature biografiche (una vocazione medica frustrata e l'essere stato un informatore sovietico) in cui la musica si erge a musa, inizio e fine ("...la musica è la fonte del film").siete sempre stati fedeli alla musica".Il film è un film su un nuovo tipo di repressione, che proviene anche dal potere e tesse una rete di censura sociale che porta al soffocamento e all'ostracismo delle sue vittime. Forse la più importante, però, è la denuncia della nuova repressione, che viene perpetrata anche da chi detiene il potere e tesse reti di censura sociale che portano al soffocamento e all'ostracismo delle sue vittime. 

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