Cultura

Elisabeth Anscombe (1919-2001): una vera filosofa

Convertita al cattolicesimo, brillante professionista e madre di sette figli. Il suo modo di pensare coraggioso, fresco e sempre originale è un incoraggiamento e un esempio per chi, nel XXI secolo, vuole coniugare pensiero, fede e vita.

Jaime Nubiola-7 novembre 2019-Tempo di lettura: 4 minuti

Il 19 marzo 2019 ricorre il centenario della nascita di quella che è forse la più grande filosofa anglo-americana del XX secolo: Gertrude Elizabeth Margareth Anscombe, discepola di Ludwig Wittgenstein, di cui ha ricoperto la cattedra di filosofia all'Università di Cambridge dal 1970 fino al suo pensionamento nel 1986. La professoressa Anscombe, che si è convertita al cattolicesimo all'età di 21 anni, non è stata solo una filosofa brillante e originale, ma per tutta la sua vita è stata un esempio eccezionale - nelle parole di Alejandro Llano - di "Donna forte, che si mette sempre in gioco per difendere l'umanità".. È stata sposata con il filosofo Peter Geach, morto nel 2013, e hanno avuto sette figli.

Elizabeth Anscombe ha studiato alla Sydenham School e si è laureata al St. Hugh's College di Oxford. Nel 1942 incontra Wittgenstein a Cambridge e diventa presto una delle sue più fedeli discepole. Quando, nel 1946-47, Anscombe fu nominato alla carica di borsista di ricerca del Sommerville College di Oxford si recava ogni settimana a Cambridge per seguire le lezioni di Wittgenstein. Infatti, qualche anno dopo, Wittgenstein, già malato di cancro, si trasferirà per alcuni mesi a casa di Anscombe e Geach; è a lei che furono rivolte quelle sue famose parole poco prima della morte: "Eliza, ho sempre amato la verità!".. Elizabeth Anscombe, fedele sia a Wittgenstein che alle proprie convinzioni, ha realizzato fin da giovane l'ideale filosofico di orientare tutta la sua vita verso la verità.

Dopo la morte di Wittgenstein, avvenuta nel 1951, Anscombe dedicò molti anni di energie a portare alla luce l'eredità filosofica del suo maestro, scritta per la maggior parte in tedesco. In particolare, va ricordata la sua prodigiosa traduzione in inglese dell'opera di Wittgenstein Ricerca filosofica. Oltre che per il suo lavoro come esecutrice letteraria di Wittgenstein, Elizabeth Anscombe sarà ricordata tra i filosofi per il suo libro del 1957 Intenzioneche è considerato il documento fondante della filosofia dell'azione contemporanea, la sua monografia del 1959 Introduzione al Tractatus di Wittgensteinin cui studia magistralmente il primo libro di Wittgenstein, e per molti degli articoli raccolti nei suoi tre volumi di Raccolta di scritti filosofici 1981, che ha avuto un impatto singolare sulla comunità filosofica.

Di tutti questi lavori, mi piace ricordare in particolare il suo articolo Sulla transustanziazione (1974) che, con grande affetto e fatica, io e il mio caro amico Jorge Vicente abbiamo tradotto per la pubblicazione sulla rivista Scripta Theologica (1992). Questo lavoro è stato successivamente raccolto nel volume Filosofia analitica e spiritualità umanache io e José María Torralba avremmo curato nel 2005.

Elizabeth Anscombe è sempre stata una pensatrice originale, vivace e molto spesso controcorrente rispetto alla maggioranza o alla convenienza politica. Ad esempio, quando l'Università di Oxford ha deciso di conferire il Ph. honoris causa Il presidente americano Harry S. Truman, insieme ad altri due colleghi, si oppose fermamente a causa della responsabilità di Truman nello sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. "Per gli uomini scegliere di uccidere gli innocenti come mezzo per raggiungere i loro fini è sempre un omicidio".Anscombe ha sostenuto con forza questa tesi. Allo stesso modo, in molte occasioni ha scritto in modo coraggioso e brillante sulla sessualità, il parto, la protezione del nascituro e molti altri temi di attualità, scandalizzando molti colleghi più attenti alle mode.

Il professor Anscombe ha viaggiato molto, tenendo corsi e conferenze in molti Paesi europei e americani. In Spagna è stata assidua frequentatrice, negli anni Settanta e Ottanta, dell'Università di Navarra, che le ha conferito il titolo di dottore in filosofia. honoris causa nel gennaio 1989. Il professor Alejandro Llano nel suo laudatio ha detto di lei: "Il suo è uno stile bello e implacabile, caratterizzato dalla capacità di porre domande insolite e di rispondere con finezza e rigore. L'ironia socratica è di nuovo presente all'origine di un filosofare il cui campo d'azione non è più una soffitta piena di pregiudizi e habitus, ma l'aria libera di enigmi incitanti. Quando Elizabeth Anscombe discute di Cartesio o di Hume, quando interpreta Aristotele o San Tommaso, ciò che fa è guardare con loro verso una realtà sempre nuova e sorprendente. E ai suoi lettori rimane l'intima convinzione che lei sia riuscita a vedere di più".. In quella solenne occasione Anscombe spiegò:"L'Università di Navarra si dedica alla ricerca della verità al servizio di Dio. Che Dio sia verità è qualcosa che oggi non è riconosciuto ovunque, nemmeno in molti luoghi, ma questo riconoscimento è costantemente implicito qui nella Facoltà di Filosofia. Per questo sono molto grato di essere annoverato tra i colleghi di questa Facoltà"..

La vita del professor Anscombe, ricca di successi accademici, è anche piena di aneddoti divertenti. Nel suo necrologio in Il GuardianJane O'Grady ha ricordato come in un'occasione a Chicago, quando fu rapinata per strada da un rapinatore, lo rimproverò dicendo che non era questo il modo di trattare un visitatore. I due iniziano subito a parlare e il rapinatore la riaccompagna in albergo, rimproverandola per aver attraversato una zona così pericolosa della città. L'aneddoto è molto significativo e mostra non solo il cuore fine di una filosofa, ma anche la sua convinzione - di matrice wittgensteiniana - sulla capacità delle parole di realizzare una vera comunicazione.

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