Cultura

Daniel Cotta, dal luminare di una fede viva

Una delle giovani voci più potenti e personali della poesia religiosa spagnola è quella di Daniel Cotta, che in un paio di consegne poetiche è riuscito a fare della sua creazione lirica un luogo di entusiasmo, di celebrazione quotidiana e di incontro ineludibile con Dio. 

Carmelo Guillén-15 dicembre 2021-Tempo di lettura: 5 minuti
Daniel Cotta.

Non mi sorprende la lucidità con cui si snodano le poesie di Daniel Cotta se, già a vent'anni, aveva intrapreso la stesura di un libro di poesia. Via Crucis-E, più tardi, seguendo le orme di Miguel Hernández, si abbandonò all'emulazione di Calderón de la Barca con uno splendido (e ancora inedito) auto sacramentale intitolato EffetáLe poesie di Cotta, naturalmente alla maniera di quelle del Secolo d'Oro e nelle misure rigorose richieste dall'arte lopesca di fare commedie, anche se il loro argomento è più adatto all'uomo di oggi. La poesia di Cotta è, nella sua costruzione, di radici classiche, come quella dei poeti del primo dopoguerra (Leopoldo Panero, José María Valverde...), ma, soprattutto, aperta alla manifestazione gioiosa di Dio creatore e padre delle sue creature, a cui canta dal luminare della sua fede viva.

Viaggio poetico

Prima era Dio a mezza voceuna bellissima raccolta di poesie di intensa maturità teologica con cui ha vinto un premio di poesia mistica appena inaugurato: l'Albacara, di Caravaca de la Cruz (Murcia); poi è arrivato Illuminazionenella raccolta Adonáis, con cui si accredita come il grande poeta che è, plasmato a misura dell'attività poetica più impegnativa, padrone di ogni strofa metrica che gli si presenta, sorprendentemente moderno nell'immaginario letterario - per non dire originale e attualissimo - e consapevole che la poesia è una conversazione quotidiana in versi con Dio. È da loro che emerge questo cosmo in cui Dio è svelamento, vicinanza e canto continuo e gioioso. 

Per coloro che sono in grado di scrivere "Signore, non sto vivendo / sto scartando il tuo dono".In questo modo, la realtà stessa diventa la cornice naturale e gioiosa per chi vuole essere all'altezza di ciò che gli viene rivelato nella propria quotidianità. Così, da uno sguardo totalizzante, nato dallo stupore, dall'estasi e dalla musica delle parole, la sua poesia si enuncia come un inno al Dio Creatore dell'Universo, quello a cui Fray Luis de León ha cantato nella sua ode VIII ("Quando contemplo il cielo / di innumerevoli luci ornato...")Perché tutte le stelle e i piccoli esseri che compongono l'orbe dimostrano che il plettro, come direbbe l'agostiniano in un'altra ode, è saggiamente agitato dalla mano onnipotente del suo Creatore. Per Cotta, tutto parla di Lui: "Ma tu esisti. Il giorno mi ha detto così".. [...] Il gotico fiammeggiante lo testimonia, / L'Iliade lo assicura, / La Nona Sinfonia lo acclama, / E il Canale di Suez, / [...] Tutti questi, Signore, mi hanno detto, / Non è ora che lo dica a te?

La poesia come atto d'amore  

E questa è la sua testimonianza lirica: proclamare la grandezza di Dio, la sua bontà e la sua immagine riflessa nelle creature. Lo stesso Cotta, a partire dalla propria realtà vitale, si scopre essere "la prova veritiera e inconfutabile". dell'esistenza di Dio, che lo ha creato per amore. Con un linguaggio fresco, spiritoso e visivo, scrive: "La mia vita è una formula einsteiniana, / La prova inconfutabile del tuo amore, / Che questa accozzaglia di egoismo e tedio / Oggi canta la tua bontà, non è forse il tuo fare, / Non è forse un tuo dono che io ti ami, / Ed è solo un miracolo che questa poesia, che risponde solo alla tua chiamata, non sia un miracolo?".

L'amore paga con l'amore, come dice il proverbio. Ed è quello che cerca di fare Cotta, che invoca Dio come Signore del firmamento, che lo tratta come un figlio con suo Padre o come un liberto con il suo Salvatore. Sempre, naturalmente, senza perdere di vista le Sacre Scritture (la Genesi in particolare) e l'impulso concreto dei Vangeli, i cui riferimenti sono il punto di partenza di molte poesie. A titolo di esempio, la poesia intitolata L'autoassoluzione di Gabriel, in cui si ha l'impressione di assistere alla seconda parte del famoso dipinto del Beato Angelico, L'Annunciazionedove l'arcangelo stesso manifesta la sua gioia non solo per essere il messaggero inviato da Dio ad annunciare la sua ambasciata a Maria, ma anche per aver portato a Dio stesso la "sì" che ci si aspettava dalla Fanciulla di Nazareth. Composizione che termina così: "e con l'esultanza / nervosa di un fulmine rovesciato / si librò nel cielo fino a raggiungere il trono / di Dio, aprì le palme e una sillaba / volò al Signore con la mia ambasciata: 'Sì'"..

Testo esistenziale  

La poesia di Cotta è altrettanto vivace e briosa; sempre piena di confidenza, di colloquialismi e anche di un sano senso dell'umorismo, che risolve con ragionamenti sorprendenti: "Questo è il mio piano: quando sarò in Paradiso, / prenderò Dio da parte / e gli dirò: - Va bene, Signore, Tu hai detto / che qui saremmo stati come angeli, che non ci sarebbero più stati uomini e donne, / ma devo ricordarti / che Susanna ed io siamo (perché Tu l'hai fatto) una sola carne / Così dirai...".. Una poesia in cui c'è spazio anche per il dolore: "Non buttare via quella lacrima / [...] / Il pianto ti matura dentro / [...] / Tienila, non buttare via niente / Altrimenti, quando ti abbraccerò, / Quali lacrime asciugherà il Padre?".. Un tema, quello del dolore, che affronta in modo profondo e sublime nelle ultime poesie di Dio a mezza voce: "Questo dolore che è nato così nero per me / È diventato una stella bianca con anelli / Orbita intorno alla tua esistenza / E ha al suo equatore la sete di te"..

Canto costante

Come poche traiettorie liriche attuali, la sua irradia calma, ammirazione, gratitudine, vicinanza a Dio, al quale non cantiamo solo perché vive dove brillano le stelle, ma perché è un essere accessibile, ci cerca e abita in noi: "Sai, mio Dio? Ti immaginavo all'esterno, / mai all'interno; / pensavo che stessi contemplando il Cosmo / e che lo tenessi tra i palmi delle mani / come una sfera di cristallo innevata; / che errore! Dove sei è dentro [...] / Dentro da dentro. / Ti sei avvolto nell'intero Universo, / e per vederti devo spogliarlo, / staccare petali e strati, / e vedere la luce crescere, vedere il calore / che emani dal nucleo, / e sentire che le mie mani / stanno diventando incandescenti / senza bruciare [...]".. Poesia o salmodia costante, che esplode come un inno al mese di aprile: "Aprile ha scatenato la follia [...] E in ogni primavera, in ogni nido / Tu stai versando, Dio, la primavera / Aprile, da te, l'ha portata".che si ferma al cinguettio di un usignolo: "Chiudi gli occhi e ascolta solo / Come Dio salva la notte / Dio canta nascosto nel pergolato"..

Insomma, una poesia trasgressiva per questo tempo, di enorme respiro e fervore, ricca di successi poetici, ma anche teologici, che non cala di intensità lirica e suggestiva: "Per farmi, Signore, / Hai tratto ispirazione da Te stesso / Hai guardato dentro / E hai tirato fuori il tuo Dio / E mi hai vestito / [...] Io, Signore, / Sono fatto di Te / Facciamo insieme l'Universo!".. Certamente, una poesia che vale la pena di fermare e consigliare per ravvivare il senso di speranza dell'esistenza umana.

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