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Cristianesimo e modernità nel pensiero di san Josemaría

In occasione dell'anniversario della "Gaudium et spes" e come percorso di riflessione verso il centenario della fondazione dell'Opus Dei, la Pontificia Università della Santa Croce ha preparato un programma triennale di approfondimento, con seminari e incontri di esperti, su temi quali il rapporto tra fede e cultura, il lavoro e il ruolo dei cristiani nella società.

Giovanni Tridente-2 febbraio 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
Fondatore dell'Opus Dei

Il fondatore dell'Opus Dei, san Josemaría Escrivá de Balaguer (foto CNS da Reuters)

In occasione del 60° anniversario della pubblicazione della Costituzione pastorale "....".Gaudium et spes"La Pontificia Università della Santa Croce ha preparato un programma triennale di riflessione sul rapporto tra fede e cultura, sul significato del lavoro e sul ruolo dei cristiani nella promozione del bene comune, con seminari e incontri di esperti, come modo per riflettere sul centenario della fondazione dell'Opus Dei (1928-2028).

Il secondo evento di questa iniziativa si è svolto lunedì 13 gennaio, nell'Aula Alvaro del Portillo, con la partecipazione di Luis Romera, professore di Metafisica nella Facoltà di Filosofia, e Giuseppe Tanzella-Nitti, professore di Teologia fondamentale nella Facoltà di Teologia, che hanno parlato sul tema "Identità e telos delle realtà secolari alla luce del pensiero di San Josemaría". 

Il lavoro come strumento di santificazione

Il dibattito è stato aperto da Luis Romera, con una riflessione sulla centralità del lavoro nel pensiero del fondatore dell'associazione. Opus DeiIn questo modo, ogni attività umana, anche la più apparentemente ordinaria, acquista un valore trascendente. "Il lavoro non è solo un mezzo di sussistenza, ma una chiamata a partecipare al piano creativo e redentivo di Dio", ha spiegato, riprendendo il numero 40 della "Gaudium et spes".

Il filosofo ha poi citato il teologo tedesco Gerhard Lohfink, per sottolineare come il Regno di Dio non sia relegato all'escatologia, ma si realizzi nel presente attraverso l'azione responsabile dei credenti. Ha poi ribadito l'importanza del lavoro come mezzo per rendere visibile l'amore di Dio: "Cristo è presente nel cuore stesso del lavoro umano: lo ispira, lo trasforma e lo orienta verso il Padre", ha aggiunto.

In un passaggio centrale, Romera ha sottolineato che questa visione richiede una profonda formazione teologica e intellettuale, capace di coniugare competenza e fede. Infatti, "non basta conoscere il catechismo; è necessario comprenderlo a fondo, perché solo così il cristiano può vivere autenticamente il suo impegno nel mondo".

Il professore di Metafisica ha concluso il suo intervento ricordando con forza il ruolo del cristiano come costruttore del Regno di Dio attraverso il suo lavoro: "ogni gesto, ogni attività, se fatta in Cristo, può contribuire a rendere visibile l'amore di Dio nel mondo". E non si tratta di "un'utopia lontana, ma di una realtà che si costruisce nel presente", poiché ogni cristiano "è chiamato a trasformare le realtà secolari, rendendole un riflesso dell'amore di Dio".

Autonomia e libertà filiale

L'intervento di Giuseppe Tanzella-Nitti si è concentrato sui numeri 33-39 della "Gaudium et spes", dedicati al tema dell'autonomia delle realtà terrene. Il teologo ha analizzato come la modernità abbia trasformato il concetto di autonomia in una pretesa di autoaffermazione e di rifiuto di Dio, portando a risultati come il relativismo e il nichilismo. Piuttosto, ha spiegato, citando autori come Cornelio Fabro e Augusto Del Noce, "la modernità ha frainteso l'autonomia, separandola dal suo legame ontologico con Dio".

Lo studioso ha poi sottolineato che nel pensiero di San Josemaría ci sono elementi preziosi per superare questo equivoco, poiché "autonomia e filiazione non si escludono a vicenda, ma si rimandano l'una all'altra". Inoltre, la vera libertà non è opposizione a Dio, ma relazione filiale con Lui.

Particolarmente incisivo è stato il riferimento alla "forma Christi", cioè alla capacità del cristiano di trasformare il mondo secolare dall'interno, ispirato dalla carità e dalla filiazione divina. "La libertà filiale non diminuisce l'autonomia dell'uomo, ma ne è il fondamento e la forza", ha aggiunto.

Lo stesso vale per la questione della laicità cristiana, che si distingue dalla secolarizzazione. Infatti, la laicità cristiana "non nega l'autonomia delle realtà terrene, ma le riconosce come spazio per vivere la fede. È il luogo in cui la creatura esercita la sua libertà nella carità, conducendo il mondo verso la sua pienezza in Cristo".

Concludendo il suo intervento, il teologo ha rivolto un invito alla pratica, concretizzando questa sintesi tra cristianesimo e modernità al di là della riflessione teorica e attraverso "esperienze di vita che rivelino come la forma Christi possa informare tutti gli aspetti dell'esistenza umana". 

Prossima iniziativa

La prossima iniziativa prevista dalla Santa Croce in questo programma triennale di approfondimento verso il centenario dell'Opus Dei sarà un incontro di esperti che rifletteranno sulle Immagini del lavoro umano nel pensiero contemporaneo. Si terrà il 29 e il 30 maggio e per l'occasione sarà organizzato un invito a presentare proposte di documenti.

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