Nel cuore del prossimo Giubileo 2025, evento che, come sappiamo, invita i fedeli di tutto il mondo a riflettere sulla remissione dei peccati e la riconciliazione, la Pontificia Università della Santa Croce si prepara ad ospitare il congresso internazionale “Common Memory and Collective Forgiveness” (“Memoria común y perdón colectivo”). L’evento, che si terrà a Roma il 6 e 7 maggio 2025, sarà un momento di incontro, studio e dialogo, supportato dal Dicastero per l’Evangelizzazione e organizzato dal Centro Cristianesimo e Società della Facoltà di Teologia, in collaborazione con la Confederazione degli imprenditori Coparmex del Messico.
Lo scopo è quello di affrontare il tema del perdono collettivo e della memoria condivisa, per cercare di offrire un contributo importante alla riflessione sui conflitti e sulla possibilità di ricostruire relazioni umane e istituzionali.
L'essenza del perdono collettivo
Come spiegano gli organizzatori, il perdono, spesso considerato un atto personale, può essere declinato anche in una dimensione collettiva. Le comunità e le istituzioni che vivono esperienze di sofferenza condivisa – che si tratti di guerre, oppressioni o conflitti sociali – hanno infatti bisogno di strumenti per elaborare il passato e costruire un futuro diverso. A questo riguardo, la memoria dell’offesa, piuttosto che essere una sorta di prigione spirituale, può trasformarsi in un atto di liberazione e riconciliazione, permettendo di riconoscere sia la vulnerabilità altrui che la propria.
Questa dinamica sarà affrontata attraverso domande complesse, del titpo: come possono le società perdonare collettivamente? È possibile riconciliare gruppi divisi da decenni di odio o incomprensioni? Qual è il ruolo delle istituzioni nel creare un terreno favorevole al perdono?
L’appello agli studiosi
Una delle caratteristiche peculiari dell'iniziativa è la raccolta di contributi accademici attraverso una invito a presentare documenti aperto a filosofi, teologi, storici, giuristi, sociologi e altri esperti. Gli interessati possono proporre - fino al 31 gennaio 2025 - riflessioni su temi quali la memoria storica e la giustizia di transizione, le narrazioni della memoria attraverso l'arte e i media, il rapporto tra educazione e memoria o il ruolo delle politiche pubbliche nella conservazione della memoria storica. I contributi accettati saranno presentati durante la conferenza e pubblicati successivamente.
Partecipazioni internazionali
Il programma del Congresso si sviluppa in due giornate con interventi su argomenti chiave come la giustizia e il perdono, l’importanza della memoria documentale e il ruolo della spiritualità nel processo di riconciliazione.
Tra i momenti salienti, la partecipazione del Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che offrirà una riflessione sul perdono in contesti di guerra, e quella del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, che condividerà la prospettiva unica sulla possibilità del perdono in Terra Santa.
Altri interventi esploreranno temi innovativi, come ad esempio l’impatto dei social media e dell’intelligenza artificiale sulla cultura del perdono, grazie alla partecipazione del professor John D. Peters dell’Università di Yale.
Il perdono come percorso di speranza
Nell'ambito del Anno SantoOltre ad approfondire gli aspetti teorici, il Congresso vuole anche rappresentare un invito concreto a guardare al perdono come a un percorso di speranza e di trasformazione individuale e collettiva. Del resto, Papa Francesco sottolinea spesso che il perdono non è mai un segno di debolezza, ma un atto di forza che può cambiare il corso della storia. In questa prospettiva, la riflessione non sarà solo accademica, ma anche spirituale e pratica, cercando di proporre nuovi percorsi di riconciliazione che possano essere di ispirazione per la società e per i singoli.