Cultura

Il "bel fedele" ovvero come trasmettere l'attrattiva della fede oggi in modo fedele e creativo

Il professore di comunicazione Alberto Gil condivide la sua vasta esperienza retorica in un libro di 160 pagine, mettendola al servizio della comunicazione della fede.

José M. García Pelegrín-13 febbraio 2024-Tempo di lettura: 4 minuti

"Non vado più in chiesa, la predica non mi dice niente". Un commento simile si sente per quanto riguarda la catechesi, i circoli di formazione religiosa, le meditazioni, eccetera: "Ho smesso di andarci, queste cose non fanno niente per me". Ridurre le cause dello scarso interesse per le questioni religiose alla mancanza di una buona retorica significherebbe semplificare il problema.

Tuttavia, la comunicazione efficace della fede è così importante che Papa Francesco vi ha dedicato un'intera Lettera Apostolica (Antiquum Ministerium, 10.05.2021), proponendo la fedeltà alle verità di fede unita alla creatività per presentare i contenuti in modo adeguato ai tempi, agli ascoltatori e alle culture.

Questo è l'obiettivo di Alberto Gil, professore della Facoltà di Comunicazione dell'Università di Barcellona. Pontificia Università della Santa Croce a Roma, in questo libro.

L'autore mette la sua vasta esperienza nell'insegnamento, nella ricerca e nella pratica della retorica al servizio della comunicazione della fede, condensando in 160 pagine le regole più essenziali della buona dizione per chi cerca di migliorare la propria competenza comunicativa nella trasmissione della fede.

Gil utilizza come esempio un problema comune nella traduzione, dove l'espressione "Les belles infidèles" ("i bei infedeli"), che risale al filologo Gilles Ménage, è proverbiale. Nel 1654, riferendosi a una traduzione di un certo Nicolas Perrot d'Ablancourt del satirico greco Luciano di Samosata (morto intorno al 200), disse: "Questa traduzione mi ricorda una signora di Tours di cui mi innamorai. Era bella (belle), ma infedele (infidèle)". In ogni traduzione si pone il problema di scrivere in modo comprensibile, bello e vicino alla lingua in cui si traduce, senza sacrificare la fedeltà all'originale.

Gil sottolinea che la predicazione è essenzialmente una traduzione o un trasferimento della rivelazione o dell'insegnamento della Chiesa nella comprensione dei destinatari.

Ma questo deve essere accompagnato dall'infedeltà all'originale? I buoni traduttori si preoccupano che la loro traduzione non sia solo facile da leggere, cioè "bella" (belle), ma anche fedele al testo originale (fidèle), perché i traduttori non sono gli autori originali. La domanda fondamentale è: come far sì che la traduzione della fede diventi "Les belles fideles" (i bei fedeli)?

Ermeneutica e responsabilità

Il primo capitolo, intitolato "Ermeneutica e responsabilità", tratta di quella che tecnicamente si chiama ermeneutica, cioè interpretazione: chi vuole parlare in modo chiaro e comprensibile deve prima capire e interpretare il messaggio che vuole trasmettere.

L'autore, e qui sta l'originalità del suo messaggio, parla in questo contesto di una ermeneutica sub specie communicationisIn altre parole, per raggiungere correttamente i destinatari di un messaggio, questo deve essere compreso con la mente e gli occhi degli ascoltatori, coinvolgendoli virtualmente nella preparazione del discorso.

Come esempio, cita che non si tratta di rispondere a domande che nessuno farebbe, parafrasando Papa Francesco. Ciò richiede una grande responsabilità, non per cambiare la rivelazione o l'insegnamento della Chiesa, ma per renderlo più comprensibile e attraente, in modo che gli ascoltatori si identifichino con ciò che sentono e siano più interessati a riceverlo, offrendo idee e soluzioni per trasmettere la fede con maggiore chiarezza e accessibilità, pur rimanendo fedeli alla Rivelazione.

Come trasmettere la fede in modo chiaro e motivare l'ascoltatore

AutoreAlberto Gil
Editoriale : Amazon. Pubblicato in modo indipendente
Pagine : 162

Il destinatario

Il secondo capitolo si occupa di un'altra dimensione del ricevente, la sua emotività. Le forti argomentazioni del mittente sono inefficaci se il destinatario non ne trae beneficio, cioè se non riconosce alcun effetto utile sulla sua vita. Questa "utilità", secondo l'autore, deve essere chiaramente distinta dall'utilitarismo puro e semplice. Ciò che è utile è un bene, quello che i latini chiamavano "bene utile" (bonum utile).

Questa utilità va dalla soluzione dei problemi materiali, attraverso l'aiuto spirituale, fino al più alto beneficio per l'umanità: la redenzione attraverso la morte di Cristo. Gil offre idee e consigli su come rendere i discorsi di educazione religiosa più motivanti per gli ascoltatori, che li percepiscono come un aiuto concreto per il proprio progresso spirituale.

Il tema

È solo su questa base che si rivelano utili le tecniche classiche della retorica, come si evince dal terzo capitolo, in cui l'autore sottolinea in particolare l'importanza di focalizzare un problema o un aspetto dell'argomento attorno al quale ruoterà l'intera lezione.

Molti sermoni o conferenze sono noiosi perché sembrano troppo generici o moraleggianti. La fase di riflessione è seguita da una fase di strutturazione, in modo che l'ascoltatore non si perda nel groviglio di argomenti, ma possa sempre seguire un filo conduttore comprensibile.

Le tecniche di produzione del discorso, sia verbali che non verbali, che si apprendono nella retorica classica e moderna, sono efficaci solo sulla base di una buona guida.

Vari esempi

Il quarto capitolo contiene esempi di copioni per i colloqui di formazione, raggruppati in base a due diversi tipi di ascoltatori: i giovani in formazione e i professionisti sia nella loro vita familiare che nel corso del loro lavoro.

Per i primi, vengono presentati temi come la sincerità nella direzione spirituale, l'ordine nel progetto di vita, la santa purezza e la modestia, lo studio e il lavoro, nonché il rapporto tra libertà e responsabilità.

Per il secondo gruppo ci sono scritti sulla vita soprannaturale, la preghiera, la presenza di Dio durante la giornata, la mortificazione, lo Spirito Santo e la Chiesa, così come la virtù della gioia e la sua dimensione apostolica.

Questo libro non è una semplice guida, ma si adatta al livello intellettuale dei catechisti e di tutti coloro che insegnano religione o sono formatori alla fede, senza essere un libro scientifico per specialisti.

Un'attenta lettura e studio di questo libro, già tradotto in tedesco, italiano e portoghese, può contribuire in modo significativo al miglioramento dei mezzi di formazione spirituale. È quindi altamente raccomandato a tutti coloro che prendono molto sul serio il loro ruolo di formatori e desiderano migliorare costantemente in questo importante lavoro.

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