America Latina

La Conferenza episcopale cilena mette in guardia contro la limitazione dell'obiezione di coscienza sull'aborto

I vescovi cileni sostengono che il nuovo regolamento per l'obiezione di coscienza in caso di aborto è incostituzionale e porterà a discriminazioni contro il personale sanitario sulla base delle loro convinzioni religiose.

Pablo Aguilera-4 luglio 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
legge sull'aborto

Lo scorso maggio, il Ministero della Salute cileno ha redatto un nuovo regolamento sull'"Obiezione di coscienza nel settore sanitario". aborto"Questo sostituirebbe quello in vigore dal 2018, in cui gli operatori sanitari e le istituzioni possono dichiararsi obiettori attraverso una semplice procedura. Per essere legalmente valida, richiede l'approvazione del Controllore Generale della Repubblica.

Il 1° luglio, mons. René Rebolledo, presidente del Conferenza episcopale del Cilea nome di tutti i vescovi, ha presentato una dettagliata presentazione indirizzata all'Ufficio del Controllore Generale, sottolineando che è incostituzionale e illegale. Nel documento si ricorda che l'obiezione di coscienza è un diritto umano fondamentale che affonda le sue radici nella libertà di coscienza, per cui la limitazione di questo diritto può incidere su altri diritti fondamentali come l'uguaglianza e la non discriminazione. Ciò è chiaramente stabilito dalla Costituzione cilena.

Inoltre, il Codice sanitario fa esplicita menzione di coloro che sono autorizzati dalla legge a essere obiettori di coscienza: il medico chirurgo e il resto del personale che svolge le proprie funzioni all'interno del reparto chirurgico durante l'intervento.

Discriminazione sulla base delle convinzioni personali

Il nuovo regolamento incoraggerebbe il favoreggiamento arbitrario dei non obiettori nella distribuzione dei turni e nell'assunzione del personale medico. Inoltre, apporta un'importante modifica all'assegnazione dei turni da parte dei responsabili dei servizi di ginecologia-ostetricia, stabilendo che le liste degli obiettori di coscienza saranno tenute in considerazione per "favorire la presenza di personale non obiettore nella distribuzione dei turni". Si tratta di una discriminazione basata sulle convinzioni morali o religiose del personale medico - che incidono sulla sua disponibilità - e non sulla sua idoneità.

Il vescovo sottolinea che il Regolamento condiziona il libero esercizio dell'obiezione di coscienza in quanto obbliga le istituzioni (strutture sanitarie pubbliche e private) e le loro équipe mediche e i funzionari (persone fisiche) obiettori di coscienza, ad adottare e seguire requisiti burocratici e onerosi che, pur non impedendo l'esercizio del diritto, lo rendono sproporzionatamente difficile in modo tale da costituire, nel complesso, incentivi volti ad alterare lo status di obiettore.

Questo nuovo regolamento elimina l'attuale disposizione che stabilisce che una persona che ha dichiarato l'obiezione di coscienza "deve mantenere tale status in tutti i centri sanitari in cui svolge le sue funzioni, senza distinguere se siano pubblici o privati". L'eliminazione di questa disposizione obbliga l'obiettore che presta servizio in strutture diverse a seguire le procedure necessarie per manifestare nuovamente la propria obiezione di coscienza.

Lesione di un diritto fondamentale

Rebolledo, ci sono cinque misure che impongono condizioni che ostacolano e/o scoraggiano il libero esercizio del diritto all'obiezione di coscienza. L'approvazione del regolamento significherebbe minare il diritto fondamentale alla coscienza e a vivere secondo le proprie convinzioni religiose.

Anche altre organizzazioni, come "Comunidad y Justicia", presentano una richiesta simile all'Ufficio del Comptroller, che la risolverà nei mesi successivi.

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