Cultura

Le catacombe cristiane, origini e caratteristiche

Questo fine settimana, in concomitanza con la festa di San Callisto il 14, a Roma si tiene il "Giornata delle catacombe"Il progetto è un'iniziativa per riscoprire l'eredità archeologica e martiriale cristiana.

Antonino Piccione-18 ottobre 2022-Tempo di lettura: 5 minuti
catacomba di santa ines

Foto: catacomba di Sant'Agnese. ©Wikipedia Commons

In occasione del 18° centenario della morte di Papa Callisto (218-222), il tema della quinta edizione della Giornata delle Catacombe è "Callisto e l'invenzione delle catacombe". Al Papa sono infatti legati il primo cimitero ufficiale della Chiesa di Roma, sulla Via Appia Antica, che porta il suo nome, e la Catacomba di Calepodium, sulla Via Aurelia, dove fu sepolto. Come si legge nel comunicato stampa emesso dal Pontificia Commissione per l'Archeologia SacraL'evento intende proporre una serie di itinerari attraverso testimonianze archeologiche e artistiche sia per sottolineare la centralità della figura di Callisto sia per accompagnare i visitatori attraverso le tappe che hanno portato alla nascita e allo sviluppo dei cimiteri sotterranei".

La Jornada ci offre l'opportunità di ricordare alcune note storiche e artistiche sulla Catacombe cristianeFin dall'inizio sono state concepite come uno spazio destinato ad accogliere i fedeli in un luogo di riposo comune e a garantire a tutti i membri della comunità, anche ai più poveri, una sepoltura dignitosa, espressione di uguaglianza e fraternità. 

Le origini delle catacombe

Le catacombe nacquero a Roma tra la fine del II e l'inizio del III secolo d.C., con il pontificato di Papa Zefirone (199-217), che affidò al diacono Callisto, futuro pontefice, il compito di sovrintendere al cimitero sulla via Appia, dove sarebbero stati sepolti i più importanti pontefici del III secolo. L'usanza di seppellire i morti in spazi sotterranei era già nota agli Etruschi, agli Ebrei e ai Romani, ma con il Cristianesimo furono creati cimiteri sotterranei molto più complessi ed estesi per ospitare l'intera comunità in un'unica necropoli.

Il termine antico per questi monumenti è "coemeterium", che deriva dal greco e significa "dormitorio", a sottolineare il fatto che per i cristiani la sepoltura è solo un momento temporaneo, in attesa della resurrezione finale. Il termine catacomba, esteso a tutti i cimiteri cristiani, definiva, nell'antichità, solo il complesso di San Sebastiano sulla via Appia.

Per quanto riguarda le loro caratteristiche, le catacombe sono per lo più scavate nel tufo o in un altro tipo di terreno facilmente estraibile ma solido. Per questo motivo si trovano soprattutto dove ci sono terreni tufacei, cioè nel centro, nel sud e nelle isole dell'Italia. Le catacombe sono costituite da scale che conducono ad ambulatori chiamati, come nelle miniere, gallerie. Le pareti delle gallerie contengono i "loculi", cioè le sepolture dei cristiani comuni fatte in senso longitudinale; queste tombe sono chiuse con lastre di marmo o mattoni. 

Le nicchie funerarie rappresentano il sistema di sepoltura più umile ed egualitario, per rispettare il senso di comunità che animava i primi cristiani. Nelle catacombe, tuttavia, si trovano anche tombe più complesse, come gli arcosoli, che prevedono lo scavo di un arco sopra la bara di tufo, e i cubiculi, che sono vere e proprie camere di sepoltura.

Dati

La maggior parte delle catacombe si trova a Roma, con un numero di circa sessanta, mentre ce ne sono altrettante nel Lazio. In Italia, le catacombe si trovano soprattutto al sud, dove la consistenza del terreno è più tenace e, allo stesso tempo, più duttile allo scavo. La catacomba più a nord si trova sull'isola di Pianosa, mentre i cimiteri sotterranei più a sud si trovano in Nord Africa, soprattutto ad Hadrumetum in Tunisia. Altre catacombe si trovano in Toscana (Chiusi), Umbria (presso Todi), Abruzzo (Amiterno, Aquila), Campania (Napoli), Puglia (Canosa), Basilicata (Venosa), Sicilia (Palermo, Siracusa, Marsala e Agrigento), Sardegna (Cagliari, S. Antioco).

Nelle catacombe si sviluppò, a partire dalla fine del II secolo, un'arte estremamente semplice, in parte narrativa e in parte simbolica. Dipinti, mosaici, rilievi di sarcofagi e arte minore evocano storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, come per presentare ai nuovi convertiti esempi di salvezza del passato. Così Giona viene spesso raffigurato mentre viene salvato dal ventre della balena, dove il profeta era rimasto per tre giorni, evocando la resurrezione di Cristo. Sono raffigurati anche i giovani di Babilonia salvati dalle fiamme della fornace, Susanna salvata dalle astuzie degli anziani, Noè che sfugge al diluvio, Daniele che rimane illeso nella fossa dei leoni. 

Dal Nuovo Testamento vengono selezionati i miracoli di guarigione (il cieco, il paralitico, l'emorroissa) e di resurrezione (Lazzaro, il figlio della vedova di Naim, la figlia di Giairo), ma anche altri episodi, come il colloquio con la Samaritana al pozzo e la moltiplicazione dei pani. L'arte delle catacombe è anche un'arte simbolica, nel senso che alcuni concetti difficili da esprimere sono rappresentati con semplicità.

Un pesce è raffigurato per indicare Cristo, una colomba per indicare la pace del paradiso e un'ancora è disegnata per esprimere la fermezza della fede. Alcuni simboli, come le coppe, i pani e le anfore, alludono ai pasti funebri in onore dei defunti, la cosiddetta "refrigeria". La maggior parte dei simboli sono legati alla salvezza eterna, come la colomba, la palma, il pavone, la fenice e l'agnello.

La più antica immagine della Vergine Maria

La più antica immagine della Vergine Maria al mondo.
Catacomba di Santa Priscilla.

La più antica immagine della Vergine Maria è conservata nelle catacombe romane, raffigurata in un dipinto nel cimitero di Priscilla sulla Via Salaria. L'affresco, risalente alla prima metà del III secolo, raffigura la Vergine e il Bambino inginocchiati davanti a un profeta (forse Balaam, forse Isaia) che indica una stella, alludendo alla profezia messianica. Una delle immagini più rappresentate è quella del Buon Pastore che, pur prendendo spunto dalla cultura pagana, assume subito un significato cristologico, ispirato alla parabola della pecora smarrita. Così, Cristo è rappresentato come un umile pastore con una pecora sulle spalle, che veglia su un piccolo gregge, a volte composto da due sole pecore poste al suo fianco.

Nelle catacombe furono sepolti i martiri uccisi durante le sanguinose persecuzioni ordinate dagli imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano. Ben presto si sviluppò una forma di culto intorno alle tombe dei martiri, con i pellegrini che lasciavano i loro graffiti e le loro preghiere su queste tombe eccezionali. I cristiani cercavano di collocare le tombe dei loro morti il più vicino possibile a quelle dei martiri, perché si credeva che questa vicinanza mistica si sarebbe stabilita anche in cielo.

L'opinione dei Padri della Chiesa

Tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, i Padri della Chiesa descrivono le catacombe. San Girolamo racconta prima di tutto come, da studente, la domenica visitasse con i suoi compagni le tombe degli apostoli e dei martiri: "Entravamo nelle gallerie, scavate nelle viscere della terra... Rare luci provenienti dall'alto attenuavano un po' l'oscurità... Camminavamo lentamente, un passo dopo l'altro, completamente avvolti dalle tenebre".

Nella seconda metà del IV secolo, papa Damaso si mise alla ricerca delle tombe dei martiri situate nelle varie catacombe di Roma. Dopo aver trovato le tombe, le fece restaurare e fece incidere splendidi panegirici in onore di questi primi campioni della fede. 

Nel VI secolo, anche i papi Vigilio e Giovanni III restaurarono le catacombe dopo le incursioni dovute alla guerra greco-gotica. In seguito, tra l'VIII e il IX secolo, i papi Adriano I e Leone III restaurarono i santuari dei martiri nelle catacombe romane. Dopo un lungo periodo di oblio, nel XVI secolo la riscoperta di questi siti sotterranei fornì una preziosa prova dell'autentica fede dei primi cristiani, che fu poi utilizzata dal movimento della Controriforma. Infine, nel XIX secolo, Papa Pio IX creò la Commissione di Archeologia Sacra per preservare e studiare i siti della prima cristianità. Anche attraverso iniziative come quella meritoriamente organizzata per sabato prossimo.

L'autoreAntonino Piccione

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