Papa Francesco ha iniziato la sua udienza generale congratulandosi con i fedeli riuniti in Aula Paolo VI per il Natale. All'inizio ha ricordato che "questo tempo liturgico ci invita a soffermarci e a riflettere sul mistero del Natale e, poiché oggi ricorre il quarto centenario della morte della Vergine Maria, siamo invitati a riflettere sul mistero della San Francesco di SalesPossiamo trarre ispirazione da alcuni dei suoi pensieri".
Per questo ricordo del santo, il Papa ha annunciato che oggi "viene pubblicata una lettera apostolica per commemorare questo anniversario". Il titolo è Tutto appartiene all'amoreper prendere a prestito un'espressione caratteristica del santo vescovo di Ginevra".
Seguendo il Dottore della Chiesa, Francesco ha voluto "approfondire il mistero della nascita di Gesù in compagnia di San Francesco di Sales".
Tenendo conto degli scritti del vescovo di Ginevra, il Santo Padre ha iniziato analizzando l'elemento della mangiatoia in cui è nato Gesù. "L'evangelista Luca, nel raccontare la nascita di Gesù, insiste molto sul dettaglio della mangiatoia. Questo significa che è molto importante, non solo come dettaglio logistico, ma come elemento simbolico per capire che tipo di Messia è quello nato a Betlemme, che tipo di Re, chi è Gesù".
"Guardando il presepe, guardando la croce, guardando la sua vita di semplicità, possiamo capire chi è Gesù. Gesù è il Figlio di Dio che ci salva, diventando uomo come noi. Spogliandosi della sua gloria e umiliandosi. Questo mistero lo vediamo concretamente nel punto centrale del presepe, cioè nel Bambino".
Questo umile dettaglio del presepe ci avvicina al modo di agire di Dio. Così, Francesco dice: "Non dimentichiamolo mai. La via di Dio è la vicinanza, la compassione e la tenerezza.
La conseguenza di questo stile del Padre è che "Dio non ci prende con la forza, non ci impone la sua verità e la sua giustizia, non fa proselitismo. Vuole attrarci con amore, tenerezza e compassione".
Per tutto questo, Francesco afferma che "Dio ha trovato i mezzi per attrarci, chiunque siamo, con l'amore". Non un amore possessivo ed egoista".
L'amore di Dio "è puro dono e pura grazia". È tutto e solo per noi, per il nostro bene. È così che ci attrae, con questo amore disarmato e persino disarmante. Ma quando vediamo questa semplicità di Gesù, gettiamo via anche tutte le nostre armi, il nostro orgoglio.
Continuando la sua analisi della nascita di Cristo, Francesco ritiene che "un altro aspetto che risalta nel Presepe è la povertà". Non si tratta di una povertà esclusivamente materiale, ma, dice il Papa, deve essere "intesa come rinuncia a ogni vanità mondana".
Conoscere questo mistero di povertà ci permette di comprendere meglio il significato dell'autentico Natale. Il Papa avverte che c'è un Natale che è "la caricatura mondana che lo riduce a una celebrazione kitsch e consumistica". È necessario festeggiare, ma questo non è il Natale. Il Natale è un'altra cosa. L'amore di Dio non è dolce. Il presepe di Gesù ce lo dimostra. L'amore di Dio non è una bontà ipocrita che nasconde la ricerca di piaceri e comodità".
Ispirandosi a una lettera scritta da San Francesco di Sales prima della sua morte, il Papa conclude dicendo che "c'è un grande insegnamento che ci viene da Gesù Bambino attraverso la saggezza di San Francesco di Sales. Non desiderare nulla e non rifiutare nulla, accettare tutto ciò che Dio ci manda. Ma attenzione. Sempre e solo per amore. Perché Dio ci ama e vuole sempre e solo il nostro bene".