Vaticano

Prendersi cura delle persone con disabilità: una prospettiva sul senso della vita

La Pontificia Accademia per la Vita ha pubblicato una nota sulla cura delle persone con disabilità e di coloro che se ne prendono cura, basata sulle esperienze acquisite in seguito alla pandemia.

Giovanni Tridente-5 luglio 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
Un volontario che trasporta una persona disabile su una sedia a rotelle.

"Un mondo senza confini, senza pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità, dove nessuno debba affrontare da solo le sfide della sopravvivenza personale, è un mondo che dobbiamo sforzarci di costruire".. È quanto scrive la Pontificia Accademia per la Vita nella sua recente Nota sulla necessità, per la Chiesa e per tutte le persone di buona volontà, di ridare la giusta importanza alla cura e al sostegno delle persone con disabilità e di coloro che se ne prendono cura.

Il punto di partenza di questo documento è stata la pandemia che, oltre a evidenziare l'interdipendenza di ogni persona, ha mostrato i limiti dell'incertezza, della fragilità e delle limitazioni. Nel caso delle persone con disabilità, è emerso anche un maggior rischio di malattie gravi o di morte a causa della Covid-19, a causa di fattori biologici e di un accesso diseguale all'assistenza sanitaria e ad altri supporti medici necessari.

In effetti, molte persone disabili hanno avuto difficoltà a ottenere informazioni accessibili su come prevenire le infezioni, o hanno incontrato ostacoli nell'accesso ai testi, alle vaccinazioni o alle cure nelle strutture sanitarie, oltre agli effetti negativi dell'isolamento prolungato nelle loro case (ansia, solitudine, impotenza, disperazione e persino violenza domestica). Esistono anche altri tipi di discriminazione, legati alla "...mancanza di accesso all'assistenza sanitaria" e alla "...mancanza di accesso all'assistenza sanitaria".un pregiudizio abilitante, pervasivo nei sistemi sanitari, che vede la disabilità in modo negativo e percepisce le persone con disabilità come aventi vite meno degne di essere preservate rispetto a quelle delle persone senza tali disabilità"denuncia la nota della Pontificia Accademia per la Vita.

Il documento evidenzia tre preoccupazioni etiche fondamentali. In primo luogo, quello di "promuovere soluzioni". per le esigenze specifiche delle persone con disabilità, consentendo loro di beneficiare delle politiche e degli interventi di salute pubblica e coinvolgendole nella pianificazione e nei processi decisionali. Ed è necessario andare oltre l'inquadramento della disabilità nella sanità pubblica e nell'assistenza sanitaria semplicemente "...".in termini biomediciIl lavoro della Commissione europea nel campo dell'assistenza sanitaria è una priorità", da considerare nell'ampio spettro delle specialità mediche e di altri settori del governo e della società. Infine, è prioritario "sviluppare quadri di salute pubblica basati sulla solidarietàLa "corsia preferenziale", che offre una corsia preferenziale ai poveri e ai vulnerabili, sia a livello locale che globale.

La lezione da trarre dalla pandemia, per quanto riguarda le persone con disabilità, è quella di imparare a "...imparare a vivere con la disabilità".adottare una nuova prospettiva sul significato della vita"accettare"interdipendenza, responsabilità reciproca e cura degli altri come stile di vita e promozione del bene comune".come la Chiesa ha sempre insegnato.

Il documento - che segue quello del 30 marzo 2020 su Pandemia e fratellanza universaleal documento del 22 luglio su Humana Communitas nell'era delle pandemie e al documento del 9 febbraio 2021 su La vecchiaia: il nostro futuro e che è redatto come di consueto con la Commissione Covid-19 del Vaticano - si conclude con sette raccomandazioni pratiche.

In particolare, chiede che le persone con disabilità e le loro famiglie siano consultate".nella progettazione e nell'attuazione delle politiche di salute pubblica". Le organizzazioni cattoliche che gestiscono strutture sanitarie sono invitate a ".prendere il comando"L'UE deve anche garantire che le persone con disabilità abbiano la priorità nell'accesso ai vaccini, evitare discriminazioni nell'allocazione delle risorse sanitarie, promuovere la cooperazione globale e tutti i tipi di "partnership pubblico-privato". Infine, occorre garantire che, proprio a causa delle conseguenze della pandemia, le persone con disabilità non rimangano indietro nella lunga coda per usufruire dei servizi sanitari inizialmente sospesi dalla Covid-19.

La nota porta la firma del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, l'arcivescovo Vincenzo Paglia e del cancelliere Renzo Pegoraro.

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