La Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi si apre il 2 ottobre. Al suo termine, il 27 ottobre, si concluderà la fase di discernimento da parte dei pastori e inizierà la fase di ricezione delle conclusioni in tutta la Chiesa e in ciascuna delle Chiese locali, nelle forme e nelle modalità che saranno indicate da Papa Francesco.
Il compito dell'Assemblea è quello di cercare risposte alla domanda guida indicata da Papa Francesco, "Come essere una Chiesa sinodale in missione", e di indicare modalità concrete per metterle in pratica, in relazione ai temi proposti nell'"Instrumentum laboris" per la Seconda sessione (IL2).
IL2 si apre con la visione del banchetto messianico del profeta Isaia (25,6-8), chiarendo così che l'orizzonte di una Chiesa sinodale è la missione al servizio del desiderio di Dio che tutti gli esseri umani e tutti i popoli siano invitati al banchetto del suo Regno. Senza una chiara prospettiva di annuncio missionario, il Sinodo correrebbe il rischio di essere solo un esercizio autoreferenziale.
Il testo di IL2 è organizzato in quattro sezioni, corrispondenti ai primi quattro moduli dei lavori dell'Assemblea. Leggendo la sua sintesi si può avere un'idea della posta in gioco della Seconda Sessione e della sua rilevanza per la vita e la missione della Chiesa.
Fondamenti e relazioni
La prima sezione, "Fondamenti", delinea l'orizzonte teologico in cui si colloca l'opera. Non è un trattato di ecclesiologia, ma tocca punti come la natura sacramentale della Chiesa, il senso condiviso della sinodalità, la reciprocità tra uomini e donne nella Chiesa e il dialogo tra le differenze della Chiesa, che non compromette la sua unità ma la arricchisce.
La seconda sezione, "Relazioni", si concentra sul tessuto relazionale di cui è composta la Chiesa, indispensabile per sostenere gli individui e le comunità. L'enfasi sulle relazioni risponde al desiderio di una Chiesa meno burocratica e più vicina alle persone, associato in tutto il mondo ai termini "sinodale" e "sinodalità". Ma è anche in linea con l'antropologia cristiana.
Come ha scritto Benedetto XVI, "la creatura umana, in quanto creatura spirituale per natura, si realizza nelle relazioni interpersonali. Quanto più le vive autenticamente, tanto più matura la sua identità personale" ("...").Caritas in veritate", n. 43).
L'attenzione alle relazioni si esprime nella concretezza. Così, affronta: il rapporto tra carismi e ministeri; i modi in cui la Chiesa è "percepita come casa e famiglia" (IL2, n. 33); la natura particolare dei ministri ordinati (vescovi, sacerdoti e diaconi) e il loro rapporto con il resto del Popolo di Dio; lo scambio di doni che lega le Chiese locali nell'unica comunione universale. Lo sguardo non si rivolge mai all'interno, ma rimane concentrato sulla missione, perché è proprio la qualità delle relazioni che rende credibile l'annuncio del Vangelo.
Strade e luoghi
La terza sezione, "Percorsi", si concentra sui processi di cura e sviluppo delle relazioni, promuovendo l'armonia nella comunità attraverso la capacità di affrontare insieme conflitti e difficoltà.
Vengono affrontati i temi della formazione e del discernimento, nonché una riflessione sui processi decisionali basati sulla partecipazione di tutti e sul riconoscimento di responsabilità differenziate tra i membri della comunità in base al ruolo di ciascuno, in vista di una competenza decisionale inalienabile, ma non incondizionata, dell'autorità gerarchica. Infine, questa sezione affronta la promozione di una cultura e di forme concrete di trasparenza, responsabilità e valutazione dell'operato di chi occupa posizioni di responsabilità.
Infine, la quarta sezione, "Luoghi", si concentra sulla concretezza dei contesti e sulla varietà delle culture in cui la Chiesa vive. Quest'ultima rappresenta una sfida cruciale per una Chiesa che si definisce cattolica, cioè universale, e che vuole essere in grado di accogliere tutti senza chiedere a nessuno di sradicarsi dalla propria cultura. Qui trovano spazio i temi del servizio del Vescovo di Roma all'unità, le forme più appropriate per il suo esercizio nel mondo di oggi e la ricerca di istituzioni e strutture capaci di promuovere l'unità nella diversità e la diversità nell'unità.
Lo Spirito Santo e l'Assemblea sinodale
Non si può prevedere l'esito del discernimento dell'Assemblea sinodale, ma si possono riconoscere alcuni risultati già raggiunti. Il Sinodo 2021-2024 dimostra che è possibile immaginare percorsi partecipativi su scala globale e che persone con opinioni molto diverse, se non opposte, possono incontrarsi, dialogare e, soprattutto, essere disposte ad ascoltare insieme lo Spirito Santo e a discernere ciò che li invita a fare.
Proprio il fatto di condividere la stessa fede trinitaria è la pietra angolare della loro accettazione reciproca e permette loro di articolare senza concessioni prospettive che possono sembrare molto distanti. Così è stato anche possibile sperimentare un'articolazione del globale e del locale - cioè dell'universale e del particolare - che sfugge all'omogeneizzazione e al particolarismo. Si è trattato certamente di un primo tentativo, che dovrà essere ulteriormente migliorato.
Un fattore chiave in tutto questo è il metodo - divenuto caratteristico del processo sinodale - basato sulla conversazione nello Spirito. Con i necessari adattamenti ai diversi contesti, esso si dimostra capace di promuovere, in un clima di preghiera e di disponibilità alla reciproca accettazione, un consenso che sfugge alla polarizzazione. Questi risultati ci incoraggiano a guardare con fiducia alla Seconda Sessione, ma ancor più alla certezza, più volte confermata, che il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo.
Segretario speciale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi