Vaticano

Chiavi e rischi di un Sinodo che mira a coinvolgere tutta la Chiesa

Il tanto atteso Sinodo, che coinvolge la Chiesa universale, è iniziato. Con le coordinate offerte dal Papa nella Messa di apertura nella Basilica di San Pietro questa domenica, le Chiese particolari hanno le chiavi per lo sviluppo di questo processo sinodale.

Giovanni Tridente-12 ottobre 2021-Tempo di lettura: 4 minuti
papa messa sinodo

Foto: ©2021 Catholic News Service / Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

Sabato 9 ottobre 2021 si è aperto ufficialmente il processo sinodale che coinvolgerà la Chiesa universale fino al 2023 con il tema "Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione".

Nelle sue parole, Papa Francesco ha delineato le aspettative di questo nuovo processo di ascolto e discernimento di tutto il Popolo di Dio, che negli ultimi anni è stato sostanzialmente rinnovato anche nella forma, come abbiamo già riportato in altri articoli.

Lo Spirito Santo come protagonista

Ciò che più risalta nella visione e negli auspici del Pontefice per questo evento in tre fasi, che inizia ora con la partecipazione delle Chiese locali, è la necessità di riservare un posto privilegiato allo Spirito Santo. Egli deve essere il protagonista assoluto, che "ci guiderà e ci darà la grazia di andare avanti insieme". Senza di lui, ha detto categoricamente Papa Francesco, "non ci sarà il Sinodo".

Senza lo Spirito Santo non ci sarà il Sinodo.

Papa Francesco

Sarà lo Spirito Santo, infine, a liberare "da ogni chiusura mentale", a far rivivere "ciò che è morto", a sciogliere "le catene" e a diffondere "la gioia": "Lui che ci condurrà dove Dio vuole che andiamo, e non dove ci porterebbero le nostre idee e i nostri gusti personali".

Come si vede, non è un aspetto da sottovalutare, proprio perché l'atteggiamento che deve animare il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli laici deve essere quello dell'apertura alla novità che Dio vuole suggerire alla Chiesa, non per renderla "altra" ma certamente per renderla "diversa", non "una Chiesa da museo, bella ma muta, con molto passato e poco futuro".

Il Santo Padre ha ribadito alla fine delle sue parole che questa deve essere un'esperienza sinodale in cui "non ci lasciamo sopraffare dal disincanto, non diluiamo la profezia, non finiamo per ridurre tutto a sterili discussioni".

Tre parole chiave

Nel suo discorso, il Papa ha poi citato tre parole chiave che dovrebbero animare questo grande raduno di persone: comunione, partecipazione e missione. La comunicazione e la missione fanno parte della natura stessa della Chiesa, attraverso la quale essa contempla e imita, tra l'altro, la Santa Trinità. Ma potrebbero rimanere concetti astratti se non fossero legati proprio alla partecipazione, che deve essere la prassi ecclesiale come espressione della "sinodalità in modo concreto", con l'obiettivo di coinvolgere realmente ogni battezzato.

Infatti, è proprio questo l'obiettivo, che tutti possano partecipare: "è un impegno ecclesiale irrinunciabile"!

Tre rischi

Questa occasione di incontro, ascolto e riflessione, che dovrebbe essere vissuta "come un tempo di grazia", non è priva di almeno tre rischi, secondo Papa Francesco. Il primo è il "formalismo", che riduce il Sinodo a un evento di facciata, perdendo l'opportunità di un sano discernimento e finendo per cadere nelle solite "visioni verticistiche, distorte e parziali della Chiesa, del ministero sacerdotale, del ruolo dei laici, delle responsabilità ecclesiali, dei ruoli di governo, tra gli altri".

Infine, c'è il rischio di "immobilismo" - "un veleno nella vita della Chiesa" - che può portare all'adozione di "vecchie soluzioni a nuovi problemi; una nuova pezza, che come risultato provoca uno strappo più grande".

Tre opportunità

Naturalmente, tutto questo porta con sé anche "tre grandi opportunità", ha aggiunto il Papa nel suo discorso: Muoversi "strutturalmente" verso una Chiesa sinodale, un luogo dove tutti si sentano a casa e sentano il desiderio di partecipare; diventare una "Chiesa dell'ascolto", imparando innanzitutto ad "ascoltare lo Spirito nel culto e nella preghiera", dato che molti ne hanno perso l'abitudine e la nozione; infine, la possibilità di diventare una "Chiesa della vicinanza", fedele appunto allo spirito di Dio, che opera sempre con "vicinanza, compassione e tenerezza". Una Chiesa, insomma, "che non si separa dalla vita, ma si fa carico delle fragilità e delle povertà del nostro tempo".

Tre atteggiamenti

Nel Messa di apertura del Sinodo Il Pontefice ha riassunto i tre atteggiamenti che devono in definitiva animare questo processo sinodale - svoltosi domenica 10 ottobre nella Basilica di San Pietro, con la partecipazione di oltre tremila fedeli, molti dei quali delegati delle Assemblee internazionali delle Conferenze episcopali, membri della Curia romana, delegati fraterni, membri della vita consacrata e dei movimenti ecclesiali, giovani del Corpo consultivo internazionale - il Pontefice ha riassunto i tre atteggiamenti che devono in definitiva animare questo processo sinodale. Sono l'incontro, l'ascolto e il discernimento, prendendo a prestito il racconto evangelico dell'uomo ricco che incontra Gesù, offerto dalla liturgia.

Certo, fare il Sinodo "significa camminare insieme nella stessa direzione", ha detto Francesco. E in questo cammino "siamo chiamati a essere esperti nell'arte dell'incontro", cioè non solo a organizzare eventi, ma soprattutto a prenderci "il tempo per stare con il Signore e favorire l'incontro tra di noi", dando spazio alla preghiera e all'adorazione e lasciandoci "toccare dalle richieste di donne e uomini", ricevendo l'arricchimento della diversità dei carismi, delle vocazioni e dei ministeri nella Chiesa.

Detto questo, un vero incontro nasce dall'ascolto, che nel caso del Sinodo significa innanzitutto ascoltare la Parola di Dio "insieme alle parole degli altri", per "scoprire con inquietudine che lo Spirito Santo parla sempre in modo sorprendente, facendo nascere nuove direzioni e nuovi linguaggi". Ciò richiede, come aveva detto il Santo Padre il giorno prima, di rendersi disponibili "alle preoccupazioni e alle speranze di ogni Chiesa, di ogni popolo e nazione", e "al mondo, alle sfide e ai cambiamenti che ci pone davanti".

Dopo aver conosciuto e ascoltato, non si possono lasciare le cose come stanno, per cui viene in soccorso il discernimento, soprattutto quello spirituale e quindi ecclesiale, "che avviene nell'adorazione, nella preghiera, nel contatto con la Parola di Dio".

L'apertura nelle diocesi del mondo

Con queste indicazioni del Pontefice, che serviranno da bussola per lo sviluppo del cammino, e seguendo il Documento Preparatorio e il Vademecum messi a disposizione dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, il cammino sinodale è pronto ad iniziare in ogni Chiesa particolare dei cinque continenti, con la presenza del Vescovo a partire da domenica 17 ottobre, per la prima tappa che si concluderà nell'aprile del prossimo anno.

La fase successiva, quella continentale, si svolgerà da settembre 2022 a marzo 2023, durante la quale verrà discusso il testo del primo Instrumentum laboris. L'ultima tappa sarà l'Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi nell'ottobre 2023, seguita dalla fase di attuazione.

Tutti gli aggiornamenti di questo grande coinvolgimento del Popolo di Dio possono essere seguiti sul sito multilingua https://www.synod.va.

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