Vaticano

Laudato si'. Il buon uso della natura contro il degrado ambientale e umano.

Laudato si'che sarà pubblicato il giorno della festa di San Francesco d'Assisi, il 4 ottobre, si propone di integrare i temi di Laudato si'pubblicato nel 2015.

Antonino Piccione-28 settembre 2023-Tempo di lettura: 3 minuti
ecologia

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Il titolo della prossima Esortazione apostolica di Papa Francesco sarà Laudato si'. Lo ha annunciato lo stesso Pontefice giovedì 21 settembre (la notizia è stata resa nota solo lunedì da Vatican News), durante un incontro con alcuni rettori di università latinoamericane. Tra i temi discussi, le migrazioni, i cambiamenti climatici e l'esclusione.

Il Papa ha esortato i dirigenti universitari a essere creativi nella formazione dei giovani a partire dalle realtà e dalle sfide di oggi. I rettori hanno posto al Papa domande sulle questioni ambientali e climatiche, alle quali egli ha risposto sottolineando la deplorevole "cultura dell'usa e getta o cultura dell'abbandono".

Ha spiegato che si tratta di "una cultura dell'uso improprio delle risorse naturali, che non accompagna la natura al suo pieno sviluppo e non le permette di vivere". Questa cultura dell'abbandono", ha detto, "danneggia tutti noi".

Laudato si'che sarà pubblicato il giorno della festa di San Francesco d'Assisi, il 4 ottobre, si propone di integrare i temi di Laudato si', pubblicato nel 2015. In concomitanza con la solenne apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi e la conclusione della Festa della Creazione (alias Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato).

La festa di San Francesco d'Assisi è stata anche la data di pubblicazione dell'enciclica Fratelli Tutti.

La riflessione sulla cultura dello scarto, che troverà una trattazione più ampia e specifica nelle pagine del documento annunciato, parte da quella che il Santo Padre denuncia come "una mancanza di educazione a usare le cose che restano, a rifarle, a sostituirle nell'ordine dell'uso comune delle cose".

Integrare lo scarto

Incoraggiando un "buon uso della natura", comprese le azioni pratiche che possono aiutare l'ambiente, Francesco ha sottolineato come il degrado ambientale possa portare a un altro tipo di "degrado", vale a dire nel modo in cui trattiamo gli altri, specialmente quelli che già vivono con meno risorse.

Le parole del Pontefice sono state dure: "Gli scartati, gli emarginati, sono uomini e donne, interi popoli che lasciamo per strada come spazzatura, non è vero? Dobbiamo essere consapevoli che usiamo la ricchezza della natura solo per piccoli gruppi attraverso teorie socio-economiche che non integrano la natura, gli scartati".

Sullo sfondo, poi, c'è l'appello all'ecologia umana, una formulazione usata per la prima volta dal Papa Benedetto XVI, con riverberi sulla difesa della vita e della dignità umana.

E l'invito a mantenere i "valori umanistici" e a promuovere il "dialogo fraterno". Senza dimenticare la vocazione più nobile della persona umana, la politica. "Nel senso più ampio del termine (...) Avere apertura politica e saper dialogare con maturità con i gruppi politici, la politica non è una malattia, secondo me è la vocazione più nobile di una società, perché è ciò che porta avanti i processi di sviluppo".

A questo proposito, il Papa ha esortato le università a creare reti di sensibilizzazione. A uno dei partecipanti ha detto: "E qui usate una parola molto bella, che è organizzare la speranza.

"Recuperare e organizzare la speranza", ha detto Francesco, "mi piace questa frase che lei mi ha detto e che non può essere ignorata nel contesto dell'ecologia integrale, in questa dimensione secondo cui i giovani di oggi hanno diritto a un cosmo equilibrato e hanno diritto alla speranza, e noi dobbiamo aiutarli a organizzare questa speranza, a prendere decisioni molto serie a partire da questo momento".

Sottolineando l'importanza di una "cultura rigenerativa" in contrapposizione alla "cultura dell'espropriazione", frutto avvelenato "di una crisi economica che non sempre è al servizio dello sviluppo dei più bisognosi", Francesco ha auspicato alternative per aiutare a superare la crisi ambientale e ha portato come esempio l'uso di pannelli solari per fornire elettricità all'Aula Paolo VI e ad altre aree del Vaticano. "Dobbiamo essere molto creativi in queste cose per proteggere la natura" perché ovviamente l'elettricità viene prodotta dal carbone o da altri elementi, che creano sempre problemi alla natura stessa e "i giovani che formiamo devono diventare leader su questo punto, convinti".

L'autoreAntonino Piccione

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