Vaticano

Ancora pace: gli ultimi appelli di Papa Francesco per la pace

Papa Francesco lancia quasi quotidianamente appelli alla pace, esprimendo la necessità di fermare le guerre e di costruire ponti di fraternità.

Giovanni Tridente-11 ottobre 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
Papa Francesco

Il Papa saluta prima dell'udienza generale del 9 ottobre (Foto CNS / Media Vaticani)

Papa Francesco non smette mai di invocare la pace. Lo fa praticamente ogni giorno, esprimendo nelle diverse circostanze del suo ministero un profondo desiderio di fermare le guerre, abbattere i muri dell'odio e costruire ponti di fraternità. In questi giorni, particolarmente intensi a causa di quanto sta accadendo in Medio Oriente - senza dimenticare la "tormentata Ucraina"Negli ultimi anni, il suo messaggio di pace è risuonato ancora più forte nei contesti più diversi.

Dal Sinodo

A cominciare dalla Messa di apertura della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 2 ottobre, in cui il Papa ha esortato la Chiesa ad ascoltare lo Spirito Santo per trovare l'armonia nelle differenze. Parlando dei "venti di guerra e dei fuochi di violenza" che continuano a devastare il mondo, Francesco ha invitato tutti a fare della Chiesa un rifugio, un luogo di accoglienza e protezione. Ha sottolineato quanto sia fondamentale per il cammino sinodale ascoltare la voce di Dio, che solo può guidare il popolo cristiano verso soluzioni di pace e unità. "Le soluzioni ai problemi da affrontare non sono nostre, ma sue", ha ribadito, ricordando l'importanza di procedere con umiltà, soprattutto in questi tempi segnati da conflitti e divisioni.

All'Angelus

Come lui stesso ha annunciato, anche domenica pomeriggio, accompagnato dai Padri sinodali, il Papa si è recato nella Basilica di Santa Maria Maggiore per recitare un Rosario per la pace. Davanti all'icona della Salus Populi Romani, Francesco ha implorato la Vergine Maria di intercedere per il mondo, affinché si realizzi finalmente la profezia di Isaia: "Spezzeranno le loro spade e ne faranno vomeri, delle loro lance faranno falci; nazione non alzerà più spada contro nazione, non impareranno più l'arte della guerra" (Is 2,4). Ha poi espresso la necessità di disarmare non solo le armi fisiche, ma anche i cuori, affinché cessi la violenza e si apra la via della riconciliazione.

Ai cristiani del Medio Oriente

Nella giornata di preghiera e digiuno per la pace del 7 ottobre, il Papa non ha mancato di manifestare la sua vicinanza ai cattolici del Medio Oriente, con una lettera accorata in cui ha espresso solidarietà per le sofferenze dirette e indirette causate dalla guerra. Ha ribadito che ogni conflitto rappresenta una "sconfitta" e ha esortato i cristiani a non stancarsi mai di chiedere a Dio la pace. Gli uomini di oggi non sanno come trovare la pace", ha scritto, "e noi cristiani non dobbiamo stancarci di chiederla". E ha aggiunto un forte appello alla speranza: "Non lasciatevi inghiottire dalle tenebre, ma diventate germogli di speranza".

All'udienza generale

Infine, nel pubblico generale Mercoledì 9 ottobre, riprendendo il ciclo di catechesi sullo Spirito Santo, il Pontefice ha riflettuto proprio sul ruolo dello Spirito nel creare l'unità all'interno della Chiesa. Ha ricordato come lo Spirito, al tempo degli Apostoli, abbia spinto la Chiesa a estendersi oltre i confini del popolo ebraico, superando le divisioni tra ebrei e gentili. Allo stesso modo, oggi lo Spirito continua a lavorare per l'unità tra i popoli e tra i cristiani, insegnando che l'unità non si costruisce intorno a se stessi, ma intorno a Cristo. Egli ha poi affidato alla "graziosa madre" Maria, "il desiderio di pace dei popoli che soffrono per la follia della guerra".

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