Nell'ambito del congresso che si terrà il 21 maggio 2024 presso la Pontificia Università Urbaniana e che sarà dedicato al centenario del primo concilio dell'Università di Roma. Chiesa cattolica in Cina uno degli interventi ha esplorato le fasi preparatorie di un evento di questo tipo utilizzando la Archivio storico di Propaganda Fide conservato dal 1600 dal Dicastero per l'Evangelizzazione.
L’ha tenuta il sacerdote e archivista Flavio Belluomini – responsabile dello stesso Archivio –, offrendo una prospettiva unica sull’interazione tra i missionari cattolici in Cina e la Santa Sede durante la preparazione e la celebrazione del primo Sinodo generale nel Paese asiatico.
I preparativi
Stando all’intervento dello studioso, la preparazione del Sinodo di Shanghai ebbe inizio con l’arrivo di monsignor Celso Costantini a Hong Kong l’11 novembre 1922. Nella sua comunicazione al cardinale Van Rossum, Prefetto della Sacra Congregazione de Propaganda Fide, Costantini affermava: “Manderò altre notizie in breve. Intanto studierò la nomina della Commissione per la redazione delle bozze del Sinodo e farò la relativa proposta a Vostra Eminenza…”.
Questo fatto segnò l’inizio di un meticoloso processo che coinvolse la raccolta degli atti dalle conferenze degli Ordinari delle sette Regioni ecclesiastiche cinesi, come richiesto da Propaganda con una propria Istruzione del 3 dicembre 1920.
Un fascicolo denominato “Prime trattative circa il Sinodo generale” documenta questa fase preliminare, mostrando come le discussioni generali vennero trasformate in canoni chiari e precisi ha spiegato il responsabile dell’Archivio Storico di Propaganda Fide nella sua relazione. Praticamente, Costantini e la sua Commissione dei Consultori, composta da 23 membri, inclusi sette cinesi, lavorarono intensamente per elaborare uno schema sinodale diviso in cinque libri, seguendo la struttura del codice di diritto canonico del 1917.
La celebrazione del Sinodo
Il Sinodo iniziò ufficialmente il 15 maggio 1924. La documentazione dell’Archivio Storico riporta dettagli sulle comunicazioni prima dell’assise, inclusa la convocazione e le disposizioni organizzative, nonché un rapporto sui partecipanti: 46 vescovi, tre prefetti apostolici e 37 procuratori di vescovi provicari.
Costantini riferì che il Sinodo iniziò in un’atmosfera di diffidenza, principalmente a causa della percezione della Maximum Illud di Benedetto XVI (dedicata all’attività svolta dei missionari nel mondo) come un rimprovero all’episcopato cinese. Per affrontare queste difficoltà, Costantini lasciò ampie libertà di discussione e organizzò un servizio di dattilografia per distribuire tempestivamente tutte le correzioni proposte.
Approvazione degli Atti
Dopo la conclusione del Sinodo il 14 giugno 1924, Costantini scrisse al Prefetto di Propaganda Fide: “Il sinodo sfrondato delle parti che erano poste ad abundantiam nello schema è rimasto nella struttura e nella sostanza come era stato presentato riuscendo assai migliorato. Fu discusso parola per parola”. Seguirono quattro anni di esame e approvazione degli atti, durante i quali furono consultati numerosi esperti, soprattutto per risolvere la questione dei termini cinesi per designare la Chiesa cattolica.
La fase finale di approvazione culminò il 4 giugno 1928, quando la Congregazione riunita in plenaria approvò gli atti con decreto del 12 giugno. Questo lungo processo di revisione e approvazione dimostrò l’importanza della collaborazione tra i missionari locali e le autorità romane.
Ulteriori studi
La relazione di Belluomini, presentata alla Pontificia Università Urbaniana, evidenzia l’importanza della documentazione conservata nell’Archivio Storico di Propaganda Fide per comprendere le dinamiche tra la Santa Sede e la Chiesa cinese nel primo quarto del XX secolo.
L’archivista ha concluso il suo intervento suggerendo che ulteriori studi potrebbero approfondire il contributo locale e quello romano nella formazione degli atti sinodali, offrendo una comprensione più completa di questo storico evento. Un vero momento di dialogo e collaborazione, nonostante le iniziali diffidenze e le complesse questioni linguistiche e culturali affrontate.