L'11 novembre dello scorso anno, il cosiddetto Comitato Lo scopo del comitato sinodale è quello di preparare un "Consiglio sinodale" per un periodo di tre anni per perpetuare il cosiddetto Cammino sinodale tedesco. Il Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) ha approvato gli statuti di questo comitato, ma anche la Conferenza episcopale tedesca (DBK) deve approvarli prima che possano entrare in vigore. La discussione degli statuti all'interno della DBK è stata programmata per l'assemblea di primavera, che si terrà dal 19 al 22 febbraio ad Augusta.
Tuttavia, questo fine settimana il presidente della DBK, il vescovo Georg Bätzing di Limburg, ha ricevuto una lettera firmata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, nonché dai prefetti del Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale Victor M. Fernandez, e per i Vescovi, il cardinale Robert F. Prevost, datata 16 febbraio. Nella lettera si legge che, nell'interesse di "continuare il dialogo che abbiamo già iniziato, che continueremo nel prossimo futuro e che Papa Francesco ci ha chiesto di rafforzare", essi desiderano "esprimere alcune preoccupazioni al riguardo e dare alcune indicazioni che sono state portate all'attenzione del Santo Padre e da lui approvate".
I cardinali - con l'approvazione del Papa - ricordano che un Concilio sinodale "non è previsto dal diritto canonico vigente e, pertanto, una delibera in tal senso della DBK sarebbe invalida, con le relative conseguenze giuridiche". E mettono in dubbio l'autorità che "la Conferenza episcopale avrebbe di approvare gli statuti", dal momento che né il Codice di diritto canonico né lo Statuto della DBK "forniscono una base per questo". E aggiungono: "La Santa Sede non ha nemmeno emesso un mandato; al contrario, ha espresso la volontà di non fare nulla di male". vista opposta."
In precedenza, quattro vescovi tedeschi si erano espressi contro la partecipazione al comitato e il finanziamento del progetto attraverso l'Associazione delle diocesi tedesche. Secondo i vescovi Gregor Maria Hanke (Eichstätt), Stefan Oster (Passau), Rudolf Voderholzer (Regensburg) e il cardinale Rainer Maria Woelki (Colonia), l'istituzione di un comitato sinodale per preparare un concilio sinodale va già direttamente contro le linee guida di Papa Francesco.
Non vi è alcuna competenza per istituire un Consiglio sinodale.
L'attuale lettera ricorda che ciò era già stato discusso tra i vescovi tedeschi e la Santa Sede durante l'ultima visita ad limina "e successivamente nella lettera del 16 gennaio 2023 del Cardinale Segretario di Stato e dei Prefetti dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per i Vescovi, in cui si chiedeva espressamente, con un mandato speciale del Santo Padre, di non procedere all'istituzione di tale consiglio". Questa lettera affermava: "Né il Cammino Sinodale, né un organismo da esso nominato, né una conferenza episcopale hanno la competenza di istituire un Consiglio Sinodale a livello nazionale, diocesano o parrocchiale".
Sebbene l'attuale lettera non lo ricordi, sia la Santa Sede che lo stesso Santo Padre hanno in seguito fatto riferimento al "Consiglio sinodale": in una lettera che Francesco ha inviato a quattro ex partecipanti al Cammino sinodale, datata 10 novembre, ha parlato di "numerosi passi con i quali gran parte di questa Chiesa locale minaccia di allontanarsi sempre più dal cammino comune della Chiesa universale". Tra questi passi Francesco ha incluso "la costituzione del Comitato sinodale, che mira a preparare l'introduzione di un organo consultivo e decisionale che non può essere conciliato con la struttura sacramentale della Chiesa cattolica".
A fine novembre è stata resa pubblica una lettera del 23 ottobre del Cardinale Segretario di Stato alla Segretaria Generale della DBK Beate Gilles. In essa il cardinale Parolin affermava che sia la dottrina di riservare il sacerdozio agli uomini sia l'insegnamento della Chiesa sull'omosessualità - due dei principali cambiamenti che il Cammino sinodale vuole introdurre - sono "non negoziabili".
Approvare gli statuti significherebbe contraddire l'istruzione della Santa Sede.
Così ora i cardinali tornano a prendere in mano la situazione, nell'attesa che la DBK si occupi degli Statuti della Commissione sinodale. La continuità tra la lettera del 16 gennaio 2023 e questa del 16 febbraio 2024 è degna di nota: nonostante siano cambiati i responsabili dei Dicasteri - il cardinale Victor M. Fernandez al posto del cardinale Luis Ladaria alla guida del Dicastero per la Dottrina della Fede; il cardinale Robert F. Prevost al posto del cardinale Marc Ouellet al Dicastero per i Vescovi - la linea della Santa Sede nei confronti dei vescovi tedeschi, l'argomentazione e persino la dizione rimangono le stesse.
La Santa Sede parla molto chiaramente quando è necessario. Così, in questa lettera del 16 febbraio, si può leggere: "Approvare gli statuti della Commissione sinodale significherebbe quindi contraddire l'istruzione della Santa Sede emanata per mandato speciale del Santo Padre e presentargli ancora una volta un fatto compiuto".
Tuttavia, rimane impegnato nel dialogo: conclude ricordando che "lo scorso ottobre è stato concordato congiuntamente che le questioni ecclesiologiche affrontate dal Cammino sinodale, compresa la questione di un organo consultivo e decisionale interdiocesano, sarebbero state ulteriormente discusse nel prossimo incontro tra i rappresentanti della Curia romana e della DBK". Se gli statuti del "comitato sinodale" - prosegue - dovessero essere approvati prima di quella riunione, "si pone la questione dello scopo di questo incontro e, più in generale, del processo di dialogo in corso".
La lettera dei cardinali ha avuto un effetto immediato: secondo l'agenzia di stampa KNA, che cita il portavoce della DBK Matthias Kopp, il presidente della Conferenza episcopale, monsignor Georg Bätzing, ha già informato gli altri vescovi che questo punto sarà per il momento rimosso dall'ordine del giorno e che tutto il resto sarà deciso durante l'assemblea plenaria di Augusta.