Vocazioni

"Forse Dio mi chiama a essere un sacerdote missionario".

Daniele Bonanni, giovane seminarista italiano, ha considerato la sua vocazione alla luce dell'esempio di un sacerdote gesuita ottuagenario che ha conosciuto da studente universitario.

Spazio sponsorizzato-21 ottobre 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
Daniele Bonanni

Foto: Daniele Bonanni

Daniele Bonanni è un giovane seminarista italiano. Sta frequentando il terzo anno del baccellierato in teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce grazie a una sovvenzione del CARFche sta aiutando lui e tutti i suoi compagni della Fraternità Missionaria di San Carlo Borromeo a formarsi come futuri sacerdoti e missionari. La Fraternità di San Carlo è stata fondata nel 1985 da mons.
Camisasca, nel carisma di Comunione e Liberazione.

"Devo ringraziare Dio per la bellezza della mia famiglia. Sono il più giovane di tre fratelli e mio padre, Fabio, insieme a mia madre, Antonella, sono sempre stati un chiaro segno di unità, amore, ottimismo e speranza nella vita. Prima tra di loro, ma poi anche verso di noi. La loro unione fondata sulla fede mi ha messo nel germe della certezza che la mia vita è qualcosa di buono, che è positiva e che vale la pena di scoprire il suo vero significato", dice.

Durante gli anni dell'università si è allontanato dalla fede. Si è laureato in ingegneria matematica al Politecnico di Milano e ha lavorato in Lussemburgo in fondi di investimento. "Pensavo di aver realizzato ciò che sognavo. Un lavoro, una ragazza con cui condividere la mia vita, degli amici. Tuttavia, non ero contento. Qualcosa dentro di me continuava a dirmi che il valore della mia vita non poteva essere ridotto a questo. Mi sembrava che la mia vita si fosse ridotta a un piano fisso di cui mi accontentavo", racconta.

Poi incontrò padre Maurice, un sacerdote gesuita che all'epoca aveva ottant'anni. "Era in Lussemburgo per una missione e mi ha colpito l'unità di vita che ha mostrato. Era sereno, in pace, sempre e ovunque, con tutti. Per questo era in grado di amare chiunque. Ma non lo ero, non lo ero. Dopo una confessione con lui, per la prima volta, mi venne in mente questo strano pensiero: "Forse Dio mi chiama a essere come padre Maurice: un sacerdote missionario".

Dopo qualche tempo, decise di chiedere di entrare nel seminario della Fraternità di San Carlo Borromeo, una fraternità sacerdotale e missionaria, ma ancorata al carisma di Comunione e Liberazione, "che - mi resi conto - era la strada scelta da Dio per venire a prendermi", racconta.

Oggi sono al sesto anno di seminario a Roma - con un anno di formazione a Bogotá, in Colombia - e il resto alla Pontificia Università della Santa Croce, "dove mi sto preparando per essere ordinato diacono nei prossimi mesi, se Dio vuole". L'amicizia con Gesù fa fiorire la nostra vita.

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