Sant'Alfonso nacque a Marianella, vicino a Napoli, il 27 settembre 1696. Suo padre, Giuseppe de' Liguori, di nobile famiglia, era ammiraglio della flotta del Regno di Napoli. Sua madre, Anna Cavalieri, una donna molto pia, si interessò in modo particolare all'educazione religiosa di Alfonso. In famiglia ricevette anche un'eccellente educazione umanistica, che comprendeva letteratura, filosofia, musica e pittura. Era molto appassionato di queste due arti, che praticava con grande abilità.
Ha studiato giurisprudenza all'Università di Napoli, dove ha conseguito il dottorato in in utroque iuris nel 1713, quando aveva solo 16 anni.
Per dieci anni ha esercitato la professione di avvocato nei tribunali di Napoli. Nel 1723 lasciò la professione legale per entrare in Seminario. Fu ordinato sacerdote il 26 dicembre 1726.
Mosso dal desiderio di portare la Parola di Cristo al popolo abbandonato delle campagne, il 2 novembre 1732 lasciò Napoli per vivere tra i contadini di Scala. Qui fondò la Congregazione del Santissimo Redentore, che ottenne l'approvazione pontificia nel 1749.
Nel 1762 fu eletto vescovo di Sant'Agata dei Goti (Benevento), dove rimase fino al 1775, quando si dimise per motivi di salute. Durante questo periodo rimase Rettore Maggiore dei Redentoristi.
Morì a Pagani, vicino a Napoli, il 1° agosto 1787, all'età di 90 anni. Fu beatificato nel 1816 e canonizzato nel 1839. È stato anche proclamato Dottore della Chiesa nel 1871 e Patrono dei confessori e dei teologi morali nel 1950.
I suoi scritti
La produzione letteraria di Sant'Alfonso è vastissima, ed è uno degli autori più pubblicati della storia, avendo avuto più di 20.000 edizioni in oltre 70 lingue. Elenchiamo qui, in ordine cronologico, solo le sue opere che trattano della vita spirituale del cristiano:
1. Visite al Santissimo Sacramento (1754). Contiene in 31 considerazioni per ogni giorno del mese, pensieri devoti e affettuosi che possono essere utilizzati nelle visite al Santissimo Sacramento.
2. Le glorie di Maria (1750). La prima parte contiene una spiegazione della Salve, mentre la seconda illustra la fede, le virtù e i dolori di Maria.
3. Il grande mezzo della preghiera (1759). Egli spiega come la preghiera sia un mezzo necessario per ottenere da Dio tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. In quest'opera troviamo la famosa frase lapidaria, che si trova nella Catechismo della Chiesa CattolicaN. 2744: "Chi prega sarà certamente salvato, chi non prega sarà certamente condannato".
4. Pratica dell'amore di Gesù Cristo (1768). Si tratta di una spiegazione dell'inno alla carità di San Paolo in 1 Corinzi 13.
5. Meditazioni sulla Passione (1773). Sono il frutto della meditazione personale di Sant'Alfonso sulla Passione del Signore, che era il tema preferito delle sue meditazioni.
I suoi insegnamenti
La sua dottrina spirituale è così ricca e abbondante che qui posso solo darne qualche breve cenno.
La pietà di Sant'Alfonso è eminentemente cristocentrica. Egli insegna che l'adorazione del Verbo incarnato deve essere il centro di tutta la vita cristiana. Egli vede in Gesù soprattutto il Salvatore dell'umanità, il che si riflette nel suo motto preferito, che ha assegnato come programma alla sua congregazione religiosa: Copiosa apud eum redemptio ("La sua redenzione è abbondante").
Il Dottore della Chiesa considera l'amore di Gesù Cristo soprattutto in tre eventi: l'Incarnazione, la Passione e l'Eucaristia. Ha espresso la sua devozione a Gesù Bambino in canti e poesie. Ha composto il canto Tu scendi dalle stelle ("Tu scendi dalle stelle"), che è diventato il canto italiano per eccellenza.
Ha esortato alla meditazione quotidiana sul Mistero della Passione del Signorecome lui stesso ha fatto. L'aspetto che egli sottolinea principalmente in questa meditazione è il tema dell'amore, che egli considera come la ragione ultima che ha spinto Gesù a soffrire e a morire. Dalla meditazione della Passione nasce nell'anima del cristiano una risposta d'amore all'amore di Gesù Cristo: "È impossibile che un'anima che crede e pensa alla Passione del Signore non lo offenda e non lo ami, anzi non impazzisca d'amore, vedendo un Dio quasi impazzito d'amore per noi. Non c'è mezzo che possa infiammarci di più nell'amore di Dio che la considerazione della Passione di Gesù Cristo".
Per quanto riguarda il EucaristiaA questo proposito, Sant'Alfonso è considerato il difensore della comunione frequente, combattendo le reminiscenze del giansenismo, per cui insegna che la Comunione va ricevuta con una disposizione adeguata e non con una disposizione dignitosa, come sostenevano i giansenisti: "Ho detto con il disposizione appropriatanon più con il degnoperché se fosse necessario degno Chi può ricevere la comunione? Solo un altro Dio sarebbe degno di ricevere Dio. Sono d'accordo con conveniente quello che si addice a una creatura miserabile. È sufficiente che la persona riceva la comunione in grazia di Dio e con il vivo desiderio di crescere nell'amore di Gesù Cristo".
Sant'Alfonso è considerato il sostenitore della comunione frequente, combattendo le reminiscenze del giansenismo.
Manuel Belda
Tutta la dottrina spirituale di Sant'Alfonso è permeata di spirito mariano. Egli pose alla base della sua mariologia due principi ispiratori, la maternità divina di Maria e la sua partecipazione all'opera della redenzione. Queste due prerogative non sono parallele, ma strettamente correlate tra loro, poiché la prima è ordinata alla seconda e la seconda trova il suo fondamento ontologico nella prima.