Evangelizzazione

Il Rosario alla luce di San Giovanni Paolo II

Ottobre è il mese del Rosario perché il 7 è la festa della Madonna del Rosario, istituita da Papa Pio V nel XVI secolo per commemorare la vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto del 1571. In questo articolo condividiamo alcune riflessioni di San Giovanni Paolo II sulla recita di questa antica preghiera e sulla devozione a Maria.

Loreto Rios-28 ottobre 2023-Tempo di lettura: 8 minuti

Una donna recita il rosario ©OSV

Numerosi Papi, compreso quello attuale, hanno incoraggiato la recita del rosario. Tra questi, Papa Giovanni Paolo II ha scritto una lettera apostolica su questa preghiera, con il titolo "Il Rosario del Rosario".Rosarium Virginis Mariae". In essa il Papa ha affermato: "(...) Non ho mai perso occasione per esortare alla recita frequente del Rosario. Questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale fin dalla giovinezza (...) Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti di gioia e in quelli di tribolazione. Ad esso ho affidato tante preoccupazioni e in esso ho sempre trovato consolazione.

Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, due settimane dopo la mia elezione alla Sede di Pietro, come aprendo la mia anima, mi sono detto: "Il Rosario è la mia preghiera preferita": Il Rosario è la mia preghiera preferita, una preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. [Si può dire che il Rosario è, in un certo senso, una preghiera di commento al capitolo finale della Costituzione. Lumen gentium del Vaticano II, un capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa (...) Quante grazie ho ricevuto dalla Beata Vergine attraverso il Rosario in questi anni".

Il Papa ha anche ricordato che la Madonna stessa, nel corso della storia, ha chiesto in più occasioni di recitare il Rosario: "Conosciamo le varie circostanze in cui la Madre di Cristo, tra il XIX e il XX secolo, ha fatto in qualche modo sentire la sua presenza e la sua voce per esortare il Popolo di Dio a ricorrere a questa forma di preghiera contemplativa. Desidero ricordare in particolare le apparizioni di Lourdes e di Fatima, i cui Santuari sono meta di molti pellegrini in cerca di consolazione e di speranza, per l'influenza incisiva che esercitano sulla vita dei cristiani e per il riconoscimento della loro importanza da parte della Chiesa".

La struttura del rosario

In questa lettera, il Papa ha analizzato la struttura del Rosario. Tra le altre cose, ha spiegato che la prima parte dell'Ave Maria, la preghiera centrale del Rosario, tratta "dalle parole rivolte a Maria dall'Angelo Gabriele e da Santa Elisabetta, è una contemplazione adorante del mistero compiuto nella Vergine di Nazareth. Esse esprimono, per così dire, l'ammirazione del cielo e della terra e, in un certo senso, accennano al piacere di Dio stesso nel vedere il suo capolavoro - l'incarnazione del Figlio nel grembo verginale di Maria - analogamente allo sguardo di approvazione della Genesi".

San Giovanni Paolo II ha poi spiegato che "il centro dell'Ave Maria, quasi come un legame tra la prima e la seconda parte, è il nome di Gesù. A volte, nella recita frettolosa, non si percepisce questo aspetto centrale, né il legame con il mistero di Cristo che si sta contemplando. Ma è proprio il rilievo dato al nome di Gesù e al suo mistero che caratterizza una recita consapevole e fruttuosa del Rosario".

Infine, il Papa ha sottolineato che "dalla speciale relazione con Cristo, che fa di Maria la Madre di Dio, la Thetokos, deriva, inoltre, la forza della supplica con cui ci rivolgiamo a lei nella seconda parte della preghiera, affidando alla sua materna intercessione la nostra vita e l'ora della nostra morte".

Dopo le 10 Ave Maria, si recita il "Gloria": "La dossologia trinitaria è la meta della contemplazione cristiana. Infatti, Cristo è la via che ci conduce al Padre nello Spirito", ha detto il Papa.

Il rosario come oggetto

In questa lettera il Papa analizza anche il rosario come oggetto: "La prima cosa da tenere presente è che 'il rosario è centrato sul Crocifisso', che apre e chiude il processo stesso della preghiera. La vita e la preghiera dei credenti è centrata su Cristo. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto, attraverso di Lui, nello Spirito Santo, arriva al Padre.

Come strumento di conteggio, che segna il progresso della preghiera, il rosario evoca il cammino incessante della contemplazione e della perfezione cristiana. Il beato Bartolomeo Longo lo considerava anche come una "catena" che ci unisce a Dio".

"Se tu dici 'Maria', lei dice 'Dio'".

In più occasioni, il Papa ha anche espresso la sua ammirazione per gli scritti di San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), grande devoto della Vergine Maria, che scrisse la ".Trattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria".

Trattato sulla vera devozione alla Beata Vergine Maria

TitoloTrattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria
AutoreSan Luigi Maria Grignion de Montfort
Editoriale: Combel

Giovanni Paolo II ha definito questo scritto in una lettera alla famiglia montforniana 2003 come "un classico della spiritualità mariana". In questa lettera, il Papa spiegava: "Personalmente, negli anni della mia giovinezza, sono stato molto aiutato dalla lettura di questo libro, nel quale 'ho trovato la risposta ai miei dubbi', dovuti al timore che il culto di Maria, 'se diventa eccessivo, finisce per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo'. Sotto la saggia guida di San Luigi Maria ho capito che, se si vive il mistero di Maria in Cristo, questo pericolo non esiste. Infatti, il pensiero mariologico di questo santo "si basa sul mistero trinitario e sulla verità dell'incarnazione del Verbo di Dio"".

Infatti, il motto papale di San Giovanni Paolo II, "Totus tuus" ("tutto tuo"), è tratto dal "Trattato della vera devozione alla Beata Vergine". "Queste due parole esprimono la totale appartenenza a Gesù attraverso Maria", ha spiegato il Papa. "L'insegnamento di questo santo ha avuto una profonda influenza sulla devozione mariana di molti fedeli e anche sulla mia vita. È un dottrina vissutaL'opera è di notevole spessore ascetico e mistico, espressa in uno stile vivace e ardente, spesso con l'uso di immagini e simboli".

Un testo di San Luigi Maria, citato dal Papa nella sua lettera, esemplifica molto bene questo concetto di appartenenza a Gesù attraverso Maria: "Infatti, non penserete mai a Maria senza che Maria, attraverso di voi, pensi a Dio; non loderete o onorerete mai Maria senza che Maria lodi e onori Dio. Maria è tutta relativa a Dio, e mi azzardo a chiamarla "relazione di Dio", perché esiste solo in relazione a lui, o "eco di Dio", perché non dice e non ripete altro che Dio.

Se tu dici Maria, lei dice Dio. Santa Elisabetta lodò Maria e la chiamò beata per aver creduto, e Maria, eco fedele di Dio, esclamò: "L'anima mia glorifica il Signore". Ciò che Maria ha fatto in questa occasione, lo fa ogni giorno; quando la lodiamo, la amiamo, la onoriamo o ci doniamo a lei, lodiamo Dio, amiamo Dio, onoriamo Dio, ci doniamo a Dio attraverso Maria e in Maria" (paragrafo 225 del "Trattato della vera devozione della Beata Vergine").

"Ecco tua madre".

Un altro aspetto fondamentale della devozione alla Madonna è che, a partire dalle parole che Gesù le rivolse sulla Croce ("Donna, ecco tuo figlio", "Figlio, ecco tua madre"), Maria è Madre della Chiesa, e di ogni membro della Chiesa. A questo proposito, Giovanni Paolo II ricorda che il Concilio Vaticano II "vede Maria come "Madre delle membra di Cristo", e così Paolo VI l'ha proclamata "Madre della Chiesa". La dottrina del Corpo Mistico, che esprime nel modo più forte l'unione di Cristo con la Chiesa, è anche la base biblica di questa affermazione.

Il capo e le membra sono nati dalla stessa madre" ("Trattato della vera devozione", 32), ci ricorda San Luigi Maria. In questo senso diciamo che, per opera dello Spirito Santo, le membra sono unite e configurate a Cristo Capo, Figlio del Padre e di Maria, così che 'ogni vero figlio della Chiesa deve avere Dio per Padre e Maria per Madre' (Il segreto di Maria, 11)"..

Il Papa ha anche sottolineato che Lo Spirito Santo invita Maria a "riprodursi" nei suoi eletti, diffondendo in loro le radici della sua "fede invincibile", ma anche della sua "ferma speranza" ("Trattato della vera devozione", 34). Il Concilio Vaticano II ha ricordato: "La Madre di Gesù, già glorificata in cielo in anima e corpo, è l'immagine e l'inizio della Chiesa che raggiungerà la sua pienezza nell'età futura. Anche in questo mondo, finché non verrà il giorno del Signore, essa risplende davanti al popolo di Dio in cammino come segno di sicura speranza e consolazione" (Lumen gentium, 68).

San Luigi Maria contempla questa dimensione escatologica soprattutto quando parla dei "santi degli ultimi tempi", formati dalla Vergine per dare alla Chiesa la vittoria di Cristo sulle forze del male (Trattato della vera devozione, 49-59). Non si tratta affatto di una forma di "millenarismo", ma del senso profondo della natura escatologica della Chiesa, legata all'unicità e all'universalità salvifica di Gesù Cristo. La Chiesa attende la venuta gloriosa di Gesù alla fine dei tempi. Come Maria e con Maria, i santi sono nella Chiesa e per la Chiesa, per far risplendere la sua santità ed estendere fino ai confini del mondo e alla fine dei tempi l'opera di Cristo, unico Salvatore".

Guardare con Maria

Giovanni Paolo II ha anche sottolineato che il Rosario è una modalità di preghiera contemplativa e ha indicato Maria come modello di contemplazione: "Il volto del Figlio le appartiene in modo speciale. È nel suo grembo che si è formato, prendendo anche da lei una somiglianza umana che evoca un'intimità spirituale ancora più grande. Nessuno si è dedicato così assiduamente come Maria alla contemplazione del volto di Cristo.

Gli occhi del suo cuore sono in qualche modo puntati su di lui già all'Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo; nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a immaginarne i lineamenti. Quando infine lo partorisce a Betlemme, anche i suoi occhi si rivolgono teneramente al volto del Figlio, quando "lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia" (Lc 2,7). Da allora il suo sguardo, sempre pieno di adorazione e di meraviglia, non si distoglierà mai da lui".

Il Papa ha anche sottolineato: "Percorrere le scene del Rosario con Maria è come andare alla "scuola" di Maria per leggere Cristo, per penetrare i suoi segreti, per capire il suo messaggio.

La battaglia di Lepanto

Inoltre, Giovanni Paolo II ha implicitamente ricordato in questa lettera apostolica il legame del Rosario con la vittoria nella battaglia di Lepanto: "La Chiesa ha sempre visto in questa preghiera una particolare efficacia, affidando le cause più difficili alla sua recita comunitaria e alla sua pratica costante. Nei momenti in cui la stessa cristianità era minacciata, la forza di questa preghiera è stata attribuita alla liberazione dal pericolo, e la Vergine del Rosario è stata considerata la propiziatrice della salvezza".

Beato Bartolomeo Longo

Oltre a San Luigi Maria Grignion de Montfort e a Padre Pio, il Papa ha portato come esempio di apostolo del rosario il Beato Batolomeo Longo, che, ateo, anticristiano e immerso in correnti spiritualiste, si convertì da adulto ed ebbe l'intuizione di dover diffondere la preghiera del rosario in riparazione del suo passato. Il suo cammino verso la santità si basava su un'ispirazione che sentiva nel profondo del cuore: "Chi diffonde il Rosario sarà salvato". Su questa base, si sentì chiamato a costruire a Pompei una chiesa dedicata alla Madonna del Santo Rosario", ha detto il Papa nella sua lettera al Pontefice. Rosarium Virginis Mariae.

"Il Rosario è insieme meditazione e supplica. La preghiera insistente alla Madre di Dio si basa sulla fiducia che la sua intercessione materna possa fare tutto davanti al cuore del Figlio. Ella è 'onnipotente per grazia', come dice il beato Bartolomeo Longo nella sua 'Supplica alla Madonna', con un'espressione audace che deve essere ben compresa".

Il rosario nel terzo millennio

San Giovanni Paolo II raccomandava vivamente la recita del rosario. Nella lettera apostolica citata, il santo ha affermato che il rosario "è il frutto di secoli di esperienza. L'esperienza di innumerevoli santi parla a suo favore".

E ha affermato: "Il Rosario della Vergine Maria, diffuso gradualmente nel secondo millennio sotto il soffio dello Spirito di Dio, è una preghiera cara a molti Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane anche in questo terzo millennio, appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a produrre frutti di santità".

Il Papa ha concluso la lettera dicendo: "Prendete il Rosario con fiducia nelle vostre mani", aggiungendo: "Che questo mio appello non sia vano! All'inizio del venticinquesimo anno di Pontificato, depongo questa Lettera Apostolica nelle mani della Vergine Maria, prostrandomi spiritualmente davanti alla sua immagine nello splendido Santuario costruito dal Beato Bartolomeo Longo, Apostolo del Rosario.

Faccio volentieri mie le commoventi parole con cui termina la sua famosa Supplica alla Regina del Santo Rosario: "O Rosario benedetto di Maria, dolce catena che ci unisce a Dio, vincolo d'amore che ci unisce agli Angeli, torre di salvezza contro gli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai. Sarai il nostro conforto nell'ora dell'agonia. Per te l'ultimo bacio della vita che svanisce. E l'ultimo sussurro delle nostre labbra sarà il tuo dolce nome, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre dei nostri cari, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei dolenti. Che tu sia benedetta ovunque, oggi e sempre, in terra e in cielo".

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