Il salmista esprime in modo appropriato l'esperienza universale del stupore La grandezza del cosmo, che ci porta a pensare al suo creatore: "I cieli dichiarano la gloria di Dio, il firmamento proclama l'opera delle sue mani". (Sal 19,1). È lo stupore per la sublime, sacra grandezza che intravediamo nell'esperienza del contatto con la bellezza del mondo. Il sguardo contemplativo ci porta a meravigliarci della precisione, dell'ordine e dell'armonia della natura, nella quale possiamo trovare l'impronta del Creatore, il "autore di bellezza". (Sap 13,3).
Questo accesso sapienziale a Dio è proprio dell'intelligenza umana e compare nelle grandi tradizioni culturali e religiose dell'umanità. Nella Bibbia, entrambi i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento spiegano che Dio come Creatore è riconoscibile dalla ragione L'essere umano come causa dell'universo e che quando ciò non accade è dovuto all'ignoranza o alla perversione morale, sia personale che sociale e culturale (cfr. Sap 13,1-9; Rm 1,18-25).
Per comprendere queste modalità di accesso all'origine del mondo è indispensabile tenere conto di un'esigenza intellettuale: è necessario ragionare filosoficamente, a partire dal logica metafisica della causalità. Per fare ciò, è necessario superare le fallacie irrazionali del scetticismo e del relativismoQuesti ultimi portano alla disumanizzazione e, in ultima analisi, al caos nichilista. Anche il riduzionismo deve essere evitato. positivistaL'idea di "scientifico e sperimentale", che disprezza in modo sciocco e arrogante ogni conoscenza che non sia sensoriale o scientifico-sperimentale, è ancora più infondata. E ancora più infondata è l'esaltazione della emotivismoche sottomette la ragione ai capricci degli umori.
Una sintesi dell'argomentazione filosofica razionale sull'esistenza e l'essenza di Dio nella storia del pensiero è costituita dalle famose cinque vie di accesso alla conoscenza di Dio formulate con precisione scolastica da san Tommaso d'Aquino (cfr. Summa teologicaParte prima, domande 2-26): essi arrivano a scoprire Dio come causa non causata, movente immoto, essere necessario, perfezione in somma, fine ultimo. Il Dio vivo e vero è inteso come il l'essere supremo che porta se stesso all'esistenza; il origine e base ultima di tutto ciò che esiste; il creatore dell'essere dal nulla; colui che è il intelligenza del progettista del cosmo; il grande artista, geniale autore di quel capolavoro che è il cosmo; il indirizzo e il obiettivo dell'universo, della storia e di tutta la vita umana; l'essere semplice e perfetto, personale, immutabile ed eterno, infinitamente saggio, buono, giusto e misericordioso, potente e provvidente..
In breve, questa conoscenza di Dio come ragione di tutto ciò che esiste è una costante nella storia dei popoli e costituisce un'esperienza personale universale che si incarna in molte e diverse manifestazioni di religiosità, anche se queste contengono molti limiti. Infatti, quando si ragiona correttamente, si arriva a conoscere il mistero del Dio personale come l'Essere supremo che è alla base di tutta la realtà.