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P. Marwan Dadas: "I cristiani in Terra Santa sono una minoranza nel numero, non nella qualità".

Questo francescano originario della Terra Santa studia comunicazione a Roma per "evangelizzare attraverso i media nel mio Paese".

Spazio sponsorizzato-24 febbraio 2023-Tempo di lettura: 2 minuti
P. Marwan Dadas terra santa.

Foto: P. Marwan Dadas

P. Marwan Dadas ha una storia molto particolare e ricca che, in un certo senso, riflette la complessa realtà di P. Marwan Dadas. Terra Santa. Nato da padre ortodosso e madre cattolica latina, è stato battezzato nella Chiesa greco-cattolica melchita. In seguito fu educato in una scuola anglicana. Tuttavia, alla fine è stato ordinato sacerdote francescano. 

"Quando ero giovane ho incontrato alcuni amici che facevano parte della Gioventù Francescana nella Città Vecchia di Gerusalemme. Mi sono unito a loro perché mi piaceva il modo in cui questi giovani si riunivano, per pregare e meditare la Parola di Dio. A poco a poco ho conosciuto meglio i frati francescani e ho cominciato a sentire la chiamata di Dio a far parte di questa fraternità francescana.

Alla fine del mio ultimo anno di liceo avevo già deciso di entrare in convento per fare una prova di vita francescana con i frati della Custodia di Terra Santa, ma i miei genitori erano fortemente contrari. Tuttavia, dopo tante insistenze da parte mia, hanno dovuto acconsentire e mi hanno permesso di entrare in convento", racconta. 

Dopo aver prestato servizio come parroco in due basiliche molto importanti, la Basilica dell'Annunciazione a Nazareth e la Basilica della Natività a Betlemme, si è interessato alla comunicazione, ritenendola importante, soprattutto in una realtà come la Terra Santa, non solo per diffondere la fede, ma anche per dare una corretta informazione sulla realtà e sugli avvenimenti di quella regione così martoriata. Per questo motivo, si trova a Roma per conseguire la laurea in Comunicazione Istituzionale presso l'Università di Roma. Pontificia Università della Santa Croce grazie a una sovvenzione del Fondazione CARF.

"Al momento mi sto allenando in vista di un ritorno e di un lavoro nella Centro multimediale cristiano Gerusalemme, dove potrò evangelizzare attraverso i media del mio Paese. Vorrei trasmettere la voce dei cristiani di Terra Santa a livello nazionale e internazionale, perché la nostra voce fa capire che siamo le pietre vive della Terra di Gesù e la nostra vita è una missione, una vocazione a perseverare nella fede. Rappresentare la vera identità dei cristiani di Terra Santa è un dovere, e se voglio farlo davvero, devo saperlo fare, per questo ho scelto di studiare Comunicazione sociale e istituzionale alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma". 

Spiega la situazione dei cristiani in Terra Santa: "Noi cristiani in Terra Santa apparteniamo a molte chiese diverse. Certamente c'è la Chiesa cattolica, ma c'è anche la Chiesa anglicana, la Chiesa protestante e le Chiese ortodosse".

Tuttavia, osserva, "i cristiani vivono insieme in grande armonia di fede, perché crediamo nello stesso Dio e nello stesso salvatore Gesù Cristo. Il nostro bisogno assoluto è quello di affermare la nostra esistenza e presenza, come corpo unito, perché siamo meno del 2% della popolazione mondiale. Terra Santa (il solo Stato di Israele conta quasi 9,5 milioni di abitanti), quindi siamo davvero una minoranza. È normale, quindi, che ci sia questo bisogno di autoaffermazione e di dire che siamo davvero presenti; infatti, siamo presenti dal punto di vista scientifico ed educativo, siamo presenti dal punto di vista amministrativo nel mondo del lavoro e degli affari, e siamo presenti anche dal punto di vista della fede. I cristiani in Terra Santa sono una minoranza nel numero, ma non nella qualità. 

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