TESTO - Ricardo Bazán, Perù
Attraverso il motu proprio Autentico charismatisPapa Francesco ha modificato il can. 579 del Codice di Diritto Canonico, che regola la creazione di istituti di vita consacrata e società di vita apostolica da parte del vescovo diocesano.
Prima di questa modifica, era sufficiente che il vescovo diocesano consultasse la Sede Apostolica. per poter invece istituire un nuovo istituto, è necessaria una licenza o un'autorizzazione della Sede Apostolica a partire dal 10 novembre 2020.
Un vero carisma
Il motu proprio sottolinea che "il discernimento dell'ecclesialità e dell'affidabilità dei carismi è una responsabilità ecclesiale dei Pastori delle Chiese particolari.Questo è necessario come "burocrazia", cioè dei vescovi diocesani. Questo è necessario in quanto una misura di cautela per distinguere quando abbiamo a che fare con un vero carisma.che è ciò che fa nascere e alimenta gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. In questo senso, il motu proprio segue il criterio dato dal decreto Perfectae caritatis: "Quando si fondano nuovi istituti, si deve considerare attentamente la necessità di un nuovo istituto.L'obiettivo del progetto è garantire che sia di grande utilità, o almeno di grande valore, e che possa essere sviluppato, in modo da non dare incautamente origine a istituti inutili o non sufficientemente forti." (Conc. Ecum. Iva. II, Decreto Perfectae caritatis, 19).
Can. 579 prescriveva che "Nel proprio territorio, i vescovi diocesani possono, con decreto formale, creare istituti di vita consacrata, a condizione che la Sede Apostolica sia stata preventivamente consultata.". Si trattava già di un modo per attuare il n. 19 del decreto sopra citato, solo che Questa ponderazione si è basata sulla consultazione con RomaSi ritiene che la Sede Apostolica sia l'organo appropriato per effettuare tale valutazione, anche se l'istituto è stato fondato nel territorio di una diocesi.
Approvato dalla Santa Sede
Così, per la valida erezione di un istituto di vita consacrata, era sufficiente la sola consultazione e non la licenza.altrimenti lo avrebbe detto espressamente. Tuttavia, Papa Francesco è andato oltre e ha scelto di richiedere una licenza per la validità dell'atto.: "Nel proprio territorio, i vescovi diocesani possono validamente erigere istituti di vita consacrata con decreto formale, previa autorizzazione scritta della Sede Apostolica.".
Questo requisito, che a prima vista potrebbe sembrare eccessivo, si basa sul fatto che la la creazione di un nuovo istituto nella diocesi avrà effetti che vanno oltre i confini della circoscrizione y "lo rende rilevante per l'orizzonte più ampio della Chiesa universale.". Cioè gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, anche se possono nascere in una diocesi, appartengono alla Chiesa universale: "Infatti, natura suaogni Istituto di Vita Consacrata o Società di Vita Apostolica, anche se sorto nel contesto di una Chiesa particolare, "...".come dono alla Chiesa, non è una realtà isolata o marginale, ma le appartiene intimamente, è al centro della Chiesa come elemento decisivo della sua missione." (Lettera alle persone consacrate, III, 5)".
Si spera che questa misura aiuti i nuovi istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica a "sviluppare la propria vita apostolica".di integrarsi armoniosamente nella vita del popolo santo e fedele di Dio per il bene di tutti." (Esortazione. Ap. Evangelii gaudium130), rispettando tutti i necessari elementi di discernimento e giustizia previsti dalla legge della Chiesa.