"La GMG 2023 sarà probabilmente un successo". Le previsioni ottimistiche per la Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Lisbona dal 1° al 6 agosto del prossimo anno, vengono dalle parole di padre João Chagas, responsabile dell'Ufficio Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Il religioso, che per conto dell'agenzia vaticana sta aiutando il comitato locale della capitale portoghese a organizzare l'evento, spiega che in tutto il mondo, dopo la recrudescenza della pandemia, "c'è un grandissimo desiderio di ricominciare, di incontrarsi". Alcuni delegati di varie conferenze episcopali mi hanno detto che i giovani sono impazienti di poter partecipare alla prossima GMG, nonostante siano passati più di quattro anni dall'ultimo incontro. Tutto ciò fa ben sperare e, aggiunge don Chagas, "sono sicuro che ci sarà una grande partecipazione".
Qual è l'assistenza che il Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita sta dando al Comitato locale per preparare la GMG 2023?
Il dicastero custodisce la memoria di tutte le precedenti GMG, siamo un punto di unione e i garanti della fedeltà al progetto originale, che è stato aggiornato lungo il percorso. Per questo esiste un memorandum, uno schema operativo. Come dice Papa Francesco: dobbiamo ricordare il passato per avere coraggio nel presente e speranza nel futuro. Siamo la memoria del passato e cerchiamo di incoraggiare il presente camminando insieme al comitato organizzatore locale.
Secondo lei, in che modo la pandemia e la guerra in Ucraina stanno influenzando la preparazione della GMG 2023?
Il primo effetto concreto è che questa GMG è stata spostata di un anno: in realtà avrebbe dovuto svolgersi nel 2022. Nel 2019 e nel 2021, gli incontri preparatori tra il comitato organizzatore locale e quello centrale a Roma non erano così frequenti, ma ora tutto si sta intensificando. Tuttavia, spostarlo ci sta aiutando molto nella preparazione.
I giovani saranno coinvolti nella GMG 2023 nonostante il preoccupante clima internazionale?
A mio parere, i giovani saranno più coinvolti rispetto alle edizioni precedenti. Quando ci sono difficoltà, i giovani tirano fuori il meglio di sé: la resilienza, il coraggio di superare gli ostacoli. E questo accade soprattutto se si ha la forza della fede. Una conferma si trova nel modo in cui i volontari di Lisbona e del Portogallo stanno dando il meglio per organizzare l'evento in un clima che rimane incerto.
Pensa che la GMG di quest'anno attirerà anche l'interesse dei giovani lontani dalla fede?
A Roma c'è un centro di pastorale giovanile legato al nostro dicastero che conserva la croce originale della GMG e lì incontro spesso molti gruppi provenienti da diversi Paesi in cui ci sono sempre giovani atei o credenti ma non praticanti. Devo dire che da parte loro vedo molto interesse per la GMG e per la Chiesa. Una volta, uno di questi giovani, dopo aver assistito a un'udienza papale, mi disse che era rimasto molto colpito dal fatto che una figura come il Papa potesse essere uno straordinario punto di unione tra tante persone di culture e realtà diverse. Possiamo dire, quindi, che la GMG è anche per tutti, perché l'esperienza di fede che vi si vive si riflette in tanti temi, condivisi anche con chi non crede.
Come verranno coinvolti i giovani che non possono andare a Lisbona, per non correre il rischio di escluderli?
Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e il Comitato organizzatore di Lisbona sono intenzionati a rendere la GMG 2023 il più mediatica possibile. Molte conferenze episcopali e diocesi di tutto il mondo stanno preparando eventi in contemporanea e in collegamento con Lisbona, in modo che chi non può partecipare possa seguire non solo gli eventi con il Papa, ma anche le numerose attività culturali e spirituali che si svolgeranno in quei giorni.