Al punto 339 il Catechismo della Chiesa Cattolica, riferendosi al modo in cui il peccato minaccia il matrimonio, ricorda che "L'unione coniugale è molto spesso minacciata dalla discordia e dall'infedeltà. Tuttavia, Dio, nella sua infinita misericordia, concede all'uomo e alla donna la grazia di realizzare l'unione delle loro vite secondo l'originario disegno divino".
Poco più avanti, al punto 346, si sottolinea che ".questo sacramento conferisce agli sposi il diritto di grazia necessaria per raggiungere il santità nella vita matrimoniale e accogliere ed educare i bambini in modo responsabile".
Il passare del tempo, le circostanze personali di ciascun coniuge, le difficoltà o altri aspetti ordinari della vita non alterano l'essenza del vincolo matrimoniale che ha origine nel mutuo consenso dei coniugi legittimamente manifestato: da un matrimonio valido nasce tra i coniugi un vincolo perpetuo ed esclusivo per sua stessa natura.
Nel Matrimonio cristiano gli sposi sono rafforzati e consacrati da un sacramento peculiare ai doveri e alla dignità del loro stato.
È in questo "sì, lo so"quando i coniugi sono "trasformati" in una nuova realtà, un'unità nella differenza personale; il loro matrimonio sarà il luogo in cui ciascuno cerca il bene e la felicità dell'altro: la propria realizzazione".
Da questa unione unica, esclusiva e perpetua nasce l'aiuto reciproco che si concretizza nella vita quotidiana dei coniugi attraverso mille e uno dettagli di aiuto, cura e interesse. Dettagli che vanno da quelli più intimi e spirituali a quelli materiali: un "ti amo", un sorriso, un regalo in occasioni speciali, il superamento di piccoli attriti non importanti, ecc.
Attraverso l'atto spirituale dell'amore si è in grado di contemplare le caratteristiche e i tratti essenziali della persona amata. Attraverso l'amore, colui che ama permette all'amato di realizzare le sue potenzialità nascoste. Chi ama vede oltre e spinge l'altro a realizzare le sue capacità personali inosservate.
Papa Francesco, in una delle sue catechesi sulla matrimonio e la famiglia ha proposto in tre parole un rifugio, non senza una lotta contro il proprio egoismo, un modo per sostenere il matrimonio: ecco le parole: permesso, Grazie, dispiacere.
Se non siamo in grado di chiedere scusa, significa che non siamo nemmeno in grado di perdonare. Nella casa in cui non si chiede perdono, l'aria comincia a mancare, "le acque ristagnano". Tante ferite d'affetto, tante lacerazioni nelle famiglie iniziano con la perdita di questa parola preziosa: scusatemi.
Non dobbiamo dimenticare che l'altro a cui stiamo parlando è la persona che abbiamo liberamente scelto un giorno per percorrere insieme il cammino della vita e a cui ci siamo donati per amore.
Dovremmo esercitare la memoria affettiva, che attualizza l'affetto: perché è conveniente, perché fa bene all'amore inteso come atto di intelligenza, volontà e sentimento; e allora "ri-memoriamo" - rimettiamo, con grande cura, nel nostro cuore - tutti quei tratti distintivi - anche i difetti e i limiti - che ci hanno portato a impegnarci, ad amare "per sempre".
La vita matrimoniale è chiamata ad acquisire sfumature insospettabili che portano a "privilegiare" il matrimonio al di sopra di ogni altra circostanza o realtà, come vocazione specifica - umana e soprannaturale - per ciascuno dei chiamati a questo stato.
Per scoprire queste sfumature è necessario non solo l'amore ma anche il buon umore: di fronte agli errori che ci permettono di allontanarci da una perfezione pretesa e allo stesso tempo irraggiungibile; di fronte alle situazioni avverse o alle piccole - e a volte non così piccole - distrazioni.
Quando le cose non vanno come previsto, saper ridere di se stessi, accettando le critiche costruttive con gratitudine e simpatia, aiuta a non cadere nell'"orgoglio ferito", che fa tanto male a qualsiasi rapporto, sia esso di amicizia, filiale o coniugale.
Qui sta la grandezza e la bellezza dell'amore coniugale, che si traduce direttamente nel bene dei figli.
Spesso è stato detto: "se il matrimonio è giusto, i figli sono giusti". Un'educazione senza amore "spersonalizza" perché non raggiunge il nucleo centrale e costitutivo della persona.
Se l'amore tra i coniugi viene meno, si rompe l'ordine naturale della donazione reciproca, che ha come beneficiari non solo i coniugi stessi ma anche i loro figli.
Oggi educhiamo uomini e donne che un giorno accetteranno ciò che Dio vuole da loro: e saranno capaci di rispetto, amore, generosità e dedizione nella misura in cui l'hanno visto nei loro genitori e condiviso nelle loro famiglie.
Infine, per concludere, potremmo dire che guardare al passato con gratitudine, al presente con determinazione e al futuro con speranza, aiuta a vivere pienamente il dono di sé, ad accettare con gioia il passare del tempo nel matrimonio.