Un amico sacerdote mi raccontava il suo piano per preparare l'omelia domenicale: il lunedì leggeva i commenti dei Padri della Chiesa al Vangelo, il martedì le catechesi del Papa, il mercoledì si rivolgeva alla Bibbia interlineare greca e il giovedì a vari commenti. Non ricordo, e non voglio ricordare, come si fa a continuare, perché onestamente mi sfugge.
Quello che è certo è che finché non arriviamo al nocciolo della Parola di Dio che dobbiamo trasmettere, dobbiamo fare qualcosa, non so se sia tanto, ma qualcosa. È un'avventura nello stile di Indiana Jones e il Tempio PerdutoTutta una giungla di eventi senza importanza, di idee proprie, di elementi del momento e di altre specie che devono essere attraversati fino ad arrivare al nucleo perduto del Vangelo, quel nucleo che dobbiamo abbracciare e attingere dalla Parola di Dio per portarlo ai nostri fratelli e sorelle.
Nel XII secolo Dom Güigo, il nono dei priori della Grande Chartreuse, scrisse una piccola e sostanziosa carta chiamata La scala dei monaci sulla vita contemplativa. Questa lettera è forse la prima analisi sistematica di quella che oggi chiamiamo la Lectio Divina cioè la lettura orante della Bibbia. Il Lectio Divina mette al centro della preghiera la Parola di Dio con la sua potenza.
Negli ultimi secoli, tuttavia, questo modo di leggere la Bibbia è diventato molto minoritario. Spesso, invece, usiamo la Parola di Dio per sostenere, anche nella preghiera, un discorso che è più ascetico che altro. A volte usiamo la Parola di Dio per preparare la scena e facilitare il dialogo con Dio in una particolare scena del Vangelo come se fossimo un altro personaggio. Entrambi sono modi preziosi di pregare.
Tuttavia, se vogliamo arrivare al nocciolo della Parola di Dio che leggiamo e dobbiamo trasmettere, dobbiamo andare alla Parola stessa e leggerla con lo stesso spirito con cui è stata scritta: lo Spirito Santo. Il Lectio Divina ci insegna a farlo. Ecco perché il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Dei Verbum, n. 25, dice:
"È necessario che ognuno mantenga un contatto continuo con la Sacra Scrittura attraverso la "lectio divina"..., attraverso una meditazione attenta e ricordando che la lettura deve essere accompagnata dalla preghiera". È certamente lo Spirito Santo che ha voluto che questa forma di ascolto e di preghiera sulla Bibbia non andasse perduta nel corso dei secoli".
Il metodo di Lectio Divina è descritta da Dom Güido come una scala di quattro gradini che saliamo progressivamente nella preghiera:
La "lettura" è l'esame attento delle Scritture, fatto con spirito di attenzione.
La "meditazione" è l'opera della mente studiosa che, con l'aiuto della propria ragione, indaga la verità nascosta.
La "preghiera" è lo slancio devoto del cuore verso Dio, per chiedergli di scongiurare i mali e di concedere le cose buone.
La "contemplazione" è come un'elevazione al di sopra di sé della mente che, sospesa in Dio, assapora le gioie della dolcezza eterna.
Una volta saliti su questa scala e giunti in cima, immersi nella contemplazione, siamo pieni di Dio che ora possiamo trasmettere - e siamo in grado di farlo.Contemplata aliis tradere- attraverso la nostra predicazione. Dom Güido descrive ogni fase:
La lettura appare in primo luogo come fondamento. Fornisce il materiale e ci conduce alla meditazione.
La meditazione cerca con attenzione ciò che si desidera. Scavando, scopre un tesoro e lo mostra, ma non può raggiungerlo da solo e ci rimanda alla preghiera.
La preghiera, elevandosi con tutte le sue forze verso Dio, gli chiede il tesoro desiderato: la dolcezza della contemplazione.
Questa, quando arriva, ricompensa lo sforzo delle tre precedenti, inebriando l'anima assetata con la dolcezza della rugiada celeste.
Vi lascio qui la lettera in modo che possiate scaricarla sul vostro cellulare.
E ora, con il tesoro in mano - nel cuore - dobbiamo uscire dalla Parola in cui ci siamo immersi per attraversare di nuovo il groviglio di idee, eventi ed elementi congiunturali fino a portare il Tesoro ai nostri fratelli e sorelle. Questo percorso, diverso dal precedente e altrettanto importante, è quello che dobbiamo descrivere nei prossimi articoli.