Dal 22 al 25 giugno, politici, esperti di ecologia, studiosi dell'ambiente e artisti si alterneranno in spettacoli, dibattiti, mostre e conferenze, inquadrando il tema ambientale in una prospettiva universale, considerando il creato come un "bene comune che deve essere difeso nel tempo presente e per le generazioni future", spiegano gli organizzatori.
L'iniziativa è promossa per il terzo anno dall'Associazione "Rocca dei Papi", fondata nel dicembre 2019 dall'arcivescovo Fabio Fabene, allora sottosegretario del Sinodo dei Vescovi e oggi segretario del Dicastero per le Cause dei Santi. Prende il nome dalla rocca medievale che domina la valle di Viterbo, conservando tracce di insediamenti precristiani.
Per molti secoli, la Rocca è stata un centro da cui i papi amministravano gli affari politici dei loro domini nell'Italia centrale. L'Associazione che porta il suo nome, dal canto suo, è nata per promuovere un territorio che, per le sue qualità geomorfologiche, storiche, culturali, artistiche e antropologiche, oltre che per la sua ricca tradizione religiosa, ben si presta a comunicare e diffondere i principi legati alla cura della casa comune sulla scia del magistero di Papa Francesco.
L'acqua al centro
L'edizione di quest'anno, dedicata come detto al tema dell'acqua, sarà inaugurata da una keynote lecture dell'economista Stefano Zamagniex presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e uno dei "padri" dell'economia civile, molto apprezzato sia da Benedetto XVI che da Bergoglio.
Seguiranno uno spettacolo teatrale e un'esibizione del Coro della Cappella Papale di Assisi. Il giorno successivo, diversi professionisti si confronteranno su come valorizzare il suolo e tutelare le risorse idriche a disposizione dei cittadini, mentre nel pomeriggio il Vescovo di Viterbo (diocesi a cui appartiene il Comune di Montefiascone) terrà una conferenza sull'acqua come "dono che disseta e vivifica". Altri interventi approfondiranno il tema dell'acqua nella comunicazione, nell'economia e nell'arte.
Laudato si'
Il riferimento all'acqua nel Enciclica Laudato si' compare 39 volte, fin dalle prime righe. È presente in riferimento alle "ferite" inferte al creato attraverso i tanti tipi di inquinamento, e c'è anche un'intera sezione dedicata a quella che viene definita "una questione di primaria importanza", come ai numeri 28-31. Ad esempio, si parla della povertà dell'acqua pubblica in Africa e del problema della sua "qualità" in riferimento all'acqua a disposizione dei poveri, che genera non solo sofferenza, ma in alcuni casi anche mortalità infantile.
Nella sua seconda Enciclica, Papa Francesco chiarisce senza ambiguità che l'accesso all'acqua potabile e sicura è piuttosto "un diritto umano essenziale, fondamentale e universale", condizione per l'esercizio di tutti gli altri diritti, e come tale va assolutamente salvaguardato. Se non altro perché l'acqua stessa, insieme, ad esempio, al suolo e alle montagne "è una carezza di Dio" (n. 84).
Il tempo della creazione
Un monito alla comunità internazionale (cfr. nn. 164-175) che viene ribadito anche nel recente Messaggio per la prossima Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che si svolgerà come di consueto il 1° settembre insieme alle altre comunità cristiane. Il tema di quest'anno si ispira alle parole del profeta Amos (5,24): "La giustizia e la rettitudine scorrano come un torrente eterno".
Un'opportunità per "creare un mondo più sostenibile e giusto" che, secondo Papa Francesco, per diventare tale deve vedere trasformati "i nostri cuori", "gli stili di vita" e le "politiche pubbliche" che governano le società. Cuori che si trasformano considerando il creato non più come un "oggetto da sfruttare", ma come un "dono sacro del Creatore" da salvaguardare.
Per quanto riguarda gli stili di vita, dobbiamo imparare a sprecare meno e a evitare i consumi inutili, migliorando le abitudini e le scelte economiche e "praticando una gioiosa sobrietà".
Infine, le politiche pubbliche, attraverso le quali è necessario porre fine all'"era dei combustibili fossili" per frenare il riscaldamento globale, un impegno che i leader mondiali hanno preso in più occasioni, sia con l'Accordo di Parigi che nei vari vertici della COP, ma che ad oggi rimane disatteso.
"Viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la vita torni ad abbondare nella nostra casa comune", conclude Papa Francesco nel suo Messaggio, affidando questo rinnovamento alla guida dello Spirito Santo.