Il nostro amico comune ("Our Mutual Friend") è l'ultimo romanzo completato da Charles Dickens. Contiene un intrigante intreccio di storie di passioni intense, a volte violentemente sfrenate, ma anche di compassione e amore. Combina situazioni, interpretazioni e protagonisti cupi e cinici con altri luminosi, che irradiano gentilezza e tenerezza.
Cura della bellezza
Inizia con l'enigmatica scoperta di un uomo assassinato e gettato nel fiume Tamigi, e la successiva complessa indagine per scoprirne l'identità. Diversi personaggi della storia eccellono proprio quando si dedicano alla cura degli altri.
Così, una giovane donna molto bella e di bassa estrazione sociale, Lizzie Hexam, aiuta il padre rozzo in una piccola barca a remi sul fiume di Londra a trovare qualcosa di valore, anche se si trova nelle tasche di un uomo annegato... Lizzie si prende cura del padre vedovo e cupo e del fratello minore egoista con paziente affetto, anche se non riceve in cambio la gratitudine che merita. Senza volerlo, suscita la sfrenata attrazione erotica di due uomini. Da un lato, Bradley Headstone, il pretenzioso preside della scuola del fratello di Lizzie, spinto da una brutale brama di lei. Dall'altra, Eugene Wrayburn, un avvocato decadente e frivolo, che deride crudelmente l'insegnante tradita, scatenando il fuoco criminale della sua gelosia. Mortimer Lightwood, amico intimo di Eugene, cerca di prendersi cura di lui e di reindirizzare le sue provocazioni e le sue sfuriate, per impedirgli di abusare della povera ragazza e di infiammare l'ira del suo umiliato rivale in amore.
La storia introduce anche Bella Wilfer, un'altra giovane donna bella ma capricciosa e superficiale. Vive con la sua modesta famiglia: una madre dominante e insopportabile, che tiene in apprensione il padre debole e laborioso, e una sorella invidiosa e vanitosa, che la irrita deliberatamente. Bella è solitamente scontrosa a causa di quelle che considera le sue insopportabili difficoltà economiche. Tuttavia, dà il meglio di sé quando riversa l'affetto per il padre che soffre da tempo, prendendosi cura di lui con delicato affetto. Improvvisamente nella sua vita compare John Harmon, un giovane di valore, intelligente e laborioso, che deve farsi strada dopo una grave disgrazia e che si impegnerà a curare e trasformare Bella, affinché diventi una donna eccellente.
Altri protagonisti sono Nicodemus Boffin e sua moglie, una coppia di anziani sposi senza figli, affascinante e semplice, di umili mezzi. Hanno prosperato nell'attività di raccolta dei rifiuti, motivo per cui lui è conosciuto come lo "spazzino d'oro" ("...").il Netturbino d'oro"), un'espressione che simboleggia il pericolo dell'attaccamento al denaro. Vivono per prendersi cura degli altri: adottano con amore un ragazzo ritardato e favoriscono Bella e John.
Infine, appare sulla scena Jenny Wren, una giovane donna che zoppica, con la spina dorsale storta e un carattere sgradevole e sospettoso. Il suo lavoro consiste nel ricamare abiti per bambole su ordinazione. Si prende cura del padre alcolizzato, che cerca di tenere lontano dal suo vizio distruttivo.
Vangelo della cura
Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, Papa Francesco spiega come dal Vangelo di Gesù Cristo scaturisca il "...Vangelo di Cristo".cultura dell'assistenzaLe "relazioni sociali conformi alla dignità umana".
L'amorevole cura di Dio per ogni persona le conferisce dignità e contiene la vocazione a ricambiare con gratitudine la cura per gli altri. Infatti, la rivelazione divina e la ragione umana ci portano a riconoscere la dignità sacra e assoluta di ogni essere umano. Ogni persona è unica, da trattare con rispetto, perché vale per quello che è e non per quello che ha: perché è immagine di Dio, perché è amata e invitata a una relazione filiale di amicizia, secondo la sua natura intelligente e libera. Inoltre, Gesù si identifica con ogni prossimo bisognoso e indifeso, quando dice nella sua parabola dell'ultimo giudizio: "Sei stato tu a farmi questo". (cfr. Mt 25,40). La cura di chi ha bisogno è il paradigma della condizione umana.
Di chi mi occupo?
Una grande società è quella che si prende cura dei più piccoli. D'altra parte, se disprezza i deboli, diventa spregevole: quando prevale la prevalenza dei forti, la legge della giungla, i poveri e i fragili vengono maltrattati e la civiltà diventa disumana, tirannica.
Dobbiamo quindi chiederci: di chi mi occupo, come mi occupo delle persone, vivo come un vero caregiver? Perché, in realtà, la mia vita vale finché sono curata e mi occupo di qualcuno. Quando prendo coscienza che la mia vita deve essere spesa nel servizio concreto del prossimo, assumo la mia vocazione di custode del fratello (cfr. Gen 4,9). Quando riconosco, proteggo e promuovo qualcuno, compio la mia missione nel mondo, collaboro alla cura provvidenziale delle persone che il Signore compie costantemente. In breve, come si legge in questo romanzo: "Nessuno che alleggerisca il carico di qualcuno è inutile in questo mondo"..
Per diventare un buon badante è necessaria la preparazione. Ognuno deve lasciarsi curare ed essere curato, per diventare capace di prendersi cura degli altri. È necessario formarsi integralmente, imparare ad amare e ad aiutare; acquisire la giusta qualifica per un servizio umano e professionale disinteressato e attento agli altri membri della comunità.
Assistenza alla famiglia
L'accoglienza dei bisognosi e dei malati è il cuore della cultura familiare, il suo contributo decisivo alla comunità umana. La comunione coniugale nasce dalla reciproca donazione degli sposi. Il Signore ha benedetto l'alleanza che unisce marito e moglie nella carne per tutta la vita con il dono della fertilità. La casa coniugale è la culla, la scuola e il primo ospedale della vita umana. In breve, la famiglia costituisce la prima comunità che vive e insegna la cura delle persone. È il luogo naturale e privilegiato per educare al riconoscimento del valore incommensurabile di ogni persona e alla vocazione alla cura degli altri.