Mi aspetto che nei prossimi giorni ci saranno molti articoli sull'eredità di Papa Francesco. Verranno toccati diversi argomenti, da diverse prospettive, ma mi sembra ragionevole, quasi essenziale, dedicarne uno all'attenzione di Francesco per le persone che vivono in un'epoca di crisi. naturaSeguendo il suo omonimo e otto secoli dopo, ha saputo trasmetterci l'apprezzamento che ogni cristiano dovrebbe avere per l'immensa bellezza e ricchezza della vita che un Dio creativo e provvidente ci offre, non per il nostro esclusivo godimento e tanto meno per il nostro abuso.
Se la creazione è un dono meraviglioso, la sua contemplazione dovrebbe portarci a riconoscere un donatore altrettanto meraviglioso. Il mondo è buono perché è stato creato da un Dio che ha gioito della propria opera: "Dio vide che era cosa buona", ripete insistentemente il primo capitolo della Genesi. Noi cristiani non possiamo rivoltarci contro l'ambiente, perché è la nostra casa, la casa comune di cui dobbiamo prenderci cura, come Francesco ha chiaramente sottotitolato nella sua enciclica "L'ambiente del mondo".Laudato si'".
La natura non ci appartiene
Non si tratta di seguire la strada del politicamente corretto, e nemmeno di garantire la nostra sopravvivenza, intimamente legata all'equilibrio della natura, ma di riconoscere che condividiamo il pianeta con molti altri esseri umani, che hanno anch'essi bisogno di quell'equilibrio, e con milioni di altre creature, che ci accompagnano in questa casa. Inoltre, la ragione principale per prendersi cura del Creato è il riconoscimento che non lo possediamo, ma siamo figli di un Padre che ce lo offre per curarlo, condividerlo, consegnarlo alle generazioni future con meno ferite di quelle che ha.
Già all'inizio del suo Pontificato, Francesco ci ha detto che "... la vocazione alla custodia non riguarda solo noi cristiani, ma ha una dimensione che la precede e che è semplicemente umana, corrisponde a tutti. È custodire l'intera creazione, la bellezza del creato, come ci viene detto nel libro della Genesi e come ci mostra San Francesco d'Assisi: è avere rispetto per tutte le creature di Dio e per l'ambiente in cui viviamo (...) E quando l'uomo viene meno a questa responsabilità, quando non ci prendiamo cura del creato e dei nostri fratelli e sorelle, allora la distruzione prende piede e il cuore diventa arido" (Papa Francesco, Omelia per l'annuncio del Vangelo, p. 4). (Papa Francesco, Omelia durante la celebrazione eucaristica all'inizio del suo Pontificato, 2013).
Il Papa e i più vulnerabili
Il suo concetto di ecologia integrale includeva non solo le piante e gli animali ma, in primo luogo, le persone più vulnerabili, quelle che soffrivano maggiormente del degrado della natura nei loro modi di vita, nella loro alimentazione. Per questo ha sempre posto la questione ambientale come legata a quella sociale, come due crisi che in realtà sono una sola: "Le linee di soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire dignità agli esclusi e contemporaneamente per prendersi cura della natura" (Papa Francesco, "Laudato si'", 2015, n. 139).
Questo approccio sociale non gli ha impedito di avanzare significativamente nelle argomentazioni teologiche alla base della cura dell'ambiente, fino a riconoscere il valore intrinseco di ogni creatura, al di là del servire da strumento per i fini umani, proprio perché sono state create da Dio e da Lui ricevono il suo amore e la sua provvidenza: "Siamo chiamati a riconoscere che gli altri esseri viventi hanno un valore proprio davanti a Dio e, 'con la loro stessa esistenza, lo benedicono e gli danno gloria', perché il Signore si rallegra delle sue opere (cfr. Sal 104,31)" (Papa Francesco, Laudato si', 2015, n. 69). Sal 104,31)" (Papa Francesco, Laudato si', 2015, n. 69).
Conversione ecologica
Questo è uno dei pilastri di quella che ha chiamato "conversione ecologica", alla quale ha incoraggiato tutti i cristiani e le altre persone di buona volontà, e che comporta un cambiamento di atteggiamento nel nostro rapporto con le altre creature, proponendo: "... una prospettiva diversa, un modo di pensare, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità" (Laudato si', 2015, n. 194), che ci permetterà di superare il materialismo consumistico che ci circonda. Questo consumismo può essere superato solo con una profonda convinzione spirituale, che porta a riempire il cuore con ciò che realmente desidera.
Dalla sua già stretta vicinanza a questo Dio Creatore, Papa Francesco continuerà a incoraggiarci a impegnarci in un processo di conversione che cambierà i nostri valori e ci renderà più attenti agli altri e al nostro ambiente.
Non si tratta di una questione secondaria, come ci ha ricordato nella stessa enciclica: "Ma dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e oranti, con il pretesto del realismo e del pragmatismo, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni ambientali. Altri sono passivi, non sono disposti a cambiare le loro abitudini e diventano incoerenti (...) Vivere la vocazione a essere protettori dell'opera di Dio è una parte essenziale di un'esistenza virtuosa, non un aspetto opzionale o secondario dell'esperienza cristiana" (Laudato si', 2015, n. 217).
Professore di geografia presso l'Università di Alcalá.