Ecologia integrale

Ecologia della vita

L'ecologia integrale non può voltarsi dall'altra parte quando si tratta di difendere la vita umana in tutte le sue età e in tutte le sue condizioni.

Emilio Chuvieco / Maria Carmen Molina/ Paulina Nuñez-25 marzo 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
nascita

Foto: Alex Hockett / Uhsplash

Il 25 marzo si celebra la Giornata per la vita. Dal Commissione diocesana di ecologia integrale di Madrid, Ci sembra un buon momento per ricordare il valore sacro di ogni vita.

Ci sembra paradossale che sia necessario dedicare una giornata per ricordare un diritto che è alla base di tutti gli altri diritti: senza il diritto alla vita, non ci sono altri diritti.

Come per altre celebrazioni simili, il 25 marzo ci dà motivo di ricordare l'importanza di ciò che stiamo celebrando e di rivendicare ciò che deve ancora essere raggiunto.

Nel corso della storia, i diritti sono stati raggiunti gradualmente: prima l'abolizione della schiavitù, poi l'indipendenza giuridica per le donne, quindi i diritti civili per le popolazioni emarginate, le persone di altre razze o religioni.

Purtroppo, questa estensione della frontiera morale non è garantita in tutti i Paesi, non tutti i Paesi hanno l'uguaglianza davanti alla legge per i gruppi minoritari, non tutti i Paesi danno alle donne le stesse opportunità degli uomini e in molti Paesi i diritti umani più elementari sono ancora disattesi.

È anche triste ricordare che nella maggior parte dei Paesi che consideriamo socialmente avanzati, il diritto alla vita non è ancora garantito a tutti gli esseri umani, il che è scioccante e sorprendente, quasi inconcepibile.

La scienza moderna conosce abbastanza le prime fasi dello sviluppo embrionale per affermare, senza alcun dubbio, che una volta avvenuta la fecondazione, l'essere che ne deriva ha un carico genetico autenticamente umano, distinto da quello dei suoi genitori biologici, e perfettamente autonomo, nel senso che non ha bisogno di qualcosa di esterno che lo completi, ma solo di nutrirlo.

Tra il fertilizzazione e la nascita non si verifica nulla di biologicamente rilevante per stabilire un prima e un dopo nel processo di "umanizzazione" dell'embrione in gestazione.

D'altra parte, la dipendenza del bambino non può giustificare la decisione su di lui a piacimento: dopo tutto, dipenderà dalla madre anche molti giorni dopo la nascita.

Discutere della vitalità di un embrione umano, quando ormai si effettuano trattamenti e operazioni intrauterine, non contribuisce nemmeno alla sostanza della discussione; anzi, sembra che la discussione non sia nemmeno più necessaria, visto che alcuni considerano il dibattito chiuso.

La stragrande maggioranza dei cittadini dei paesi occidentali assume come moralmente accettabile la abortoL'eliminazione di un essere umano in gestazione, il cui diritto alla vita è posto al di sotto di altri diritti che vengono presentati come contrastanti: la necessità, l'autonomia, l'immaturità o la negligenza sono considerate ragioni sufficienti per porre fine alla vita di qualcuno che pochi mesi dopo sarà un essere umano come tutti noi.

Certamente si deve tener conto delle difficoltà economiche, della giovane età delle donne incinte e delle situazioni di violenza che talvolta si verificano intorno a una gravidanza. In questo senso, non si tratta tanto di perseguire, quanto di proteggere coloro che sono più vulnerabili.

Il movimenti pro-vita non solo denunciare, ma anche impegnarsi, sostenere - finanziariamente e psicologicamente - chi sta vivendo situazioni difficili. Vedere ora le foto di ragazzini di 14 o 15 anni che, senza questo sostegno, sarebbero stati abortiti, che non esisterebbero, è un argomento umano inoppugnabile per continuare a difendere la vita dell'essere umano in gestazione.

Il ecologia è la scienza della vita, delle relazioni di dipendenza tra gli esseri viventi, dei sistemi biodiversi, dove ognuno riceve qualcosa e mette qualcosa, dove non ci deve essere esclusione. I bambini in gestazione non sembrano ancora far parte della comunità morale che ne garantisce la continuità: tutto è lasciato alla discrezione dei genitori.

Ma una vita umana, ogni vita, non può essere strumento di altro, ha una dignità inviolabile, va protetta, proprio perché è la più vulnerabile.

Ecologia integrale non può voltarsi dall'altra parte quando si tratta di difendere la vita umana in tutte le sue età, in tutte le sue condizioni: non ci sono vite degne e indegne, non sta a noi giudicarlo; solo accoglierle con l'accoglienza di chi riceve un essere debole e decide di prendersene cura.

L'interruzione della catena della vita avrà gravi conseguenze per la nostra civiltà, sia sociali che ambientali.

Come ci ricorda Papa Francesco: "Quando il valore di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità - per fare solo alcuni esempi - non viene riconosciuto nella realtà stessa, è difficile ascoltare il grido della natura stessa. Tutto è collegato" (LS, n. 117). Rispettare la vita significa rispettarla in tutte le sue forme; non avrebbe senso farlo per la vita di altre specie, trascurando la nostra.

La logica della cura è la stessa in un caso e la logica del disprezzo nell'altro: "se pensi che l'aborto, l'eutanasia e la pena di morte siano accettabili, sarà difficile che il tuo cuore si preoccupi dell'inquinamento dei fiumi e della distruzione della foresta pluviale". Ed è vero anche il contrario. Quindi, finché si continuerà a sostenere con veemenza che si tratta di problemi di ordine morale diverso, finché si insisterà sul fatto che l'aborto è giustificato ma la desertificazione no, o che l'eutanasia è sbagliata ma l'inquinamento dei fiumi è il prezzo del progresso economico, rimarremo bloccati nella stessa mancanza di integrità che ci ha portato dove siamo" (Papa Francesco, Sognare insieme: la strada per un mondo futuro migliore, 2020, 37).

L'autoreEmilio Chuvieco / Maria Carmen Molina/ Paulina Nuñez

Commissione diocesana di ecologia integrale di Madrid

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