La recente approvazione della legge sull'eutanasia è stata respinta da migliaia di persone, e soprattutto dalla Chiesa cattolica e dai suoi rappresentanti.
A questo proposito, il direttore in Spagna dell'Istituto di Pontificie Opere Missionarieil sacerdote José María Calderón ha voluto unirsi in modo istituzionale a questo rifiuto con un comunicato in cui ricorda come "la Chiesa, con i suoi missionari, si prende cura in molte occasioni, in modo eroico, di tante persone che soffrono di malattie terribili, incurabili, mortali".
Calderón ha sottolineato come i "missionari ci insegnano che la vita vale la pena quando si converte in servizio, in preoccupazione, in dedizione agli altri, specialmente ai più bisognosi e svantaggiati".
Il direttore della PMS in Spagna ha anche sottolineato che "è una vergogna che, nel nostro mondo sviluppato, con molte più risorse materiali e sanitarie, la vita di una persona non meriti di essere curata fino alla fine, e si decida - come se avessimo la chiave della vita e della morte - quando la vita di un malato non ha più valore o significato".
Calderón ha voluto anche sottolineare come "in contrasto con l'enorme valore dato alla vita in molte delle culture in cui i nostri missionari svolgono il loro lavoro, la legge che il Congresso spagnolo ha approvato la scorsa settimana sull'eutanasia e il suicidio assistito è un'ulteriore prova che l'uomo, per la nostra società, ha valore nella misura in cui è utile, così che chi soffre, invece di accompagnarlo e aiutarlo a vivere quei momenti con pace e sentendosi amato, può vedersi togliere la vita".
José María Calderón ha ringraziato "la Chiesa e i missionari che si trovano in quei Paesi lontani per averci dato questa lezione di umanità e carità".