L'aveva promesso entro la fine dell'anno (2019) e Papa Francesco ha mantenuto la parola. Il 27 dicembre, infatti, ha completato l'esortazione apostolica post-sinodale Cara AmazoniaIl documento è stato infine firmato il 2 febbraio di quest'anno, festa della Presentazione del Signore, a causa dei tecnicismi delle revisioni e delle traduzioni. È un documento che nasce dal cuore del Pontefice, come frutto dell'esperienza dei lavori sinodali dello scorso ottobre, ai quali ha partecipato con spirito attento e grande disponibilità.
Egli consegna ora a tutta la Chiesa queste "risonanze" che, scrive, non intendono sostituire o ripetere il Documento finale - che invita comunque a leggere integralmente - ma piuttosto "arricchire e sfidare". alla stessa comunità ecclesiale, a partire dalla periferia amazzonica. 111 punti, 4 capitoli e una bellissima preghiera finale rivolta alla Vergine Maria, che fungono da cornice per 4 grandi "Sogni per l'Amazzonia (5-7): diritti dei poveri, ricchezza culturale, bellezza naturale e impegno evangelizzatore incarnato.
DATO
15.10.2017Durante l'Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco convoca l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Pan-Amazzonica.
È un testo che appartiene al magistero ordinario del Sommo Pontefice e deve essere letto e meditato nella sua interezza. Il "sogno sociale". è una grande vicinanza agli oppressi, che il Papa identifica nei popoli originari, che spesso sono vittime di "assoggettamento". dalle potenze locali e internazionali. Di fronte a queste ingiustizie, è indispensabile "Indignatevi e chiedete perdono". (15-19) e allo stesso tempo di costituire "Reti di solidarietà e sviluppo.
Il "sogno culturale". si concentra sulla custodia delle radici (33-35), evitando l'omogeneizzazione delle culture, ma sottolineando il fatto che la diversità deve essere trasformata in "un ponte".sempre supponendo "La prospettiva dei diritti dei popoli"..
Il terzo sogno è il "ecologico", che fa pensare a Laudato si', nella consapevolezza che la cura dell'ambiente e l'assistenza ai poveri sono inscindibili. A livello globale, non vanno trascurati i seguenti aspetti "il grido dell'Amazzonia (47-52), dato che è dalla salute di queste terre che dipende l'equilibrio planetario.
Infine, il "sogno ecclesiale".La prima parte del libro, dedicata in modo più specifico ai pastori e ai fedeli cattolici, contiene un "grande annuncio missionario (61) che è indispensabile per l'Amazzonia, ma può anche mettere in moto un processo di più ampia portata. Qui, naturalmente, il Papa vuole un maggiore accesso ai Sacramenti, soprattutto per i poveri, e prevede una maggiore presenza missionaria da altre terre, così come un ruolo rinnovato per i laici e nuovi spazi per le donne.
La voce del Segretario speciale
Nella lunga intervista rilasciata a Palabra nel numero di gennaio, il cardinale gesuita Michael Czerny, che è stato segretario speciale del Sinodo sull'Amazzonia, aveva apprezzato i molti frutti e la ricchezza del Documento finale. "Ma forse posso sottolineare l'esperienza di sinodalitàper camminare insieme. Sentire la pace e la consolazione che derivavano dall'esperienza di essere guidati dallo Spirito e di riconoscere tanti doni, sentire la chiamata a rispondere a una realtà particolare e a rispondere insieme, sì, al grido della terra e dei nostri fratelli e sorelle".ha aggiunto all'epoca.
DATO
6-27.10.2019Il Sinodo si svolge in Vaticano con la partecipazione di 185 Padri sinodali, 25 esperti, 55 uditori e 16 rappresentanti di varie etnie indigene.
Parlare con Notizie dal Vaticano subito dopo la pubblicazione dell'esortazione, ha riconosciuto come il cuore del documento del Papa sia l'amore per l'Amazzonia e le conseguenze di tale amore: "Un ribaltamento del modo comune di pensare il rapporto tra ricchezza e povertà, tra sviluppo e protezione, tra difesa delle radici culturali e apertura all'altro"..
Diplomatici in missione
Un altro desiderio che il Santo Padre aveva espresso al termine dell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la Regione Pan-Amazzonica è quello che ha messo per iscritto qualche giorno fa, chiedendo espressamente al presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, Mons. Giuseppe Marino, di renderla operativa dal prossimo anno accademico. Stiamo parlando dell'inserimento nel curriculum di formazione per i sacerdoti candidati al servizio diplomatico della Santa Sede. "Un anno di impegno missionario in una diocesi delle Chiese particolari".in modo che possano essere formati "nello zelo apostolico di andare in territori di frontiera al di fuori delle loro diocesi di origine"..
Questo desiderio, che ora si sta realizzando, è anche in linea con il punto 90 di Cara Amazonia, dove i vescovi sono esortati a essere generosi nell'indirizzare proprio coloro che mostrano una vocazione missionaria verso l'Amazzonia. Nel suo discorso improvvisato a conclusione del Sinodo, Papa Francesco aveva invece sottolineato il fatto che "nella zona non amazzonica, rispetto alla zona amazzonica".c'è un grande "mancanza di zelo apostolico nel clero". poiché molti sacerdoti vengono inviati nei Paesi più sviluppati degli Stati Uniti o dell'Europa, invece che in quelli dove ci sarebbe un bisogno urgente. Quelli "luoghi più remoti".come si dice in Cara Amazonia 89, dove è difficile assicurarsi il ministero sacerdotale.
Evidentemente, la decisione del Pontefice non si limita alle terre amazzoniche, ma vuole influenzare tutti i Paesi del mondo. "sfide crescenti per la Chiesa e per il mondo". che si riferiscono, ad esempio, a un'Europa in forte declino dal punto di vista del cristianesimo, all'Africa, "assetati di riconciliazione".in America Latina "affamati di nutrimento e di interiorità".Il Nord America, che deve ritrovare un'identità non basata sull'esclusione, e l'Asia e l'Oceania, dove l'influenza è diffusa. "di culture ancestrali"..
Oltre a una solida formazione sacerdotale e pastorale, Francesco vuole garantire ai futuri diplomatici - i suoi rappresentanti lontani da Roma - un'esperienza personale di missione, camminando accanto a queste comunità "lontane". Ed è convinto che questa iniziativa sarà di reciproco vantaggio anche per le varie Chiese locali, oltre a risvegliare in altri sacerdoti il desiderio di rendersi disponibili come missionari al di fuori della propria diocesi, magari anche in Amazzonia.
Il prossimo Sinodo nel 2022
All'inizio di febbraio, il Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi si è riunito e ha proposto al Papa una lista di possibili argomenti da discutere nella prossima Assemblea Generale Ordinaria. In questa occasione, il Pontefice ha deciso di convocarlo per l'autunno del 2022, al fine di favorire un maggiore coinvolgimento di tutta la Chiesa nella preparazione e nella celebrazione di questo nuovo Sinodo, anche in considerazione del fatto che tutti i dinamismi nati dalle ultime assemblee sui giovani - con l'esortazione Christus vivit- e su Amazon.
Anche in questo incontro il Consiglio, composto da 16 membri, che sono cardinali e vescovi di tutto il mondo eletti dai Padri sinodali nell'assemblea del 2018 e sempre presieduto dal Pontefice, ha voluto diffondere un messaggio sulle conseguenze del fenomeno migratorio che colpisce molte regioni del pianeta, legato soprattutto a guerre, disuguaglianze economiche, persecuzioni, terrorismo e crisi ecologiche.
DATO
02.02.2020Nella festa della Presentazione del Signore, Papa Francesco firma l'esortazione apostolica post-sinodale Cara Amazzonia, che consegna a tutta la Chiesa.
Di fronte al disorientamento delle persone, alla distruzione delle famiglie e al trauma dei giovani vittime di ogni tipo di abuso, il Consiglio del Sinodo ha voluto ricordare che la Chiesa "deplora le ragioni che causano un movimento così massiccio di persone".mentre "è chiamato a offrire conforto, consolazione". a coloro che soffrono.
Reinsediamento dei rifugiati
A pochi giorni di distanza l'uno dall'altro, tre cardinali hanno indirizzato una lettera alle conferenze episcopali di tutta l'Unione Europea, chiedendo il reinsediamento dei rifugiati dell'isola greca di Lesbo, che Papa Francesco ha visitato nel 2016, nei vari Paesi europei. La lettera - firmata dai cardinali Jean-Claude Hollerich, Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea, Michael Czerny, Sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità - specifica anche le procedure che possono essere seguite con l'aiuto della Comunità di Sant'Egidio, con l'ormai celebre "corridoi umanitari.