Per tutta la settimana, e fino a sabato 10 febbraio, presso l’Auditorium della Conciliazione, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, si svolge un Convegno internazionale dedicato alla formazione permanente dei sacerdoti, promosso dal Dicastero per il Clero e in collaborazione con quello per l’Evangelizzazione e per le Chiese Orientali.
Tra i temi al centro della riflessione, la riscoperta della “bellezza di essere discepoli oggi” e la necessità di una “formazione unica, integrale, comunitaria e missionaria”, come prevede anche la Ratio Fundamentalis, il documento dello stesso Dicastero per il Clero riguardante la vocazione sacerdotale.
I temi urgenti
Tra le domande su cui i partecipanti si stanno interrogando, c’è la valutazione di come il “cambiamento d’epoca” incida sulla missione del sacerdote, tenendo conto dei differenti contesti geografici e culturali, ma anche come integrare il proprio ministero all’interno di una Chiesa che vuole essere sinodale e missionaria. Altri aspetti riguardano l’importanza della formazione integrale (quali sfide e quali passi urgenti occorre compiere in questo campo), il superamento della solitudine e dell’individualismo, le nuove sfide pastorali.
Conversazione nello Spirito
Le attività del Convegno sono inframezzate dalla dinamica del discernimento conosciuta ormai come Conversazione nello Spirito, adottata nell’ultimo Sinodo dei Vescovi, la quale prevede una preparazione personale, un momento di silenzio e preghiera, l’intervento a turno e l’ascolto, un successivo momento di preghiera e poi la condivisione a partire da ciò che altri hanno detto, prima del dialogo comunitario e una preghiera finale di ringraziamento.
L’incontro con il Papa
Giovedì i partecipanti, accompagnati dai superiori dei Dicasteri coinvolti, sono stati ricevuti in Udienza da Papa Francesco nell’Aula Paolo VI. Il Pontefice ha innanzitutto incoraggiato i sacerdoti a condividere le buone pratiche, ad affrontare le sfide dell’epoca e puntare futuro della formazione sacerdotale.
Ha quindi indicato tre strade per ravvivare il dono della vocazione sacerdotale. In primo luogo, come suggerito nei giorni scorsi anche alle persone consacrate, il Papa ha risaltato la necessità di vivere e trasmettere la "gioia del Vangelo", ricordando che al centro della vita cristiana c'è l'amicizia con il Signore, che libera dalla tristezza dell'individualismo, e fa diventare testimoni prima ancora che maestri.
Per il Pontefice bisogna poi coltivare l’“appartenenza al popolo di Dio”, popolo sacerdotale, da cui sentirsi custoditi e sostenuti. Ecco perché è importante la formazione, che alla fine coinvolge ciascun battezzato. Infine, bisogna puntare a un servizio che sia generativo, mettendo al centro la bellezza e il bene che ogni persona porta dentro di sé.
Formatori nei Seminari
Restando su queste tematiche, la settimana scorsa l’Università della Santa Croce ha ospitato un lungo programma di studio promosso per l’ottavo anno dal Centro di Formazione Sacerdotale, dedicato questa volta all’approfondimento dei temi della pastorale. Vi hanno partecipato una cinquantina di sacerdoti che svolgono il ruolo di formatori nei Seminari, provenienti da diversi paesi. Ad aprire i lavori era stato il Vescovo Fortunatus Nwachukwu, Segretario del Dicastero per l’Evangelizzazione, che si è soffermato sulla “conversione pastorale della Chiesa”.
Sono intervenuti anche il Vescovo di San Benedetto del Tronto – nelle Marche, in Italia - Carlo Bresciani, sul “profumo umano del pastore”; e il Direttore spirituale del Pontificio Seminario Maggiore di Roma, Giuseppe Forlai, su “la paternità spirituale”. Si è quindi riflettuto su “predicazione e omelia”, su come “evangelizzare attraverso le reti” e sul “ministero della confessione e dell’accompagnamento spirituale”. La Settimana si è conclusa con l’intervento del Patriarca di Venezia, il Vescovo Francesco Moraglia, su come integrare vita spirituale e missione.