Evangelizzazione

11 riflessioni di Juan Arana sui laici e 7 tesi alla CEU

Il professore di filosofia e accademico Juan Arana ha sottolineato, in occasione del XXV Congresso dei Cattolici e della Vita Pubblica, che "è giunto il momento dell'esercizio adulto dell'identità cristiana dei laici", riflettendo sul ruolo che essi svolgeranno nella vita della Chiesa. L'incontro della CEU parte dalla necessità di "rievangelizzare", perché "i Paesi occidentali sono oggi terre di missione".

Francisco Otamendi-20 novembre 2023-Tempo di lettura: 3 minuti

Juan Arana durante il suo intervento al congresso CEU ©CEU

Come per i colori, le stagioni o le squadre di calcio, nella congressi Ad alcuni piacerà di più una conferenza, ad altri un'altra; ad alcuni piacerà l'apertura, ad altri la conclusione. Nel contesto della 25° Congresso Cattolici e Vita PubblicaJuan Arana, professore di filosofia e membro della Reale Accademia di Scienze Morali e Politiche, ha tenuto sabato un'ampia relazione dal titolo "L'impegno apostolico dei laici in tempi non ecclesiastici".

Sarebbe troppo lungo ripercorrere le loro argomentazioni, sia storiche che filosofiche, ma basterà riassumere alcune delle loro idee, che sono state poi raccolte, come quelle di altri oratori, nella Manifesto del congresso, reso pubblico domenica. 

Queste sono una dozzina di espressioni tratte dalla conferenza del filosofo di Siviglia che possono segnare una parte della sua presentazione.

1) Stiamo assistendo a una "progressiva demoralizzazione della specie". 

2) "La religione è una cosa che non si può improvvisare".

3) "La crisi delle vocazioni religiose e della fede rafforza il ruolo che i laici avranno nella vita della Chiesa e li pone di fronte alla sfida suprema di raccogliere pienamente la sfida del sacerdozio comune". 

4) "In una situazione sempre più marginale per la religione, i laici devono essere consapevoli di tutto ciò che l'esercizio adulto dell'identità cristiana rappresenta in un mondo che si è demoralizzato, che ha perso le sue convinzioni". 

5) "Oltre a contare sul fondamentale, cioè sull'aiuto di Dio, avremo il vantaggio del declino e della morte del clericalismo", e della crescente presenza dei "laici dell'era post-clericalizzata; dico post-clericalizzata, e non post-cristiana".

6) "Per un credente, il processo di scristianizzazione che stiamo vivendo è doloroso, soprattutto se si pensa alla felicità e alla gioia mancate da tanti uomini e donne che non hanno la possibilità di vivere il messaggio liberatorio di Cristo". 

7) "La cosa più triste nella storia dei rapporti tra clero e laici è stata che questi ultimi, i laici, non sono sempre stati in grado di distinguere i veri pastori dai lupi vestiti da lupo". 

8) "È decisamente il momento dei laici". 

9) "Siamo di fronte a una sfida rivitalizzante, una situazione in cui un cattolico può anche vedere nelle circostanze attuali un'opportunità per rinnovare e dare impulso ad alcune dimensioni della fede che non erano state sufficientemente sviluppate o che avevano perso parte della loro forza incontaminata". 

10) "Quando Dio parla, dobbiamo ascoltare con riverenza, anche se non capiamo bene". 

11) "Quando la ragione viene meno e la fede cammina nel buio, è il momento giusto per la speranza, per l'intima convinzione che, se ci affidiamo a Cristo, riusciremo a camminare sulle acque senza affondare".

"Ri-evangelizzare 

In seguito allo sviluppo del programma della XXV Conferenza Internazionale della Cultura. congresso Le conclusioni dell'incontro tra l'Associazione Cattolica dei Propagandisti (ACdP) e la CEU, che questa domenica ha incluso una Messa celebrata dall'arcivescovo di Madrid, il cardinale José Cobo, sono state rese pubbliche in un comunicato stampa. manifestocome è stato di norma negli ultimi anni. 

Le frasi finali si concentrano sul fatto che "viviamo in un mondo secolarizzato e quindi scristianizzato. Abbiamo il dovere di attualizzare il mandato evangelico di Cristo, assumendo la necessità di rievangelizzare la nostra stessa società ed essendo consapevoli che anche i Paesi occidentali sono oggi terre di missione".

Conclude inoltre che "questa nuova evangelizzazione ha un canale fondamentale nella vita comunitaria della fede, che è necessaria per garantire che, personalmente, possiamo rimanere fedeli in un contesto avverso e, socialmente, possiamo contribuire meglio alla proposta cattolica, mantenendo la nostra eredità cristiana come una tradizione viva da trasmettere agli altri". 

Sette punti 

In sintesi, questi sono i restanti aspetti del manifesto.

- La Spagna è una nazione in cui il cristianesimo è un elemento sostanziale della sua stessa esistenza e cultura. 

- Maria e i santi sono stati i principali apologeti della fede.

- Essere un altoparlante e una denuncia permanente dei cristiani perseguitati.

- Il lavoro dell'uomo è il pilastro trascendentale di tutta la questione sociale, e la dignità della persona risiede nel fatto di essere e nel desiderio di bene comune della comunità, lasciando la proiezione sociale come qualcosa di intrinseco all'uomo. 

- Difendere e accompagnare ogni essere umano in queste circostanze, quando la sua integrità e il suo diritto alla vita sono minacciati. 

- La famiglia è un luogo privilegiato per la trasmissione della fede: dai genitori ai figli, tra coniugi, tra fratelli e sorelle e anche dai figli ai genitori.

- La scuola è uno spazio essenziale per l'evangelizzazione. L'evangelizzazione nell'educazione non è solo un bene per le istituzioni religiose, ma è fondamentalmente un diritto per l'intera società, l'esercizio delle sue libertà e la garanzia della pluralità democratica.

L'autoreFrancisco Otamendi

Per saperne di più
Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.
Banner pubblicitari
Banner pubblicitari