Uniti con tutto il cuore al Papa

Una riflessione accurata e attenta sull'unità dei cattolici con il successore di Pietro "principio e fondamento perpetuo e visibile dell'unità".

23 ottobre 2023-Tempo di lettura: 3 minuti

Vivere l'unità nella Chiesa e con il Papa è un dono che Dio fa ai cuori umili e veramente liberi. L'unità è un dono e un compito che ogni cattolico deve svolgere quotidianamente.

Uniti a Cristo nella sua Chiesa

L'unità è la proprietà di un essere che gli impedisce di essere diviso. Il legame più forte e profondo dell'unità è l'amore, perché è di carattere puramente divino. Pertanto, parlare di unità significa parlare di amore, e parlare di amore per l'unità è parlare di l'unità dell'amoreDio è amore, cioè l'unità dell'unico Dio, che è amore: "Dio è amore e chi sta nell'amore sta in Dio e Dio sta in lui" (1 Giovanni 4:16).

I cattolici conoscono per fede il mistero dell'unità di Dio nella Trinità delle persone, cioè in una comunione d'amore. Poiché Dio è uno, il Padre che ama è uno, il Figlio amato è uno e lo Spirito Santo, vincolo d'amore, è uno. Sappiamo anche per fede che Gesù Cristo è vero Dio e vero Uomo nel unità della sua Persona divina e che il suo Corpo Mistico, la Chiesa, è uno: una è la fede, una è la vita sacramentale e una è la successione apostolica. 

È Cristo che, attraverso l'azione vivificante dello Spirito Santo, dà unità al suo Corpo Mistico, la Chiesa. Perciò la Chiesa, come ci ha ricordato San Giovanni Paolo II, "vive dell'Eucaristia" (Ecclesia de Eucharistia 1), che ci unisce sacramentalmente a Cristo e ci rende partecipi del suo Corpo e del suo Sangue fino a formare un solo corpo. Ogni battezzato partecipa a questo sacro mistero di unità.

Uniti al Papa nella Chiesa di Cristo

L'amore per l'unità della Chiesa si manifesta in modo del tutto particolare nell'unione con il Romano Pontefice, "principio e fondamento perpetuo e visibile dell'unità, sia dei vescovi che della moltitudine dei fedeli" (Lumen Gentium 23). 

Per questo i cattolici devono vivere in profonda unione con il Papa, in piena comunione con lui, indipendentemente dalla razza, dalla lingua, dal colore della pelle, dal luogo di nascita, dall'intelligenza, dalle capacità, dal carattere, dai gusti o dalle simpatie personali. Si tratta di un'unione puramente spirituale, e quindi stabile e permanente, che non può dipendere dalle vicissitudini della vita, dall'attrazione emotiva dell'indole o del talento di un particolare Papa, o dalla soddisfazione intellettuale che traiamo dai suoi insegnamenti. Il vero amore per il Papa, per il dolce Cristo in terra, come lo chiamava Santa Caterina da Siena, è più divino che umano. Per questo deve essere chiesto a Dio come un dono da ricevere, che lo Spirito Santo dona a ciascuno di noi perché porti frutto in opere di servizio alla Chiesa. 

Questa unione con il Papa deve manifestarsi in un profondo rispetto e affetto filiale per la sua persona, in una costante preghiera per le sue intenzioni, in un ascolto ininterrotto del suo insegnamento, in una pronta obbedienza alle sue disposizioni e in un servizio disinteressato in tutto ciò che egli richiede.

Non essere più papista del Papa

Quando il modo di essere e di governare di un Papa ci piace e sentiamo che "c'è chimica", possiamo ringraziare Dio che le emozioni positive che sorgono in noi faciliteranno una maggiore preghiera di supplica per il Romano Pontefice. L'emozione positiva è un motore potente che apre la strada alla virtù. 

Quando non siamo pienamente soddisfatti del modo di essere e di governare di un determinato Papa o non condividiamo alcune sue decisioni in materia di opinione, è il momento di andare emotivamente e intellettualmente controcorrente, di purificare la nostra intenzione e di aumentare e raddoppiare la nostra preghiera per la sua persona e le sue intenzioni fino a raggiungere il punto in cui siamo in grado di realizzare l'intenzione del Papa. stato di amore e di preghiera costante per il Papa che non ha nulla a che fare con le emozioni passeggere o con le argomentazioni mutevoli. Amare il Papa non significa essere più papisti del Papa, ma vivere uniti alla sua persona e alle sue intenzioni in Cristo.

Questa unione con il Papa, come capo del collegio episcopale, si manifesta anche nell'unione con ciascuno dei vescovi in comunione con il Papa, come successori degli apostoli. Come diceva Sant'Ignazio di Antiochia (Lettera agli Smirniani 8.1): "nessuno faccia nulla che riguardi la Chiesa senza il vescovo". La Chiesa, come ci ha ricordato Papa Francesco, è essenzialmente comunione e quindi "sinodale", perché camminiamo tutti insieme (Discorso 18.9.21, tra i tanti).

Conclusione: l'unità come dono e compito

Vivere l'unità nella Chiesa e con il Papa è un dono che Dio fa ai cuori umili e veramente liberi, che vivono pienamente nella Chiesa e con il Papa. eucaristico (San Giustino, Le scuse 1, 65), all'interno del Cuore di suo Figlio e da lui alimentata. Oltre ad essere un dono divino, l'unità è anche un compito piacevolissimo, che richiede uno sforzo continuo ed esige, ogni giorno, una nuova conquista, in cui, ancora una volta, cielo e terra si uniscono.

L'autoreRafael Domingo Oslé

Professore e titolare della cattedra Álvaro d'Ors
ICS. Università di Navarra.

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