Per Papa Francesco, la Quaresima 2021 deve essere segnata da "un cammino di conversione che porti a riscoprire il legame di comunione con gli altri, soprattutto con i poveri". Il digiuno, la preghiera e l'elemosina, le tre opere che tradizionalmente segnano il periodo che i cristiani dedicano alla preparazione della Pasqua, non devono essere viste come azioni volte a costruire la propria perfezione, ma come passi per amare di più il prossimo e quindi amare di più Dio.
Nel messaggio promulgato il 12 febbraio, il Vescovo di Roma sottolinea la possibilità che il digiuno non si riferisca necessariamente al cibo, ma a tutto ciò che ingombra la nostra esistenza, in particolare la saturazione di informazioni, vere o false che siano. Come è possibile in pratica vivere questo suggerimento? Non è raro incontrare cristiani che all'inizio della Quaresima proclamano di voler "... digiunare".digiuno da Internet"Ma, a parte il fatto che questa decisione ha spesso la conseguenza di complicare la vita degli altri, per chi, per motivi seri, ha bisogno di interagire con queste persone, non è quasi mai davvero applicabile".
Un modo realistico e intelligente per mettere in pratica il consiglio di Bergoglio è imparare a dare priorità alle cose nella nostra giornata di Quaresima. Imparare a "stabilire le priorità" può essere una scoperta davvero rivoluzionaria.essere focalizzati"Il primo consiglio è di non avere sempre il cellulare in mano. Chi dipinge un quadro ha bisogno di allontanarsi da esso di tanto in tanto.
Può essere molto utile imparare ad aprire l'iPhone guardando tutte le app, le e-mail e così via, e poi chiuderlo per circa un'ora, come se si fosse in aereo, mantenendo aperta solo la possibilità di ricevere chiamate. Ma poi c'è il secondo punto. Il problema non è lo smartphone, ma se stessi: bisogna dare priorità alla propria giornata.
Lo smartphone è probabilmente una rivoluzione paragonabile alla scoperta della ruota, del fuoco o della scrittura. È qualcosa di meraviglioso che stiamo imparando a portare a bordo: ci stiamo rendendo conto della necessità di unire l'enorme vela di cui la rete dota le nostre vite con la profondità della deriva: quella strana pinna verticale che permette alla barca a vela di non rovesciarsi.
Dalla metafora dobbiamo unire la velocità con la profondità per aprirci a cogliere, a comprendere i bisogni che gli altri ci esprimono. Se lo faremo, la nostra sarà davvero una Quaresima fruttuosa.