Tutte le strade 

È noto il detto che tutte le strade portano a Roma. Raramente, come nel contesto di un Giubileo universale della Chiesa, queste parole assumono un significato più profondo.

4 dicembre 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
tutte le strade

È noto il detto che tutte le strade portano a Roma. Raramente, come nel contesto di un Giubileo universale della Chiesa, queste parole assumono un significato più profondo. Ancor più, se possibile, in mezzo a un mondo in cui le strade sembrano confuse e la speranza di una meta diventa sfocata e irrealistica. Si potrebbe quasi dire che la Chiesa ha, umanamente parlando, poco o nulla da festeggiare. 

Dalle tegole in giù, l'esultanza e la gioia diventano quasi una sfida per il cattolico di oggi, ma l'importante è che noi cristiani siamo chiamati (con i piedi per terra, nel fango) a guardare verso il cielo, a seguire la logica del pellegrino.

"Quale felicità speriamo e desideriamo? Papa Francesco lo chiede nella Bolla di Convocazione del Giubileo, Spes non confundit. in cui il pontefice stesso risponde: "Non è una gioia passeggera, una soddisfazione effimera che, una volta raggiunta, continua a chiedere sempre di più, in una spirale di avidità in cui lo spirito umano non è mai soddisfatto, ma anzi sempre più vuoto. Abbiamo bisogno di una felicità che si realizzi definitivamente in ciò che ci appaga, cioè nell'amore, per poter esclamare d'ora in poi: sono amato, dunque sono; ed esisterò per sempre nell'Amore che non delude e dal quale niente e nessuno potrà mai separarmi".

Questo è l'obiettivo del pellegrino del Giubileo. Il pellegrino non è un semplice camminatore su strade incompiute. Il pellegrino ha una meta che va oltre il punto cardinale terrestre per entrare nella forma della vita, nel cuore. È insieme camminatore e costruttore; con lo Spirito Santo, apre nuove strade mentre cammina. Non li crea, li scopre con lo sguardo affamato dell'amore.

Celebrare un nuovo Giubileo nel segno della speranza è un altro di quei paradossi con cui i cattolici si rendono presenti nel mondo. 

Ricordare che Dio perdona ciascuno di noi, al di là del male che possiamo aver fatto, significa ricordare che c'è vita: se c'è vita, c'è speranza; se c'è speranza, c'è vita. Riconoscere che ognuno di noi ha bisogno di essere salvato, ha bisogno di tornare al suo proprietario originale, come quelle terre che tornarono ai loro proprietari originali nei Giubilei dell'Antico Testamento. 

Un ritorno che segna l'inizio di una nuova vita in Dio: "Una tale esperienza di perdono può solo aprire il cuore e la mente al perdono. Il perdono non cambia il passato, non può cambiare ciò che è già accaduto; eppure il perdono può permettere al futuro di cambiare e di essere vissuto in modo diverso, senza rancore, rabbia o vendetta.".

L'autoreOmnes

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